1 maggio 2013

CRISI DEL PD: UNA RISPOSTA A BARCA


Fabrizio Barca si è trovato e si trova a svolgere nella situazione da tsunami politico della sinistra italiana, un ruolo peculiare. Per biografia familiare, studi, esperienze di lavoro in UE e non ultimo la carica di ministro per la Coesione sociale e sviluppo territoriale nel governo Monti, ha avuto la possibilità di traghettare nel nostro paese un approccio e linguaggio tipici di “un altro mondo”. Frasi come “È necessario che l’azione pubblica istituisca un processo attraverso il quale le conoscenze e le preferenze di tutti coloro che risiedono nei luoghi coinvolti vengano fatte emergere e vengano aggregate, che su queste basi vengano assunte le decisioni e che i loro effetti vengano sottoposti all’esame e al dibattito pubblico”, sono un altro linguaggio, un altro modo di concepire l’azione pubblica rispetto a quello dominante in Italia sia a destra che a sinistra.

Nel documento “Un Partito Nuovo per un Buon Governo” (aprile 2013), Barca mette la sinistra di fronte a uno scenario ribaltato. Si parta dal punto di arrivo, cioè dalla assoluta necessità per un buon governo di forme di democrazia deliberativa. Domanda: come deve cambiare la sinistra e in particolare il Pd per contribuire a questo esito?

Buona domanda, davvero. All’idea di un partito cinghia di trasmissione dei voleri dei cittadini verso le sedi della decisione governativa viene sostituita quella di un partito che opera in modo che siano i cittadini stessi a far sentire direttamente la loro voce nelle decisioni del governo e nell’operato della Pubblica Amministrazione. Prendere sul serio la democrazia deliberativa, spiega Barca, implica riflettere su e praticare lo “sperimentalismo democratico”, un approccio per molti versi opposto a quello della “alternativa democratica”, evocato dalla sinistra quando si sente in forma.

Nello “sperimentalismo democratico” è la capacità di trasformare la diversità in risorsa che garantisce la tenuta democratica e l’efficacia di una azione pubblica. E quindi si tratta di creare contesti in cui tutti i punti di vista diversi e divergenti siano presenti e disponibili a quella che Barca chiama “mobilitazione cognitiva” ed io ho deciso con Larry Susskind di denominare “confronto creativo”. Nella “alternativa democratica”, il procedimento è inverso: è dalla discussione fra chi condivide analoghi interessi e punti di vista che nascono le proposte le quali poi si scontreranno nell’arena pubblica con quelle dei portatori di interessi divergenti.

In entrambi i casi i rapporti di forza giocano un ruolo, ma le dinamiche nel primo caso sono tese alla emersione delle posizioni divergenti (evitando che qualcuno chiuda loro la bocca), alla indagine congiunta e alla invenzione di soluzioni inedite e di mutuo gradimento, nel secondo caso il dibattito è imperniato sulla argomentazione delle posizioni vincenti in ogni raggruppamento e su compromessi più o meno frustranti. È il salto dalla democrazia dei simili, parentale e sostanzialmente patriarcale del secolo scorso, alla democrazia dei diversi e degli alter/nativi, e ai dialoghi fra pari, dell’era di Internet.

In tutta questa impostazione che mi vede in assoluto accordo, trovo però un buco, un importante anello mancante, che mi limito qui a segnalare: riguarda chi può svolgere il ruolo di parte terza, di mediatore e accompagnatore imparziale nella gestione creativa dei contrasti e conflitti. Inspiegabilmente Barca sembra suggerire che sia svolto direttamente dal partito “nuovo”, cosa veramente non credibile. Mentre la risposta è già anch’essa nei processi in atto. Specifiche e appositamente qualificate figure professionali stanno sorgendo e formandosi ovunque, perfino in Italia. Così come la figura del “burocrate” descritta mirabilmente da Max Weber è stata centrale nella formazione dello stato moderno, quella del “Facilitatore/trice di processi partecipativi”, lo sarà nella configurazione dello stato glocale, quello della seconda modernità.

 

Marianella Sclavi*

 

 

*Pioniera di processi partecipativi in Italia e autrice con L. Susskind di Confronto Creativo. Et al edizioni, Milano, 2011



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