26 giugno 2013

la posta dei lettori_26.06.2013


Scrive Paolo Tagliacarne a Elena Grandi – Ottima proposta, ma cominciamo dall’applicare le vecchie regole: la sosta delle auto sotto le piante, vietata quando ero alla scuola elementare per la buona salute delle piante, é oggi (chi scrive ha 58 anni) tollerata per la mancanza di spazi-parcheggi, o meglio sarebbe dire per l’eccesso di auto ferme ovunque. Ben venga ogni miglioramento, ma in attesa del meglio, intanto tuteliamo il bene con quel che abbiamo. Un esempio sotto gli occhi di tutti può essere Corso Sempione. E’ sicuramente più semplice e rapido applicare regole già esistenti, che non scriverne e deliberarne di nuove. Recuperiamo prima tutto il recuperabile che si può. Poi vediamo.

Scrive Tiziana Gatti a Massimo Cingolani – Condivido quanto scrive e, in particolare, quando sostiene che anche se le istituzioni della democrazia rimangono in vigore, ormai il vero potere decisionale è in mano di èlite che spesso si mascherano di contenuti sociali. Mi è piaciuto il riferimento a banche (MPS?), assicurazioni (Unipol?) e grande distribuzione (Ipercoop). Veniamo alla parte su Renzi, che, aperta parentesi, ho cercato di votare alle ultime primarie ma non ho potuto per una rigidità nell’applicare il regolamento, chiusa parentesi; mi sembra di notare che anche lui non sia lontano da gruppi di potere e lobby, basti pensare infatti al ruolo dei boy scout e della McKinsey nella formazione dei suoi dirigenti. Mi chiedo allora esisterà mai una sinistra in grado di rappresentare la gente normale e soprattutto di dare una speranza?

Replica Massimo Cingolani – Il rapporto con gruppi di potere e lobby, se trasparente e non subalterno, non è necessariamente un male. Senza poteri forti non si fanno neanche le rivoluzioni; senza contare sugli aiuti di Luigi XVI, poi finito sulla ghigliottina ,non ci sarebbe stata la rivoluzione americana e Lenin senza i soldi del Kaiser sarebbe sepolto nel cimitero di Zurigo. Rispetto a Renzi è importate quello che lui dice, i segnali di rottura che manda, ad esempio nella campagna per le primarie ha attaccato la “burocrazia romana” e affermato “O noi siamo in grado di semplificare, di liberare dal potere dei capi di gabinetto,oppure non andiamo da nessuna parte”, parole che in questo paese appaiono rivoluzionarie. Certo, se poi nel nuovo PD avranno spazio solo quelli che potranno vantare un’esperienza nei boyscout e alla McKinsey, avremo perso anche l’ultima speranza

Scrive Cesare Serratto a Giuseppe Vasta – Ho letto ora il pezzo di Giuseppe Vasta sui diritti edificatori, e ancora non capisco come questo meccanismo, dei diritti, possa alla fine funzionare. Sembra fatto ad hoc per gli interessi di pochi proprietari di “pacchetti immobiliari” che possono trasferire volumetrie da una zona all’altra. E i piccoli proprietari? Quelli che hanno un’area, un fabbricato, magari dismesso, quelli che chi sono visti ridurre a un terzo la possibilità di edificare, e quindi il valore dell’area, che fanno? Vanno a caccia di diritti (dove, da chi?) o li vendono (dove, a chi?)? C’è qualcosa di irreale in questo meccanismo, e mi pare che, a parte i progetti pre PGT in corso di realizzazione, sia tutto fermo. Sarei grato a chi, più informato, volesse darmi un chiarimento.

Replica Giuseppe Vasta I limiti di intervento dei piccoli proprietari sono come sempre legati alle loro eventuali difficoltà intrinseche: scarsezza di conoscenze ecc. Si era parlato di costituire una “borsa dei diritti edificatori” che però avrebbe aggravato le difficoltà rendendo ancora più confuso la connessione fra zone di origine e destinazione. Nella delibera di Consiglio Comunale si diceva anche che il Comune si sarebbe fatto tramite e facilitatore degli scambi, ma nella delibera di Giunta per ora questo non c’è. Ma mi tolga una curiosità: in che modo i diritti edificatori della sua area si sarebbero ridotti a un terzo? Questo dovrebbe essere avvenuto solo per le aree già edificabili non costruite in zona consolidata, vale a dire delle vere e proprie mosche bianche. Come mai non ha costruito prima? O sta invece parlando di un’area precedentemente inedificabile su cui ora c’è un indice 0,35 mq/mq + incentivi vari… suvvia, in questo caso parlerei di incremento di edificabilità e non di riduzione.

 



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