17 luglio 2013

MANDELA DAY, 18 LUGLIO


Ogni 18 luglio il Sudafrica si prepara a festeggiare il compleanno di Nelson Mandela, simbolo della lotta contro l’apartheid. Più di un compleanno è una giornata di festa internazionale, voluta dalle Nazioni Unite nel novembre del 2009, in onore di un eroe del nostro tempo. Una persona normale che ha raggiunto risultati straordinari, che ha cambiato un continente e è stato fonte di ispirazione per l’umanità tutta. La sua voce si è alzata ferma e determinata, per reclamare i diritti e il rispetto della dignità umana, al di là di ogni barriera di classe e per scardinare l’oppressione della schiavitù, per smantellare un regime odioso e inumano.

Quest’anno il compleanno è atteso con ansia e trepidazione a livello planetario, perché Mandela lotta in ospedale tra la vita e la morte per un’infezione polmonare. Le sue condizioni di salute appaiono critiche, ma stabili e il presidente sudafricano Zuma raccomanda ai suoi connazionali di cominciare a pensare qualcosa di buono da fare per il prossimo in occasione del compleanno di Madiba, nel giorno in cui compirà 95 anni. Anche il nipote afferma, uscendo dall’ospedale, che manca ormai poco al suo compleanno e che è il momento di festeggiare la sua vita.

La vita straordinaria di un leader, passata in carcere per gran parte degli anni dell’attivismo antisegregazionista per i diritti umani, fino all’abolizione dell’apartheid all’inizio degli anni Novanta e alle prime elezioni multirazziali nel 1994, che lo proclamarono primo presidente nero del Sudafrica. Un lungo cammino verso la libertà: “Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero. | Ho coltivato l’ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità. | Questo è un ideale per il quale spera di vivere… , e per questo ideale ha realmente vissuto” (1).

Noi dedichiamo ciò che resta delle nostre vite per usare l’esperienza unica e dolorosa del nostro paese come prova che la normale condizione per un uomo è la democrazia, la giustizia, la pace, l’assenza di razzismo, l’assenza di sessismo, la prosperità per tutti, un ambiente salutare e l’uguaglianza e la solidarietà tra le persone“: così Mandela ha sintetizzato il proprio pensiero nel discorso del 1993 per il conferimento del Nobel per la Pace (2).

Barack Obama, che da studente partecipò attivamente a campagne contro l’apartheid, premio Nobel per la pace come Mandela e come lui primo presidente nero nel proprio Paese, nel suo recente viaggio in Sudafrica ha espresso profonda gratitudine per la sua leadership in tutti questi anni e ammirazione per il coraggio morale di Mandela, per non aver mai perso la speranza in 27 anni di reclusione nella prigione di Robben Island e per essere diventato fonte di ispirazione per il mondo. In molte regioni si assiste ancora a conflitti, a dispute di carattere settario, guerre religiose o etniche e vedere quanto accaduto in Sudafrica, il potere del principio della democrazia e della lotta per i diritti, è davvero un faro che illumina tutto il mondo.

Mandela è il cognome assunto dal nonno. Il nome “Rolihlahla”, che gli fu attribuito alla nascita, letteralmente significa ‘colui che provoca guai’: un buon auspicio per chi era destinato a diventare un eroe per il mondo, aiutandolo a voltare le spalle al pesante insulto alla dignità umana che dà a qualcuno il ruolo di padrone e ad altri di servo.

 

Rita Bramante

 

(1) N. MANDELA, Lungo cammino verso la libertà. Autobiografia, Feltrinelli, 1998

 



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