9 aprile 2013

DOMENICASPASSO: FABIO FAZIO E I CATTIVI MAESTRI


Massimo Gramellini a Che tempo che fa, la trasmissione di Rai Tre, dà abitualmente sfogo all’indignazione del poco riguardo che si ha per la vita delle persone e le loro necessità. Si rivolge al potere, al governo, alla cultura dominante, a tutti noi? Nell’ultima puntata i tre suicidi avvenuti a Civitanova Marche mostrano l’estremo abbandono in cui si trovano le persone costrette all’indigenza mentre il dibattito politico è inefficiente. Ma ci si può accontentare di indicare che la delega di ogni problema risulta insoddisfatta? Non sarebbe il caso di innescare o indicare la necessità di un riequilibrio tra esperienze e condizioni di vita, tra modi di pensare, a partire da sé, da dove si è; non sarebbe il caso di mettersi in discussione con gli altri per dare il senso di questo interessamento comune? Lo dico perché vedo un collegamento possibile tra gli intenti del giornalista della Stampa e l’argomento delle domeniche a piedi che Fazio ha proposto in apertura con Mercalli e di nuovo con Gramellini.

Nelle rilevazioni dell’inquinamento atmosferico delle domeniche si vede che il blocco del traffico, quando c’è, permette un miglioramento dell’aria in progressione nelle ore del mattino e alfine per più di mezza giornata, la popolazione riceve una vera boccata d’ossigeno. Che cosa c’è di meglio, per chi non si muove mai dalla città perché non ha seconde case, non ha soldi, non ha la macchina, di una bella respirata? Questi sono un terzo della popolazione e a loro si possono aggiungere quelli che di tanto in tanto possono evitare di fuggire l’aria inquinata. Certo sarebbe meglio costringere le automobili a fermarsi il sabato, avere già guadagnato una cultura del solo trasporto pubblico: che è mobilità, non è assenza di spostamenti.

Certo era meglio aspettare almeno le venti per la ripresa del traffico ma questo esercizio di ricordare che l’inquinamento esiste, che si può fare vacanza in città, che ci sono altri mezzi di trasporto e che la popolazione ha responsabilità di salute pubblica, io penso renda molte persone più colte e responsabili del fatto che viviamo con gli altri e che dobbiamo adeguare con loro i nostri comportamenti.

Fazio scrive, dice e ribadisce che è una “sciocchezza“ il blocco del traffico, descrive la prigionia dei cittadini privati della possibilità di muoversi come di persone che non possono fare niente, ignora i mezzi pubblici e non ne domanda un potenziamento nel territorio. Mercalli addirittura propaganda l’automobile elettrica, come l’ingombro non arrecasse alcun disturbo. Mi è sembrata la voce dei padroni, abituati a fare quello che vogliono non sanno niente che non li riguardi, conoscono solo le loro abitudini e vogliono muoversi velocemente. Voce alla quale tanti si sono adeguati perché ha invaso l’opinione pubblica, mossa dai consumi e dalla tecnologia, ma a questa Pisapia contrappone la voce corale che tutti noi possiamo riguadagnare, una voce più modesta di chi ascolta chi ha meno soldi e di chi gode un territorio più ristretto, quella di chi ha maggiore buona volontà riguardo alla tutela della salute e alla convivenza con gli altri.

Fazio era partito così ma l’esperienza che si fa ci costruisce ogni giorno: conosce troppa gente nota? Guadagna troppi soldi? Dove va la considerazione allora delle altre esperienze? È solo un atteggiamento di maniera? Oppure Fazio ha in mente altre soluzioni? Ce le faccia conoscere, chiami i migliori studiosi (uno si chiama Hermann Knoflacher). Perché quest’uscita personale senza giustificazione? Con il potere che ha si dia da fare a informare sulla salute e sull’inquinamento!

 

Antonella Nappi

 



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