22 maggio 2013

libri – UNA DIVERSA FOLLIA


KARLA DOUGHERTY

UNA DIVERSA FOLLIA.

Riuscire a vivere (e bene) con il Disturbo Bipolare II

Sperling & Kupfer 2011, pp.242, euro 18

Mercoledì 22 maggio, ore 18, il saggio verrà presentato a Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano, relatori il professor Carlo Altamura e Iliana Albert, vicepresidente di Progetto Itaca

libri_19Nove milioni di americani soffrivano nel 2003 di una “diversa follia”, il Disturbo Bipolare II, pari al 4% della popolazione USA, secondo un sondaggio della facoltà di medicina dell’Università di Galveston in Texas, e dei 3 milioni e 400 mila adolescenti a cui è stata diagnosticata recentemente la depressione, almeno un terzo è affetto da questo disturbo, che solo da 12 anni è stato riconosciuto come tale in Europa. Esso è la VI causa di invalidità nel mondo e si è perciò guadagnato la copertina del Time. Data la reale portata del fenomeno è necessario parlarne per fare conoscere al maggior numero di persone possibile questo disagio mentale, una condizione di vita che ne mina la qualità, al fine di aiutare a riconoscere per tempo i sintomi e a individuare il trattamento più idoneo.

Questo lo scopo del libro secondo l’Autrice americana del New Jersey, che pure dichiara di soffrire del DB II. Questo anche lo scopo del Progetto Itaca, che da anni lavora per il successo dell’impresa nel campo dei giovani, per sdoganare questa subdola forma di follia dall’ukase della società, come un tempo avveniva per il cancro, che solo grazie a Veronesi è stato liberato dai tabù collettivi.

Scopriremo leggendo cos’è, perché colpisce, e come curare questo sintomo sottile del DB II, che si manifesta come disturbo dell’umore, una psicosi maniaco – depressiva come il DB I, ma in forma meno grave, più indecifrabile e perciò più difficile da diagnosticare, caratterizzata da stati di ansia, di panico, di irascibilità, da sensi di colpa che possono portare all’uso di droghe o al suicidio.

Il 25% di coloro che ne sono affetti non cercano aiuto, secondo la ricerca olandese Nemesis. Si tratta di una malattia biologica reale, con una sua chimica cerebrale e uno specifico aspetto cromosomico (il 18 Q), che incide sui neurotrasmettitori. Tant’è che alcune Assicurazioni in USA la trattano come una malattia organica. Il Disturbo bipolare II è stato riconosciuto di recente anche nel DSM -IV-TR, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

Il DB II in particolare alterna, in forma bipolare, uno stato ipomaniacale in fase alta, caratterizzato da euforia, ansia, energia, creatività, a uno stato depressivo in fase bassa, che evidenzia spossatezza, disistima, voglia di isolamento. Fondamentale è una corretta e tempestiva diagnosi, che a volte invece arriva solo dopo molti anni di osservazione. L’Autrice spiega quali possono essere le cure migliori, secondo le moderne terapie, citando anche il professor Carlo Altamura, direttore del Centro trattamento disturbi depressivi del Policlinico di Milano, pioniere nello studio della tossicodipendenza e dei farmaci antipsicotici atipici, come la quetiapina.

La difficoltà, sottolinea il testo, sta nel sapere alternare sapientemente anti depressivi come il litio, anti convulsivanti per stabilizzare l’umore, anti psicotici come il valium, al fine di ricreare un equilibrio chimico nel cervello, come quando si controlla il livello cloro – acqua in una piscina. Consci anche degli effetti collaterali, quali obesità, diabete, malattie cutanee.

Alla terapia farmacologica è utile e necessario aggiungere la psicoterapia cognitiva comportamentale e la psico educazione, grazie al supporto di uno psicologo, psicoterapeuta, o psichiatra, che aiuti il paziente ad affrontare le vicissitudini della vita con maggiore consapevolezza, per non cadere nell’autocura dell’alcol o della droga. Fondamentale infine è la Terapia famigliare (TF) al fine di ristabilire una armonia famigliare compromessa.

Il merito del saggio è l’invito, sulla base dell’esperienza personale dell’Autrice, a cambiare stile di vita per quanti ritengano di essere affetti da DB II, e il richiamare l’attenzione su questa malattia ancora poco riconosciuta e ingiustamente nascosta per vergogna e paura del giudizio della società.

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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