24 aprile 2013

NAPOLITANO 2. IL PRIMO PASSO VERSO IL CESARISMO


Sul cesarismo ha scritto pagine pressoché definitive Antonio Gramsci. Quando una società non trova un equilibrio alle sue dinamiche e il conflitto politico mina le sue istituzioni, allora viene il tempo di Cesare. Chi è Cesare? È una forma della politica, prima ancora che una specifica personalità storica. Si manifesta con l’emergere di una soluzione apparentemente distinta, per non dire avversa, diversa, superiore, alle forze in gioco fino a quel momento, ma in realtà, poiché non nasce dalla mente di Minerva, è connessa a esse, ma in forme nuove. Dove la forma, non è superfluo dire, è sostanza.

Sempre Gramsci specifica che Cesare, proprio come mediazione, come frutto e superamento del conflitto irrisolvibile che lo giustifica, appare come arbitro ma in realtà a sua volta gioca, eccome, la sua partita: “Ci può essere un cesarismo progressivo e uno regressivo e il significato esatto di ogni forma di cesarismo, in ultima analisi, può essere ricostruito dalla storia concreta e non da uno schema sociologico”.

Inevitabilmente quindi, pur con tutte le innovazioni, le finzioni e le mediazioni, le mosse di Cesare orientano il gioco, di cui appare arbitro, verso una o l’altra delle fazioni in lotta tra loro. Chi è stato Cesare finora? Certamente Napoleone e Bismarck, ma anche Peron e pure De Gaulle per venire a tempi più vicini. Tutte personalità straripanti, certo, ma tutte emerse e legittimate dalla crisi irrimediabile delle istituzioni del tempo, crisi a sua volta connessa e determinata dall’incapacità delle forze politiche e sociali in campo di affermare autonomamente la propria prevalenza. Di qui, l’empasse, tanto più pericolosa quanto più intrecciata con una gravissima crisi sociale.

Dunque Cesare arriverà in Italia, anzi per certi versi è già arrivato, basta saperlo vedere. Ve ne sono ormai i presupposti: una gravissima crisi sociale, l’indebolimento inarrestabile dei partiti come forma di partecipazione alla cosa pubblica, la caduta verticale di credibilità del Parlamento come luogo centrale della decisione, il prevalere ormai inarrestabile dei particolarismi a tutti i livelli, massime nei partiti, il protagonismo grillino, come sintomo se non come esito.

La dissoluzione dei luoghi e delle forme del Discorso Democratico su base rappresentativa, la liquefazione dei soggetti collettivi, ha da molto tempo aperto la strada a forme di leadership fortemente personalistica: la moltitudine, specie quando diventa folla, ha bisogno di un leader carismatico, non importa che sia Berlusconi o Grillo, o al limite anche Di Pietro, Emiliano o, perchè no, Renzi. Questo può piacere o dispiacere, ma è un fatto.

La crisi del sistema politico partitico italiano, del resto, ha già introdotto nell’ultimo biennio alcune importanti forme di cesarismo, imponendole anche a chi per condivisione e per storia ne sarebbe pur ben lontano. Cos’è stata la figura del Monti “decretomane” se non un’inedita figura di Cesare tecnocratico? E quanto sono state potenti le spinte del sistema se hanno portato perfino un lealissimo servitore della Repubblica parlamentare come Giorgio Napolitano ad assumere via via ruolo, compiti e modalità di esercizio delle sue prerogative istituzionali, sempre più vicine a un profilo di attore più che di garante? (*)

Ma vi è di più, sempre per chi voglia vedere. Mentre a Roma il sistema politico istituzionale è paralizzato da una forma della rappresentanza incapace di dare spazio alla decisione, sul territorio, nei Comuni e nelle Regioni, si è imposto da molti anni un modello istituzionale che assegna alla figura centrale del sistema (il Sindaco e il Presidente della Regione) una sua potente forza, autonoma dalle dinamiche partitiche.

Da dove viene questa forza? Principalmente dal mandato diretto conferito con il voto dai cittadini. Qui si tocca con mano come la forma cesaristica si possa declinare al giorno d’oggi anche con i principi dell’estensione della partecipazione della democrazia, piuttosto che con quelli della compressione dei diritti e dell’agibilità democratica. A noi tocca di scegliere se inquadrare il suo potente dinamismo in un contesto istituzionale che ne fondi democraticamente legittimazione e vincoli, o restare fermi in una ridotta sempre più martoriata, piena zeppa di idealità desiderabili in sé ma sempre meno efficaci nel proteggere effettivamente diritti e persone.

Dunque Cesare è già tra noi. Il problema vero che abbiamo di fronte non è decidere se accoglierlo o meno, ma dove e come orientare il suo profilo istituzionale e quindi il suo profondo segno politico, se, a dirla con Gramsci, con il segno progressivo o regressivo.

Di fronte alla crisi irrimediabile della Seconda Repubblica, in un quadro che vede la delegittimazione della forma partito giungere ai livelli del parossismo a cui purtroppo ci ha consegnato il tragico epilogo del Partito Democratico, la questione è sul tavolo e chiede decisioni ora. In Italia, il presidenzialismo è sempre stato bandiera della destra e del resto in un Paese uscito dalla catastrofe fascista il solo accennare a modifiche del dettato costituzionale faceva rizzare, e giustamente, il pelo all’opinione democratica.

Oggi, la questione va seriamente riconsiderata, e la figura di un Presidente della Repubblica direttamente scelto dai cittadini appare la chiave di volta su cui rifondare, in un nuovo quadro di pesi e contrappesi, l’architettura istituzionale della società italiana. Lo spettro di Berlusconi al Quirinale non deve fare velo: per quanto sia ancora potente rappresenta il passato e del resto, come già avvenne per la DC, non vorremmo passare i prossimi decenni a rimpiangerlo. Cesare verrà indipendentemente da noi, quale Cesare dipende anche da noi.

 

Giuseppe Ucciero

 

 

(*) La sua rielezione comprova e certifica l’evoluzione cesaristica del ruolo del Presidente della Repubblica.

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti