17 aprile 2013

Scrivono vari_17.04.2013


Scrive Luigi Caroli ad ArcipelagoMilano – Una persona può essere eccellente e tale credo sia Piervito Antoniazzi. Non è sicuramente di sinistra e neanche di centrosinistra. È di centro. Non è reato. In democrazia si può vincere (o perdere) per un solo voto e perdere non sonoramente non significa vincere. Se a vincere di un soffio fosse stato Berlusconi crede Antoniazzi che avrebbe pensato alle larghe intese e non si sarebbe affrettato a mettere (o a lasciare) un “suo” uomo alla Presidenza della Repubblica? Risparmi i consigli a un partito cui appartiene – è in numerosa compagnia – solo per convenienza. Io non sono del PD e sono stato spesso critico con Bersani specie quando, malconsigliato da soloni peggiori di Antoniazzi, inseguiva Monti. Dopo le elezioni – almeno finora – non ha sbagliato. Lo farà se darà ascolto a pessimi consiglieri. Uno sommo in primis. I Renzi, i Franceschini, i Letta sono traditori, non saggi.

 

Scrive Manuela Bianchi ad Antonella Nappi – Ho letto l’articolo di Antonella Nappi sulla Domenicaspasso, e pur rispettando il pensiero dell’autrice e comprendendone i fini idealistici, desidero spendere una parola in difesa dell'”uscita”, per taluni infelice, di Fabio Fazio. Premetto che non sono un’esperta d’inquinamento atmosferico e non conosco i dati relativi al miglioramento dell’aria milanese nel corso delle “domeniche a spasso” – che credo però pressoché irrisori – ma vorrei fare osservare che, come sempre, la nostra classe politica si ritrova a mettere la toppina sul jeans completamente liso e sdrucito. In realtà per cercare di giustificarsi, per poter dire “però si è fatto qualcosa”, per auto-assolversi. Non è questo quello di cui abbiamo bisogno: dobbiamo imparare a smettere di assolvere e di accontentarci, e pretendere di più.

Probabilmente non sono neanche le auto la maggiore fonte di inquinamento dell’area milanese. Il problema del PM10, infatti, si ridimensiona ogni anno allo spegnimento delle caldaie per il riscaldamento, nonostante il tempo migliori e piova molto meno. Certo le auto faranno la loro parte, ma non dimentichiamo tutto il rilevante resto.

Già un paio di anni fa scrissi a questa rivista un commento in merito allo scempio provocato dai più recenti progetti urbanistici: migliaia di nuovi uffici e residenze da crearsi nell’area centrale di Milano. Edificabilità concessa pur nella consapevolezza dell’esistenza di un’offerta assai maggiore della domanda. A intere aree e palazzoni, che spesso sono rimasti semi-vuoti (zona certosa), abbandonati (zona Lorenteggio) o non ultimati (Santa Giulia), si aggiungeranno ora i terrificanti edifici dell’Isola-Garibaldi, di City-life, di Parco Vittoria, etc.. Il risultato di una politica scellerata, volta solo a favorire i grandi gruppi immobiliari, e nascosta dietro il falso e demenziale obiettivo di far diventare Milano una città da due milioni di persone, come dichiarò l’allora assessore all’urbanistica Masseroli.

 Bene, pensiamo forse che tutti questi nuovi edifici, pur essendo meno inquinanti delle vecchie costruzioni, siano a impatto 0? Non stanno forse già inquinando tantissimo adesso, in fase di realizzazione? Cosa sarà dell’aria di Milano quando tutti questi “mostri” prenderanno il via coi loro riscaldamenti? C’è forse da sperare che rimangano vuoti e abbandonati, come le torri di Ligresti, per evitare che all’inquinamento di questi si aggiunga anche quello di altre centinaia di auto? E dunque, sarà forse il fermo una volta al mese delle poche automobili in circolo la domenica a cambiare la situazione? Direi proprio di no!

So bene che le responsabilità della politica urbanistica dell’ultimo decennio non sono dell’attuale amministrazione e, forse, sotto questo aspetto ormai c’è poco da fare.  Ma è pur vero che se si vuole intraprendere una strada che porti almeno al contenimento dell’inquinamento, qualcuno dovrà ben iniziare a mettere in piedi dei progetti concreti, delle iniziative serie un po’ più efficaci delle domeniche a spasso. Siccome solitamente di tratta di pianificazioni di lungo periodo, se mai si inizia, mai si realizzeranno.

Non ho le competenze per suggerire il da farsi, ma forse basterebbe scopiazzare quello che da anni fanno altrove. Mi viene da pensare, per esempio, ad autobus elettrici che vidi a Ferrara più di 10 anni fa. A convogli di metropolitana, veloci e frequentissimi, senza conducenti, di cui mi meravigliai nel 1996 a Lione. Mi dicono che adesso la linea lilla sarà così… bene, anche se siamo in ritardo di 17 anni! Forse sarebbe possibile, in certe aree, organizzare degli scuola bus che portino i bimbi a scuola con un unico mezzo, anziché far metter in moto le auto di ogni genitore. In primavera si potrebbero organizzare, come nelle zone prealpine, i piedibus per portarli a scuola a piedi. Sarebbe forse una buona idea proporre ai ragazzi del Politecnico un concorso per la realizzazione di una fantastica pista ciclabile che si distenda davvero in maniera continuativa per tutta la città. Magari si potrebbe pensare a delle ampie attrezzature sportive, non solo nelle periferie dove gli spazi costano meno, ma anche in zone un po’ più centrali, in maniera da evitare ore di spostamenti in macchina per portare i figli a fare qualche attività. Di certo i mezzi pubblici sarebbero più efficienti se si creassero delle corsie preferenziali laddove servono, anche a discapito dei parcheggi, e non solo dove la strada è già larga per cui risultano spesso inutili! Probabilmente si potrebbero realizzare anche delle politiche di seria incentivazione alle energie rinnovabili per interi condomini o per grandi edifici commerciali… Magari c’è già qualcosa in cantiere che io ignoro, e qualche iniziativa può essere più realizzabile di altre, certo le idee potrebbero essere davvero tante.

Per concludere, ci si sente davvero presi in giro quando dicono che l’area C e le domeniche a spasso sono realizzate per il miglioramento dell’aria.  Vogliamo farle per sentirci più coinvolti, per sensibilizzare tutti al problema? E sia. Ma devono essere comprese all’interno di un piano complessivo concreto e realizzabile di politiche anti-inquinamento ben conosciuto dai cittadini. Questo significa: progettualità, investimenti, incentivazioni, comunicazione…. tanto lavoro! Non si può condizionare la vita di tutti per perseguire un obiettivo irrisorio, temporaneo e auto-assolutorio. Non dobbiamo più avvallare questo tipo di cure palliative! Dobbiamo essere disposti a partecipare, ma a pretendere di più: ci meritiamo di più! Per chiudere alla Bersani: se ci accontentiamo sempre delle noccioline, poi non meravigliamoci se ci trattano da scimmie!

 

 



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