4 settembre 2013

AGOSTO MILANO MIA TI RICONOSCO


Negli ultimi giorni di agosto Paolo Mieli, intervistato da RAI News sulle ultime vicende italiane, ha detto: “Questo mese di agosto è stato il più inutile per l’Italia”. Nulla di più vero, giacché l’intera classe politica, pur non essendo andata in vacanza, si è occupata solo di trovare il modo per garantire a un condannato in Cassazione l’incredibile privilegio di non subire gli effetti della sua condanna e la sinistra, come ormai è sua abitudine, si è logorata con i suoi mali di pancia. Sulle riforme qualcosa il Governo ha fatto in zona Cesarini.

A Milano per fortuna le cose sono andate diversamente: agosto non è stato un mese buttato, anzi. Molti annunci, cui si spera seguano atti concreti ma anche attività e prima tra tutte un’assistenza agli anziani efficace cui ha fatto sponda un’attività sul versante dell’intrattenimento e del tempo libero che ha indubbiamente confortato molti milanesi rimasti in città. Va da sé che non tutti ne hanno goduto ma c’è un effetto psicologico tutt’altro che trascurabile: per chi vive in città quello che sembra contare è sapere che c’è un’offerta abbondante ancor più che approfittarne.

Il sindaco ha colto l’occasione agostana della fine del Ramadan per mettere un po’ di puntini sulle i nei rapporti tra la città e i mussulmani e, con più leggerezza, si è appropriato della “mobilitàgentile”: car2go. Tra le promesse di Lucia De Cesaris, dopo quella di far rinascere il Parco della Vettabbia, quella che m’intriga di più è il destino delle caserme e del demanio militare in genere.

Si volta pagina? C’è un principio di fondo per il quale mi sono sempre battuto: la restituzione alla città dell’incremento  di valore delle aree urbane, in particolare  quelle possedute da enti o società pubbliche o proprietà statali. L’incremento di valore è il prodotto della vitalità di una società urbana che le ha valorizzate col suo lavoro, con la sua dinamicità e con tutti gli investimenti pubblici, strade, scuole, ospedali, parchi e giardini, edifici amministrativi e di servizio che non sono piovuti dal cielo ma contropartita del prelievo fiscale: questi beni vanno semplicemente restituiti alla collettività. Fino ad ora le vicende delle aree dei demani ferroviari hanno avuto un destino ben diverso: alienazioni a prezzi di mercato solo in parte utilizzati a favore della collettività locale ma soprattutto si è consentita una destinazione d’uso scarsamente orientata al soddisfacimento delle necessità di spazi collettivi e soprattutto di verde. Quanto a quest’ultimo e all’impegno di aumentarne la quantità in città, spero solo che non segua l’indecorosa sorte degli alberi di Abbado e delle leggere vacue parole di Letizia Moratti.

Tutto bene dunque? Sì e no. Il recentissimo declassamento di Milano e della Lombardia nella classifica della produttività è un pessimo segnale, soprattutto perché legato alla continua perdita di capacità delle istituzioni a star dietro ai cambiamenti. Rispondere che Expo 2015 risolverà il problema è una pietosa bugia. La questione produttività deve essere il dibattito da aprire in autunno, ben sapendo che ognuno dovrà fare la sua parte e che quel che si è fatto in agosto non ha quasi nulla a che vedere con questo problema rispetto al quale sono solo pannicelli caldi.

Il discorso sulle istituzioni e sul problema a esso legato dell’efficienza della burocrazia deve essere lucido e, dove necessario “spietato”: nessun riguardo per le posizioni piccole o grandi di rendita corporativa o personale. La tanto sbandierata politica di alleggerimento fiscale ha senso se s’innesta su di un processo di riorganizzazione della pubblica amministrazione che non riguarda solo il governo centrale ma anche le amministrazioni locali: sino ad ora su questo piano la Giunta milanese ha fatto poco o nulla.

 

Luca Beltrami Gadola

 

 

 

 

 

 

 



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