19 maggio 2009

IL “TUNNEL” DI MILANO E LA MOBILITÀ PER L’EXPO


L’aggiornamento dei costi e delle opere per la mobilità, articolate per voci definite “essenziali”, “connesse”, “necessarie” (anche se non incluse nel dossier di candidatura per l’Expò 2015), è stato fatto al Tavolo regionale del 23 febbraio scorso. Il totale è di 25 miliardi di € di cui 12.066 milioni finanziati (ma di questi finanziamenti ben 7.277 milioni riguardano le tre strade “storiche” finalmente al decollo: BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale Est Milano: utilissime ma scarsamente connesse al sito dell’Expò). Le opere stradali, tolte le tre opere citate, hanno un costo previsto di 4.675 milioni e all’interno di questa cifra troviamo il “tunnel” di Milano per 1.493 milioni che incide per il 32%.

E’ ben vero che la tabella reca un’annotazione illuminante “opera, non in ordine di priorità, con studi di fattibilità in corso per i quali si stanno verificando alternative di tracciato”. Tuttavia l’opera è indicata nella tabella di quelle definite necessarie, anche se non incluse nel dossier di candidatura per l’Expò. Nella tabella si precisa altresì che i privati (vale a dire i proponenti) si assumerebbero l’onere di 693 milioni mentre i restanti 800 milioni dovrebbero essere reperiti da parte del Comune di Milano. E’ bene ricordare che quest’opera “si aggira ” da tempo nelle stanze del Comune e che a suo tempo l’allora Sindaco Albertini ebbe a scrivere su documenti istruttori che si poteva prendere in considerazione a patto che non ci fossero oneri per il Comune. Tuttavia oggi, sia pure con cautela, l’opera compare nella tabella e compare pure la necessità di 800 milioni che il Comune dovrebbe procurare.

Questi sono i fatti.

Ma è proprio utile, necessario, opportuno fare questo “Tunnel”?

Circa l’utilità, la risposta può essere netta. No. Un tunnel, a differenza di una metropolitana, abbisogna per le uscite di grandi spazi richiesti per le rampe d’ingresso e di uscita con pendenze non superiori al 10%. Spazi che nella città costruita di fatto non esistono se si escludono i giardini pubblici di Porta Venezia.

La necessità? Neppure. Non risolverebbe alcun serio problema se non quello cervellotico di andare dallo svincolo di Fiorenza a Linate in un unico tunnel, e quindi per un’utenza estremamente limitata. Quanto all’opportunità di fare un’opera simile è difficile trovare un argomento a favore, mentre tra quelli sfavorevoli c’è solo l’imbarazzo della scelta.

L’argomento a favore, indicato dal prof. Ponti nel primo numero di “Arcipelago”, che un’opera stradale sotterranea costa poco rispetto a una metropolitana anche come esercizio, non tiene conto dei costi fissi e d’esercizio degli automezzi privati che la percorrono, dell’inopportunità di favorire ulteriormente l’uso del mezzo privato in un contesto già congestionatissimo, e infine dell’inquinamento indotto. Insomma l’opera non è opportuna, non è utile e non è necessaria.

Quei 693 milioni che i privati vorrebbero investire (per recuperarli con pedaggi) è bene che vengano dirottati altrove, magari in imprese innovative. E quanto agli 800 milioni che si chiederebbero al Comune, questi farebbe bene a trovarli ma per investirli in opere del trasporto su ferro, fossero anche solo metrotranvie, certamente più utili, più necessarie e più opportune.



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