20 febbraio 2013

libri – FANTASMI ALL’OPERA


CARLA STROPPA

FANTASMI ALL’OPERA

L’imperiosa realtà dell’illusione

Moretti e Vitali 2013

pp.202, euro 14

Mercoledì 20 febbraio, ore 20,30 il libro verrà presentato a Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano, a cura di Unione Lettori Italiani Milano Relatori : Lella Ravasi Bellocchio, Annarosa Buttarelli, Roberto Caracci

libri_07“Non ricordo dove, ma Eugenio Montale disse che il cinque per cento è la percentuale di vita vera che possiamo sperare” Vero o meno, conviene destinare parte del tempo rimanente a “comprendere il senso delle proprie illusioni e a tentare di realizzarle, perché proprio in questo tentativo si rivela la tensione a liberare quel cinque per cento che dà senso e charme alla vita.”

Così l’autrice ci invita a prendere atto dell’importanza ineludibile della realtà psichica, fatta d’illusioni, sogni, speranze, paure, “qualcosa d’indispensabile come l’ossigeno (Jung)”. Il riconoscimento di questo mondo di fantasmi, situato in un altrove psichico, ma non per questo meno reale, è frutto di un “rovesciamento di prospettiva conoscitiva” operato da Jung, “nel solco della tradizione umanistica, in cui si ravvisa un’indubbia influenza romantica.”

Per la psicologia del profondo le illusioni- fantasmi, da cui il titolo del libro, sono dunque reali, tant’é che influiscono sul comportamento umano. Questa semplice constatazione contraddice le scienze esatte, secondo le quali l’unica realtà degna di questo nome è quella percepibile con i sensi, perciò soggetta a misurazione e oggettivazione.

Invece, è un dato di fatto che il mondo interiore c’è, esiste e benché relativo alla sfera illusoria della psiche come le emozioni, i dolori, le fantasie che abitano la ” terra dell’anima”, non per questo è meno determinante per il nostro agire. Se fosse vero il contrario, sarebbe come dire che noi non esistiamo quando ci abbandoniamo al sonno, e non siamo perciò più coscienti.

La verità, dice l’autrice, è che noi siamo il frutto di una duplice realtà speculare, interiore ed esteriore, il sogno e il pensiero. La “psiche è una realtà più ampia del cervello-mente”, ha a che fare con una dimensione verticale, trascendente, che confina con l’anima, che è avvicinabile solo attraverso la poesia o l’arte. L’inconscio, secondo Jung, è riconducibile alla memoria plurisecolare della specie e perciò è solo parzialmente esplorabile.

Le neuroscienze hanno dato un contributo essenziale nel curare le sofferenze psichiche con il contributo dei farmaci, che però sono equiparabili a una corda buttata al naufrago, dice l’autrice. L ‘importante per il nevrotico è riuscire a decifrare, con l’ ausilio di uno psicanalista, il suo significato esistenziale in relazione al mondo esterno, e affrancarsi dalla sua solitudine e dallo smarrimento   di fronte alle grandi interrogazioni della vita. La stessa scienza è la più arrogante delle illusioni.

Ecco allora l’importanza di dialogare con l’inconscio, e attraverso una nuova presa di coscienza della serietà delle illusioni-fantasmi, arrivare a comprendere il loro valore simbolico. La coscienza, dice l’autrice , è il punto di snodo fra  i due opposti poli, quello  della memoria, rivolta al passato e quello dell’immaginazione proiettata in avanti.

In questo intreccio sta l’equilibrio dell’uomo, messo a dura prova, oggi, dalla vertigine della potenza che infonde la tecnica e le sue straordinarie conquiste.

Molto incisive sono le argomentazioni dell’autrice sul tempo e le sue trasfigurazioni, come il sorriso evanescente del gatto di Alice, sul rapporto con l’infinito, sulla capacità della coscienza, in continua trasformazione, di ridere della sua presunzione totalizzante.

Se il senso del libro è aiutare a recuperare la propria identità frammentaria, dove possiamo trovare la bussola che, agendo “imperiosamente sulla realtà dell’anima”, indichi una ragione al nostro vivere? L’autrice individua nel sogno il traghettatore verso il fondo della psiche, per “intercettare il trait d’unione fra ragione e sragione” ed evidenzia l’importanza della fiaba, della letteratura fantastica, della poesia per decodificare il senso delle illusioni, espressioni più vere dell’animo umano.

Una prosa chiara, comprensibile anche ai non addetti ai lavori, rende questo libro ricco di citazioni, godibile come il precedente saggio, “Il satiro e la luna blu”), della psicanalista junghiana Carla Stroppa, membro dell’ARPA e dell’IAAP, già docente alla scuola di specializzazione in Psicologia della salute dell’Università di Torino.

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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