13 marzo 2013

libri – NASCERE


EMANUELE SEVERINO

NASCERE

E altri problemi della coscienza religiosa

Bur – Rizzoli, sett. 2012, ristampa

pp. 249. euro 10,90

libri_10Nel nuovo millennio la religione è ancora in grado di comprendere e spiegare la “natura” dell’uomo? Come può essa affrontare le complesse tematiche della nostra epoca, le sfide della scienza e della tecnica senza indebolire o addirittura smentire i presupposti della propria dottrina? In questo saggio Emanuele Severino, uno dei massimi pensatori contemporanei, riunisce con sintesi illuminante una serie di considerazioni sviluppate negli anni e rivedute ai giorni nostri.

Egli è Accademico dei Lincei, professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, insegna Ontologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. È autore di opere fondamentali, tra cui ricordiamo “Destino e necessità“, “Essenza del nichilismo“, “Il mio ricordo degli eterni“, e i tre volumi della “Filosofia dai Greci al nostro tempo“.

Il suo impianto filosofico si può riassumere come segue. L’abbandono dell’essere parmenideo e la scelta del divenire provocano nell’umanità occidentale un sentimento di angoscia di fronte al niente, un bisogno d’essere. Come rimedio l’Occidente ha costruito Dio, valori (etici, naturali, etc.) trascendenti e permanenti. Al di sopra degli immutabili l’epistème, cioè l’essenza originaria della filosofia, la volontà di conoscere stabilmente la verità del mondo.

La fede cristiana eredita i caratteri di stabilità dell’epistème e si rivolge alle masse. Nel mondo non vi è divenire, non è necessario fare riferimento a un ente eterno e trascendente; il mondo stesso che ci appare è eterno (N.d.R.: per questa posizione fu allontanato dalla Cattolica di Milano)

Il filosofo in “Nascere” prende in esame i più scottanti argomenti d’attualità contrapponendoli alle posizioni della Chiesa. Al vaglio della sua lucida, quanto impietosa critica, sfilano gli interrogativi che stanno impegnando sempre più fortemente il futuro della nostra civiltà.

L’economia, le leggi dello Stato, la fecondazione assistita, la libertà d’insegnamento, il potere della scienza, come possono rapportarsi agli imperativi della coscienza religiosa? Severino si chiede e scrive: <L’apparato epistemico-metafisico è destinato a tramontare nell’apparato scientifico-tecnologico; ma anche quest’ultimo tenta invano di mascherare e di velare il nulla a cui l’uomo, per l’intera civiltà occidentale, è destinato>.

Se si considera la condizione originaria dell’uomo, ragiona il filosofo, allora tutta la civiltà umana può ritenersi <contro natura> proprio perché essa è andata sviluppandosi oltrepassando continuamente i limiti costituiti dalla sua condizione primaria. La configurazione attuale dell’uomo non risponde che a nuove consuetudini sociali, violando la regola suprema del suo Ordinamento.

E allora, fin dove arriva la natura dell’uomo? Fino a che punto può spingersi, quando la forma di suprema potenza oggi è la tecnica guidata dalla scienza, attrice di un processo in continuo divenire e dunque incapace di proporre “verità assolute”?

Severino ammonisce: <né Dio, né la tecnica possono salvare l’uomo dal nulla e dal dolore e dall’angoscia che scaturiscono dal divenire del mondo. Può però cominciare per i popoli il tramonto della Follia essenziale e possono farsi avanti le eterne costellazioni della Gioia, attese dall’apparire del destino>. (Daniela Muti)

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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