3 luglio 2013

INTER MILAN BUIO A SAN SIRO


Tra gli asset che la città di Milano può vantare, di altissimo valore turistico, ci sono ben due squadroni di calcio che partecipano alla Serie A italiana e di sovente alla Champions League. Per il calcio si tratta di un patrimonio simbolico collettivo “duale” (1): è notoria la dicotomia tra rossoneri e nerazzurri in città. Ma non è questa la sede per dilungarci in infinite discussioni di successi, stile, colori, forma, proprietà e rosa dei giocatori. Il calcio è uno dei motori dell’economia turistica cittadina.

Per gli ottavi di finale di Champions League Milan Barcellona del 20/02/2013 gli spettatori paganti son stati ben 75.932, per un incasso di 4.659.762 euro. Gli spettatori del Barcellona presenti allo stadio e quindi in città 5.000. È evidente che questa è una eccezione, però, se si considera che giocando in Champions e superando i turni si giocano tre partite in casa nella fase a gironi e tre nella fase a eliminazione diretta per un totale di sei partite, allora l’incasso per la società ma anche e soprattutto per la città si fa significativo. Aerei, treni, taxi, metropolitane, parcheggi, hotels, ristoranti beneficiano di questa quantità di turisti aggiuntivi che arrivano a Milano.

Analogo discorso si può fare ovviamente per il campionato, dove quasi tutte le domeniche lo stadio Meazza di San Siro è aperto. L’Internazionale FC nell’anno 2012-2013 ha giocato 29 partite ufficiali in casa (su di un totale di 56) tra campionato, coppa Italia ed Europa League. Analogo discorso vale all’incirca per il Milan, per cui considerando che si gioca di mercoledì e di domenica, tendenzialmente, il sito “turistico” di San Siro con tutti i suoi annessi e connessi lavora per 58 volte in un anno su 52 settimane.

A tal punto , fatti quattro conti, ci si comincia a strofinare le mani. Purtroppo tuttavia non è così. Se andiamo a guardare il comunicato della Deloitte Annual Review of Football Finance 2013 vediamo che : la Serie A italiana con il suo +1% dei ricavi rispetto alla stagione 2010/11, segna la crescita più bassa delle Top 5 d’Europa. Il fatturato giunge a 1,57 miliardi di euro, confermandosi la quarta lega europea.; alla Serie A il (triste) primato del più alto rapporto costo dei tesserati/ricavi (75%); i ricavi della Serie A sono ancora molto sbilanciati sul broadcasting (59%) mentre le entrate dal matchday raggiungono solo il 12%.

In Italia permane la forte concentrazione dei ricavi derivanti dalla cessione dei diritti ai Media, quasi il 60% del totale ricavi. Se i nostri club vogliono migliorare la loro posizione, insieme al controllo dei costi e degli ingaggi ai tesserati, devono investire maggiormente in strategie idonee a incrementare anche i ricavi derivanti da fonti alternative ai diritti Media prendendo spunto dalle best practice degli altri Paesiha affermato Riccardo Raffo, partner Deloitte. La Serie A subisce la più alta caduta con un -7% di presenze medie allo stadio.

In specifico i campioni cittadini nel 2011-2012, non se la passano molto bene andando ad esplorare le macro voci del conto economico: ricavi da botteghino, ricavi dai diritti televisivi, introiti commerciali pur avendo il Milan un fatturato complessivo non banale vede le suddette voci in calo o in crescita in funzione solo del maggior numero di partite giocate (stagionalità). L’internazionale FC nel 2011 -2012 presenta tulle le voci in negativo (2). Il Milan ha fatturato 257 mio euro nel 2012, l’Internazionale FC 186 mio euro e il Bayern Monaco 368 mio euro. Milan e Inter presentano i peggiori bilanci netti della stagione 2011-2012 della serie A con rispettivamente Milan -67,3 e Inter – 89,8. Titola la Gazzetta dello Sport: “Il calcio dei poveri. Imperi travolti dalla crisi. Così è finito il mecenatismo all’italiana …. “.

C’è una postilla che non manca mai nelle relazioni dei revisori dei conti di Inter e Milan: «Il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro la società e su tale presupposto è stato redatto il bilancio nella prospettiva della continuità aziendale» (6). Insomma parliamo dei giocattoloni di Berlusconi che con il Milan ha vinto tutto e ha condotto la società molto meglio del Paese e di Moratti che si è permesso il triplete con Mourinho. Entrambi hanno profuso a piene mani dai forzieri dei rispettivi gruppi quando le cose andavano bene per poi smontare il giocattolo appena stavano per finire i soldi.

Ai tifosi agli appassionati di calcio ma anche ai cittadini milanesi resta l’amaro in bocca per una mancata programmazione di un business che tanto riempie le domeniche dei cittadini e riempiva le tasche degli operatori turistici. Le squadre non falliranno, non ci saranno altri disoccupati da ricollocare, ma è evidente il gap tra Milano e i suoi team e l’Europa calcistica. Ingaggi spropositati, scarsa programmazione del vivaio, vendita dei pezzi pregiati, incapacità a costruire stadi dedicati (a San Siro c’è un bellissimo museo del calcio). Totale assenza di una politica commerciale che ha toccato il massimo nelle estate 2012 dove il Milan ha venduto i gioielli dopo aver fatto sottoscrivere gli abbonamenti.

Siamo insomma nel pieno dell’8 Settembre del calcio. Avanti in ordine sparso, tanto poi arriveranno i politici di turno a sistemare il dio pallone, magari qualche consulente americano sistemerà il tutto sul modello del baseball e comunque il gap con le squadre europee si allunga. Vedi la sfida Juve – Bayern di Champions di quest’anno e le parole del post partita di Conte allenatore dell’odiatissima Giuventus. È ovvio che vorremmo vedere tutti una finale di Champions Milan – Inter.

 

Riccardo Lo Schiavo

 

 

 

1. Come dice Stefano Rolando nella sua ultima intervista su ArcipelagoMilano il Brand Milano rappresenta il patrimonio simbolico collettivo, ho una buona immagine di quella città, ci vado e quindi influenzo il turismo e conseguentemente l’economia. Milano è Glocal perchè sta nei punti alti dei sistemi a rete mondiali che non dipendono più dalla mediazione degli stati. Il Brand Milano è proprietà del popolo.

 

2. http://www.sponsornet.it/focus/tutti-i-focus/rapporto-deloitte-i-bilanci-dei-primi-20-club-di-calcio-d-europa.html




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