27 marzo 2013

CONSIGLIO SEA: PISAPIA AZIONISTA DI MAGGIORANZA


Con i riflettori puntati sulle vicende post elettorali, e poiché dal nuovo Governo potrebbero venire contributi alle decisioni che incombono su SEA e Malpensa, è opportuno ricordare quali siano le questioni sul tappeto e le implicazioni che ne deriveranno. Rinnovo del Consiglio di Amministrazione di SEA e decisione sul Masterplan, sono due elementi che potranno condizionare il futuro di un’area importante di Lombardia e Piemonte in un ambito qualitativo che va dall’occupazione alla salute.

Il Masterplan, piano definito solo a grandi linee ma la cui portata socio – economica e ambientale è evidente, data ormai quasi due anni dalla sua presentazione e non sono mancate polemiche sul metodo e su chi non ha preso posizione. Ci si chiede perché il Ministero dell’Ambiente abbia accettato la procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) anziché di VAS (Valutazione Ambientale Strategica).

Infatti, ai sensi del D.lgs.152/06 è dovuta la VAS in merito a piani e progetti comprendenti piste di decollo/atterraggio di lunghezza maggiore di 1500 m, presenza di aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e/o ZPS (Zone di Protezione Speciale). Nel masterplan si prevede la terza pista di Malpensa: lunghezza 2400 m. Inoltre aree SIC e ZPS intorno a Malpensa non mancano: siamo in pieno Parco del Ticino dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. È prevedibile che, in caso di approvazione del Masterplan, tale decisione venga impugnata ai sensi del D.lgs. 152/06 che riporta: “L’apertura della procedura di VIA in luogo della VAS comporta la procedura giudiziaria di annullamento davanti al Giudice amministrativo”. Auguri.

Veniamo poi a SEA. Aperta la procedura di VIA, il Masterplan è stato sommerso da una valanga di osservazioni negative inviate al Ministero a opera di Amministrazioni, Enti, Associazioni, Comitati e cittadini. Alla dirigenza di SEA devono essere tremate le gambe e infatti, nel volgere di un anno, SEA presenta al Ministero “Integrazioni volontarie al Masterplan”, operazione probabilmente irrituale, che riceve a sua volta una mole di osservazioni negative. Su richiesta dei ricorrenti la Commissione VIA/VAS del Ministero concede poi, a norma del D.lgs. 152/06, un contradditorio, che si svolge il 18/09/2012 presso la sede di Regione Lombardia, tra i ricorrenti e i proponenti SEA ed ENAC. Questi rispondono solo parzialmente alle domande e contestazioni, e lasciano insoddisfatti i ricorrenti.

Circa tre mesi dopo nuova uscita di SEA con il capitolo “Chiarimenti” che conferma l’evidente affanno della Società nel sostenere i propri piani. Qualche dubbio sulla fondatezza del Masterplan dovrebbe essere nel frattempo sorto anche all’azionista di riferimento di SEA ma, e questo sorprende, nessun commento è mai filtrato da Palazzo Marino. Per capire l’impianto del Masterplan bastano tre punti. 1) Il Masterplan viene indicato come “la terza pista di Malpensa”: niente di più falso, la nuova pista servirebbe solo se il traffico dovesse almeno raddoppiare. 2) Il cuore economico dell’affare consiste nel cementificare, con 200.000 mq di capannoni, i 350 ettari dello spettacolare “Bosco del Gaggio”, nel Comune di Lonate Pozzolo. Un’operazione immobiliare, nulla a che vedere con l’avionica, un disastro ambientale nel Parco del Ticino. 3) Le previsioni di crescita del traffico aereo, su cui si basa l’intero quadro di opere del Masterplan, sono decisamente opinabili e, probabilmente, come altre previsioni su Malpensa fatte 12-13 anni fa, svaniranno nel nulla.

Sicuramente ben conscio della negatività di un tale intervento, anche per le ragioni ascoltate da varie delegazioni del Territorio ricevute a Palazzo Marino, il Sindaco non ha compiuto alcun passo degno di nota. Ci si poteva aspettare qualche azione a carico del CdA dove, ad esempio, siedono personaggi in evidente conflitto di interessi. Ora sembra lecito chiedersi perché, una diversa parte politica in grado di attuare diversi programmi politici come avvenuto, ad esempio, per il PGT di Milano città, non abbia dato alcun segno sui vergognosi piani di cementificazione di 437 ettari della brughiera e del bosco del Gaggio nel Parco del Ticino.

Cosa farà ora il Sindaco Pisapia nell’atto del rinnovo del CdA di SEA? Anni fa ci fu la rivendicazione di un posto di consigliere “per la Provincia di Varese”. Albertini, azionista di riferimento disse “comando io” e nominò il Presidente dell’Unione Industriali della Provincia prealpina. Ora Pisapia, azionista con il 54,81%, potrebbe dare l’atteso segnale di discontinuità evitando di scegliere tra quei soggetti legati a temi economici già sconfessati ben prima della crisi e non più validi. Potrebbe nominare un ambientalista.

E sarà sufficiente cambiare il CdA o occorre fare una riflessione anche sui Dirigenti di SEA? In un’Azienda ben amministrata i dirigenti che non sono in grado di presentare e sostenere piani esaustivi e conformi alle norme di legge (Masterplan), quantomeno vengono sostituiti. Cosa si può salvare ancora se non la salute, statisticamente già compromessa, come attestano i monitoraggi sanitari dell’ASL della Provincia di Varese? Ecco perché un ambientalista nel CdA di SEA potrebbe essere una novità positiva. Attive in zona ci sono Associazioni nazionali quali WWF, LIPU, Lega Ambiente, FAI, Italia Nostra, oltre a una galassia di altre Associazioni e Comitati e, quindi, fior di personaggi competenti, seri, ed esenti da conflitti di interessi. Saprà il Sindaco Pisapia scegliere la giusta rotta?

 

Beppe Balzarini

 



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