3 luglio 2013

musica


COSTRUIRE CON I SUONI

Tre mesi fa, ospite di questa rubrica, Andrea Silipo ha riferito della presentazione di un libro che era appena uscito per i tipi di Postmedia books, quel “Note d’autore – a tu per tu con i compositori d’oggi” contenente una trentina di interviste che Ricciarda Belgiojoso ha fatto ad altrettanti autori, italiani e stranieri, di musica “colta contemporanea”, quella musica di cui più volte abbiamo detto che bisognerebbe smettere di proporre insieme alla musica cosiddetta “classica” per farci credere che l’una sia la naturale evoluzione dell’altra.

Torniamo sull’argomento perché – intrigati da quella lettura – abbiamo recuperato il primo libro dato alle stampe dalla Belgiojoso, “Costruire con i suoni” uscito presso Franco Angeli nel 2009, che ci era colpevolmente sfuggito e che ora, tardivamente, raccomandiamo a chiunque voglia approfondire il significato dell’ascoltare musica (a prescindere dai propri gusti e dalle proprie preferenze); mentre la lettura di “Note d’autore” introduce, come sottolinea Silipo, al “senso della ricerca dei suoni che gli autori contemporanei portano avanti, per la maggior parte indifferenti all’incomprensione del pubblico e ai loro insuccessi“, “Costruire con i suoni” è una ricerca sul senso del suono in sé, sul rapporto fra suono e rumore o meglio fra suoni, rumori e musica.

La lettura di questi due libri è sorprendente e prende molto, sia pure in modo diverso: mentre le interviste – ovviamente con non poche eccezioni – lasciano dolorosi dubbi sulla consapevolezza, la serietà, l’impegno etico ed estetico dei musicisti contemporanei, la ricerca sul significato dei suoni apre la mente a una forma di ascolto diversa da quella cui siamo tradizionalmente abituati e ci induce ad ascoltare i rumori come fossero suoni e questi – anche se disordinati o non organizzati – come se fossero comunque musica.

Alcuni capitoli e paragrafi del libro come Suoni della città messi in musica … Un camion che passa è musica?… Concerti di campane … Sinfonie portuali … Convertire in musica il rumore del traffico … Suoni urbani, note di vita … e così via, spiegano le osservazioni inusuali sulla realtà sonora che spesso ci affligge, talvolta ci incanta, comunque sempre – e sempre più rumorosamente – ci circonda. L’Autrice cita Murray Schafer che nel 1985 scriveva “Il
paesaggio sonoro del mondo sta cambiando, l’universo acustico in cui vive l’uomo moderno è radicalmente diverso da ogni altro tipo che l’ha preceduto … Suoni e rumori nuovi, di qualità e intensità diversa dai suoni e dai rumori del passato … L’inquinamento acustico rappresenta oggi un problema mondiale e il paesaggio sonoro sembra avere ormai raggiunto il massimo della volgarità … Il punto di arrivo sarà una sordità universale …” e più avanti Bruce Odland e Sam Auinger che pochi anni dopo avvertivano “Siamo nell’Era del Rumore, immersi in un’orchestra sempre crescente di dispositivi a energia fossile, brusii e ronzii elettrici, allarmi elettronici. L’identità della nostra cultura è molto rumorosa e casuale. È ora di accogliere questo caos, generato da una cultura basata su elementi visivi, in modo che il sofisticato sistema uditivo dell’uomo non debba diventare sordo se vuole sopravvivere“.

Il libro analizza il tema del rapporto fra lo spazio sonoro e lo spazio fisico in quanto partecipe della produzione di suoni; e riflette non solo sulla differenza abissale, dal punto di vista dei rumori, fra spazio urbano e spazio rurale, ma anche ai diversi spazi sonori che avvolgevano la vita di Bach rispetto a quelli in cui viviamo oggi. Non solo gli spazi esterni (la piazza, il vicolo, il grande viale alberato) ma anche quelli interni, gli spazi della casa, del luogo di lavoro, dunque gli spazi dell’architettura. Spazi che i suoni li accolgono, li riverberano, li trasformano e ce li restituiscono diventando essi stessi, in certo qual modo, strumenti musicali.

Ricciarda Belgiojoso può permettersi una analisi così ampia perché non è solo una musicista, diplomata in Pianoforte e in Tecnologie del Suono al Conservatorio milanese, che dal 2005 ogni settimana cura per Radio Classica la rubrica “Note d’autore”, ma è anche un Architetto (una tradizione familiare), è dottore di ricerca in “Storia dell’Arte” e in “Luoghi e Tempi della Città e del Territorio”, e insegna al Politecnico “Arte negli Spazi Pubblici”: una macchina da guerra che combatte su due fronti, musica e architettura, dedicando le sue energie a tenerle insieme. E ce le racconta senza usare i linguaggi esoterici tipici degli architetti (il ben noto “architettese”) e dei critici musicali (leggete mai Isotta?) ma con grande semplicità e leggerezza, ripercorrendo il lavoro svolto nella seconda metà del secolo scorso da John Cage in poi, addentrandosi nei concetti di unità sonora, musica concreta, oggetto musicale, paesaggio sonoro, ma anche nella definizione del silenzio e nella classificazione dei rumori.

Una piacevolissima lettura, preziosa – come dicevamo – per tutti coloro che vogliono approfondire gli aspetti concreti e fisiologici dell’ascolto, dare un senso organico e logico al processo di organizzazione dei suoni, capire meglio che cosa vuol dire “ascoltare musica”.

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



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