22 maggio 2013

STIPENDI DEI CONSIGLIERI: TU QUOQUE PD?


In Regione Lombardia stanno preparando una nuova “legge” con cui i consiglieri si stabiliranno le loro remunerazioni. Sembra che la proposta “bipartisan” sia di ridurre l’indennità di carica da 8.500 a 6.500 (lordi) al mese, ma aumentando il rimborso spese forfettario (netto) da 2.770 a 4.500 al mese: in sostanza, al netto delle imposte vi sarebbe persino un lieve incremento. La manovra, formale riduzione di stipendio compensata con aumenti di indennità, appare ancora un’ennesima “furbata” con la quale parlamentari e consiglieri regionali da sempre cercano di mascherare i loro veri redditi, integrandoli anche con i rimborsi spese viaggio, l’indennità di fine mandato, l’indennità per rinuncia all’auto di servizio, i contributi per i gruppi consiliari etc.

Stupisce il divario tra un consiglio che dovrebbe essere espressione della volontà popolare e la volontà popolare espressa dalle urne alle ultime elezioni. È possibile che non abbiano capito proprio nulla della rivolta dei cittadini che ha portato anche al trionfo del Movimento 5 stelle? In un paese in crisi, che ha subito pesanti aumenti di imposte e tagli di reddito sino persino alla sospensione dell’indicizzazione delle pensioni, la gente è indignata per i costi della politica e chiede, pretende, sostanziali riduzioni agli stipendi dei politici.

Il PD è il partito che ha perso più voti a favore del Movimento 5 stelle proprio perché non è riuscito a farsi interprete di questa indignazione. Ha pesato anche la storia che in passato ha visto il PD sempre in prima linea nell’approvare benefici per partiti e politici. Nelle ultime elezioni hanno cercato di accattivare questo elettorato incavolato parlando della necessità di introdurre maggior “moralità” nella politica e di ridurne i costi: indicazioni assai generiche che hanno avuto scarsa presa. Ora il PD avrebbe, in Regione, un’occasione unica per rifarsi una verginità e riprendersi parte dell’elettorato che ha votato 5 stelle: basterebbe differenziarsi dalla maggioranza, rinunciare a posizioni “bipartisan” e affermare con risolutezza la necessità di tagliare davvero e senza escamotage la paga dei consiglieri. È mai possibile che per qualche migliaia di euro al mese incassate da una trentina di consiglieri il PD si bruci questa occasione straordinaria?

Non è poi proprio accettabile che ci vengano a dire che, loro, parte dello stipendio lo danno in beneficenza o lo girano al partito. Alla gente non interessa nulla di quello che fanno con i loro soldi. I partiti sono già ampiamente remunerati e non dovrebbero ricorre al sotterfugio di pretendere soldi dagli eletti, né si può pretendere di essere pagati in più per fare beneficienza.

Sembra che il Movimento 5 stelle proponga in Regione di contenere lo stipendio a 5.000 euro (lordi) al mese, più rimborsi spese documentati. Mi pare una proposta ragionevole, che lascia ai consiglieri uno stipendio “dignitoso”, come può esserlo quello di un professore universitario (ordinario) o di un primario ospedaliero. In tempi come questi l’esempio di sacrifici da parte della classe dirigente è essenziale non tanto per il risparmio di spesa quanto soprattutto per la coesione sociale, per evitare che indignazione e tensioni sfocino in comportamenti pericolosi per la società. Spero davvero che il PD rinsavisca e non deluda nuovamente il suo elettorato potenziale per poche migliaia di euro.

 

Giorgio Ragazzi



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