24 luglio 2013

LA GRANDE MILANO E I TRASPORTI: UN HUB DI CONCILIAZIONE


Il 12 luglio il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e il presidente della Provincia, Guido Podestà sono intervenuti a Palazzo Isimbardi nell’ambito del convegno sul tema «Governo metropolitano. Migliori servizi e meno costi per cittadini, famiglie e imprese». All’incontro, al quale hanno preso parte anche alcuni primi cittadini del Milanese, hanno partecipato il presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, e il presidente dell’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione (Ispo), Renato Mannheimer. La prima impressione avuta al convegno, pur riconoscendo l’indubbio prestigio e competenza dei relatori, riguarda il mancato equilibrio di genere fra gli stessi: infatti, tra i quindici interventi previsti, solo tre erano assegnati ad amministratrici.

Credo sia prioritario, anzitutto, denunciare tale situazione che, oramai, nel nostro Paese, ha assunto valenza di questione sistemica che investe tutti gli ambiti della politica, della cultura e della società civile: non vi è equilibrio di genere in quasi tutti i settori della nostra società e dobbiamo impegnarci affinché, soprattutto le nuove realtà istituzionali, non presentino i limiti strutturali del passato. Proprio per tale ragione è strettamente necessario che le politiche di genere abbiano, nel costituendo territorio metropolitano, una presenza fattiva e operativamente strategica. È necessario e altamente civico definire la conciliazione tra vita privata e lavorativa di tutti i cittadini della nuova realtà metropolitana che a breve vedrà la luce nel nostro territorio.

La popolazione milanese è formata per circa la metà da lavoratrici – dipendenti e libere professioniste – che devono essere messe in condizione di poter fruire di adeguate misure di welfare che possano loro permettere di coniugare le aspettative della vita professionale e privata, anche e soprattutto in relazione ad alcuni cogenti aspetti che denotano la qualità della vita, quali la sicurezza, il lavoro, i trasporti sul territorio, l’istruzione, l’ambiente, gli asili nido, i consultori e le strutture sanitarie. A tali importanti tematiche si aggiungono quelle, di non minor valenza, della mobilità, dell’integrazione e interazione delle donne migranti che costituiscono, allo stato, una cospicua presenza nel nostro territorio.

È quindi opportuno che, all’interno di un territorio quale quello metropolitano si appresta a essere, si inizino a studiare le linee guida per una nuova politica di welfare, improntata alla conciliazione della vita privata e professionale e alle attività di cura di figli e genitori che inevitabilmente ricadono sulla famiglia e sulle donne in particolare. Strettamente legato a tale tematica – e, direi, conditio sine qua non per un’effettiva applicazione – è il miglioramento dell’ambiente e della vivibilità cittadina, con l’implementazione dei servizi pubblici e il superamento della logica municipalista della gestione dei servizi stessi attraverso processi di riorganizzazione aziendale.

Processi che, attraverso elementi di competizione introdotti dal nuovo governo metropolitano, potranno consentire di superare l’attuale divario di produttività e di efficienza rispetto a quello delle aree metropolitane europee dove la quota di passeggeri trasportati è nettamente maggiore. L’adozione di un’Authority dei trasporti metropolitana che programmi i servizi su vasta scala e adotti un sistema tariffario integrato e coerente con i bisogni di mobilità del territorio sarà un altro passaggio obbligatorio se non si vuol tenere separati gli attuali servizi di autobus, treni, metro e tram, urbani, sub-urbani e regionali che rispondono più alle esigenze di strutture aziendali obsolete che non alle esigenze dei singoli di lasciare a casa l’automobile per recarsi al lavoro.

Non dimentichiamo che l’efficienza del sistema dei trasporti pubblici, così strettamente connesso alla questione ambientale, sarà una delle più grandi scommesse a medio termine della nuova realtà istituzionale che davvero potrà costituire, per le cittadine e i cittadini, un concreto miglioramento della qualità della vita, al fine di conciliare, come si diceva in precedenza, la vita privata e quella professionale.

Per far ciò occorrono istituzioni direttamente incisive sul territorio, nate dal consenso dei cittadini e che ai cittadini si sentano legate da un vero e proprio “vincolo di mandato”. Il Comitato per la città e l’area metropolitana, costituitosi nell’aprile 2013, ha come obiettivo prioritario l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio Metropolitano, vero esempio di democrazia partecipata dei cittadini che possono scegliere i propri rappresentanti nel territorio metropolitano. A tal fine, da circa un mese, è stata promossa, attraverso una petizione, la raccolta delle firme per raggiungere il risultato indicato.

L’assessore D’Alfonso su queste colonne il 10 luglio ha paventato il rischio di una lunga attesa “alla Godot” per una compiuta istituzione di una “città metropolitana partecipata”. La questione è però un’altra: come detto anche dal sindaco Pisapia nel convegno del 12 luglio, quello che rileva è farsi trovare pronti al momento dell’istituzione della città metropolitana, sostenendo con vigore l’elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano. E soprattutto – ed è la storia e la letteratura a ricordarcelo – dietro a ogni grande risultato c’è sempre tanto tempo e fatica.

 

Ilaria Li Vigni

 



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