30 gennaio 2013

Scrivono vari 30.01.2013


Scrive Enrico Biraghi a PierVito Antoniazzi – Grazie al piano regolatore e all’iniziativa politica di Albertini si è realizzata Porta Nuova che era rimasta per 50 anni spazio per circhi e ottovolanti. Bella ed economicamente utile innovazione che mantiene Milano al passo dei tempi. Perché la sinistra è sempre critica su ogni innovazione e cambiamento? Quale alternativa di sviluppo aveva proposto?

 

Scrive Alessandro Gargnani a LBG – L.B.G. ha fatto un’analisi condivisibile, ma ha trascurato di considerare l’aumento del moltiplicatore catastale dal 2011 al 2012: + 160%. E’ questo fattore che ha reso l’IMU in taluni casi pesantissima: non le aliquote che sono di poco superiori a quelle dell’ICI. Va anche tenuto presente che l’IMU, al pari dell’ICI, è un’imposta patrimoniale che grava su un bene immobile: concettualmente l’obbligato di imposta, il contribuente “inciso” dall’imposta, è la cosa materiale stessa, l’immobile, la “res” più che la persona che possiede la cosa anche se questi risulta, alla fine, colui che ne sopporta il peso. Per questo motivo l’imposta patrimoniale è un’imposta reale, non personale, e non può essere progressiva. Va anche ricordato che l’imposta patrimoniale sugli immobili in Italia esiste dal 1993, quando l’ICI ha sostituito l’ILOR. L’ILOR era deducibile dal reddito personale del contribuente e pertanto non poteva definirsi patrimoniale, l’ICI no, vietandolo esplicitamente l’art 17 della sua legge istitutiva. Ne discende una doppia tassazione sul medesimo cespite immobiliare: prima in forza dell’aliquota ICI (ora IMU) poi, in base all’IRPEF, sul reddito dell’immobile già inciso dall’ICI/IMU.

 

Scrive Sergio d’Agostini a LBG – Come non concordare col tuo editoriale di ieri! Ma voglio aggiungere che, pur consapevole delle difficoltà di bilancio del Comune di Milano, anche la nostra amministrazione avrebbe potuto fare qualcosa di meglio nella graduazione delle aliquote Imu al fine di favorire l’affitto e soprattutto l’affitto sociale.

Molto interessanti i tuoi conteggi sul patrimonio Aler, dai quali emerge che buona parte delle entrate degli affitti vengono mangiate dal prelievo fiscale, almeno per alcune fasce di reddito (e sarebbe assai opportuno avere dati più completi e che tengano conto delle morosità reali). Ma già così l’assurdità è evidente ed è resa ancor più stridente da un altro aspetto che conosco direttamente essendovi coinvolto con la mia Cooperativa (Dar-Casa). Si tratta del patrimonio Aler, cosiddetto “fuori ERP” (oltre un migliaio di alloggi) che, essendo affidato in affitto o in comodato a enti no profit che a loro volta lo affittano/assegnano a soggetti ugualmente o ancor più bisognosi, non può usufruire della aliquota agevolata, che spetta soltanto agli alloggi assegnati direttamente da Aler. Il risultato è che per questi alloggi Aler stessa (o i soggetti no profit se la specifica convenzione lo prevede) sono assoggettati all’aliquota IMU più elevata! Eh sì, perché la delibera di CC n. 22 del 26.06.2012 non prevede nessuna agevolazione per gli alloggi affittati con contratto regolare registrato, se non per quello sparuto numero di contratti stipulati in base all’accordo locale (sindacale).

Auspico che nelle trattative già aperte con Milano o in altra da aprirsi specificamente per una revisione delle aliquote più equa per l’affitto, trovi posto anche una soluzione di questa evidente sperequazione, che rappresenta una vera ingiustizia sociale.



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