10 aprile 2013

libri – ARIANNA INFIDA


FRANCO CARDINI

ARIANNA INFIDA

Bugie del nostro tempo

Medusa 2013

pp. 206, euro 14.90

libri_13Lo storico Franco Cardini, già docente di Storia medievale presso l’Istituto di Scienze Umane di Firenze, Fellow della Harvard University, Directeur d’Etudes presso l’EHESS di Parigi, con questa sua nuova pubblicazione, fortemente auspicata dall’editore Maurizio Cecchetto, raccoglie 26 articoli e brevi saggi dal 2005 a oggi, alcuni inediti, con l’intenzione di denunciare le menzogne delle “vulgata” ufficiali, alimentate da mass media inaffidabili e proni del potere.

Si possono non condividere le argomentazioni dell’autore, ma si deve senz’altro riconoscere la bontà del metodo che egli propone per affrontare l’analisi storica. Egli ritiene che termini come “mai” e “sempre” siano da bandire da parte dello storico, poiché ogni evento può e deve essere rivisitato nel tempo, se compaiono nuove prove documentali. L’autore è contro i tabù e i pregiudizi, da qualunque parte provengano. Per questo è stato accusato via via di essere di destra, quando afferma che anche i ragazzi morti per Salò avessero diritto di essere onorati, e di appartenere alla sinistra quando dichiara che la guerra in Irak e in Afganistan è stata una guerra di aggressione, basata su bugie, e che perciò i ribelli sono da paragonarsi ai nostri partigiani.

Una sorta di Amarcord questa “Arianna”, ove l’autore si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, come quando evidenzia il suo isolamento mediatico, in occasione per esempio della pubblicazione per Laterza nel 2011 del suo “Il turco a Vienna“, un saggio di ben 700 pagine, destinato a rischiarare eventi cruciali nella storia dell’Europa, e ciononostante passato quasi sotto silenzio. Questo ukase è il retaggio della sua immagine giovanile, egli dice, quando militava tredicenne nel Partito fascista e poi studente universitario nel MSI. E nonostante che da decine e decine d’anni egli si sia chiamato fuori da quel partito. Egli ama oggi definirsi cattolico, europeista, socialista, lontano sia da Washington che da Mosca, sia contro un anticomunismo cialtrone, sia contro la xenofobia, amico degli oppressi, sicuramente inopportuno e anticamaleonte, condannato a una impoliticità perpetua. In questa ottica, egli affronta, in maniera dissacrante, alcuni temi caldi della nostra epoca.

Come il tema dell’identità, vissuta soprattutto in chiave antiislamica. L’identità è infatti dinamica, a mosaico, plurima, come la storia delle nostre dominazioni insegna. Evidenzia l’apporto ingente alla nostra civiltà dell’Islam, nel periodo del suo massimo splendore. Considera i cristiani vittime innocenti di una guerra politica, innescata dai comportamenti delle grandi potenze, non una guerra religiosa, in quanto i cristiani vengono identificati con l’Occidente invasore e perciò perseguitati. Accenna al grande tema delle Crociate, contro il loro elogio incondizionato, spezzando una lancia a favore del “feroce Saldino” riprodotto nelle figurine Liebig.

Mette in luce le lacune sulla tragedia dell’11 settembre e insinua che le videocassette di Bin Laden fossero false. Mette in dubbio il principio di diritto internazionale sulla reciprocità di trattamento dei cittadini da parte degli Stati, concilianti solo in Occidente, e si chiede perchè debba necessariamente vincere questa tesi, estranea al sistema giuridico di un’altra parte del mondo.

Denuncia il disimpegno dell’Europa nei confronti delle Primavere arabe, un’Europa guscio di istituzioni vuote. Un’Europa in cui Francia e Inghilterra sono state tra le cause degli attuali conflitti in Medio Oriente sin dai primordi del ‘900. Così come avvenne in Cina per la guerra dell’oppio e per la feroce repressione occidentale della rivolta dei Boxer. Affari sinistri, legati all’uso dell’acqua, dei gas sotterranei, del petrolio, che nascondono verità indecenti.

Cardini è poi contro la politicizzazione della fede. Plaude a Ratzinger e alla sua lotta contro il relativismo morale, da non confondersi con quello antropologico, così come al permesso della reintroduzione del latino, nostra lingua madre. Nega valore al Risorgimento, falso movimento di popolo, bensì di èlites, meglio sarebbe stato un federalismo a causa della natura policentrica dell’Italia.

Ammette il metodo del revisionismo anche nei confronti della Shoah, nel valutare ad esempio il numero delle vittime, potendo, egli dice, comunque sempre ricusare le affermazioni dei negazionisti con prove certe, non solo con lo sdegno o peggio la prigione, come per lo storico Irving. Opinabile.

Come si vede, tanti sono i temi trattati, tutti incandescenti, come tizzoni capaci di dare fuoco alle polveri, esattamente ciò che la vis polemica di Cardini vuole fare.

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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