20 marzo 2013

PISAPIA E BOERI: QUANDO I NODI AL PETTINE SON TROPPI


Che la revoca delle deleghe all’assessore alla cultura del Comune di Milano non sia un fatto eccezionale molti l’hanno detto ma che fosse parte di un sostanzioso rimescolamento in Giunta è una novità così com’è una novità che un gruppo di cittadini, per la maggior parte intellettuali, prendano posizione in maniera formale contro questa revoca. Forse il sindaco allargando l’operazione, ha cercato di mescolare un po’ le carte nella speranza che questa revoca facesse meno rumore di quanto ne ha fatto ma, mese più mese meno, tutti se lo aspettavano. Eppure questa revoca è diventata l’occasione perché si manifestassero con maggior evidenza una serie di disagi nella maggioranza di Palazzo Marino, anch’essi in parte noti ma non nel loro insieme.

Troppi nodi e tutti al pettine. Da un lato il coro greco continua la sua litania sull’inadeguatezza del Pd che per alcuni, in maniera molto trasversale, fa dire che il Pd con la sua inerzia, la stanchezza dei suoi quadri, la sua incapacità di fare proposte sia il vero ostacolo a una rigenerazione della politica italiana.

Sarà anche vero ma siccome non lo si può accompagnare al cimitero e comunque se anche ci andasse, sarebbe dopo una lunghissima agonia – sua e nostra –, tanto vale che ci si dia da fare dall’interno e dall’esterno a promuoverne una rigenerazione. Il popolo della sinistra lo deve incalzare.

Ma questo è il connotato nazionale del Pd, quello locale sembra essere il punto più basso della sua capacità di rappresentanza. Restringendo dunque lo sguardo al nostro Comune, la cosa più sbagliata sarebbe di accodarsi all’opinione espressa da Sergio Romano sul Corriere che parla di una sorta di sindrome balcanica del tutto contro tutti. A Milano non è così. A Milano invece tutti nella maggioranza vogliono qualcosa dagli altri.

I consiglieri eletti nella lista del Pd vorrebbero essere interpellati e non scavalcati dal sindaco che tratta direttamente con i segretari della federazione ma anche lamentano che la federazione non senta le loro opinioni;la consigliera Anita Sonego di Sinistra per Pisapia sventola il programma elettorale del sindaco in nome della partecipazione, tutta la maggioranza vuole essere interpellata e non trovarsi solo a votare le delibere proposte dalla Giunta. Insomma il “vogliamo contare di più” è il vento che agita le acque.

Il sindaco in Consiglio comunale, dopo aver ringraziato Boeri per il lavoro svolto, ringraziamenti ripetuti anche dagli altri consiglieri della maggioranza intervenuti nel dibattito – tanto da far polemicamente dire all’opposizione “ma allora perché lo mandate via” – ha dichiarato che questa nuova squadra, più coesa, più concorde e ben equilibrata avrebbe dato maggior impulso all’attività amministrativa.

Non dubitiamo delle buone intenzioni ma da tempo andiamo chiedendo che Giunta e sindaco presentino alla città un bilancio intermedio del loro mandato e che indichino quali siano concretamente gli obiettivi che ritengono perseguibili da qui a fine mandato in questi tempi di crisi ma che spieghino anche ai cittadini cosa intendano fare rispetto a una macchina burocratica che non sembra assolutamente aver avvertito il cambiamento dei tempi.

Si continua a parlare di costi della politica ma mai dei costi della burocrazia, si continua a parlare della “casta” dei politici: quando, sindacati permettendo, potremo parlare della “casta” della burocrazia? Come direbbe Bersani, la burocrazia è una pelle di leopardo con le sue belle macchie nere, vogliamo smacchiarla prima che la sua inefficienza sia il lenzuolo funebre della politica? Costo zero.

Luca Beltrami Gadola



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