30 gennaio 2013

teatro


ANIMA ERRANTE

Di Roberto Cavosi Con Maddalena Crippa, Francesco Colella, Carlotta Viscoso E con Francesca Mària, Stefania Medri, Raffaella Tagliabue

Regia Carmelo Rifici Scene Daniele Spisa Costumi Margherita Baldoni Canti a cura di Emanuele De Checchi Luci Matteo Crespi Produzione Tieffe Teatro in collaborazione con Proxima Res e Fondazione istituto dramma popolare di San Miniato

 

Nel 1976 un guasto alla ciminiera di una fabbrica di profumi di Seveso causa la fuoriuscita di una grande nube di diossina, sostanza estremamente tossica, ustionante, cancerogena e teratogena. In questo contesto una donna felicemente sposata, Sara, aspetta un figlio e si scontra con il marito che vorrebbe farla abortire per paura delle malformazioni con cui potrebbe nascere il bambino.

Lo scontro fra l’uomo, che vorrebbe parlarle per convincerla, e la donna, che invece si rifugia nella preghiera per Maria, aumenta finché, in un crescendo di disperazione, Sara incontra veramente la Madonna, che appare in scena come un Deus ex Machina e le propone di scambiarsi reciprocamente il ruolo: la Madonna a Seveso e Sara sul Golgota.

Il testo è molto coraggioso, sia per la tematica che affronta sia per lo stile, che fin da subito lascia pochissimo spazio all’ironia o alle divagazioni affrontando in modo diretto i temi drammatici che sono alla base dello spettacolo. Ma se nella prima parte i dialoghi serrati e ben costruiti favoriscono l’emergere di un conflitto che risulta interessante quanto più si delinea come immenso e inevitabile, nella seconda parte la tensione drammatica cala e il linguaggio troppo allusivo, pieno di citazioni bibliche e dichiaratamente metaforico, fa scendere – anziché aumentare – l’intensità dell’azione e l’attenzione del pubblico.

L’arrivo in scena della Madonna, poi, è una caduta di stile perfino un po’ ridondante, dato che fin dall’inizio era più che evidente l’allegoria fra la protagonista e la madre di Cristo, e l’apparizione sul palco del simbolo che si stava evocando ha un effetto goffo, come se un prestigiatore, prima di far uscire una colomba dal cappello, ci facesse vedere che ce la sta nascondendo dentro.

La regia segue l’andamento del testo ed è più efficace là dove il conflitto è più forte e quindi le invenzioni di Rifici (alcune molto belle come la ghiaia rovesciata sul palco che riesce a ricreare davvero l’effetto di una nube tossica) risultano in supporto all’azione, perde invece un po’ di pregnanza laddove – nella seconda parte – l’azione fra i personaggi si fa più vaga e allusiva.

Molto belli i canti a cura di Emanuele De Cecchi e molto brava Maddalena Crippa, che riesce a reggere con grande presenza scenica un ruolo molto difficile.

Teatro TF Menotti dal 10 al 27 gennaio.

In scena

Al Piccolo Teatro Strehler fino al 6 febbraio La modestia di Rafael Spregelburd, regia di Luca Ronconi.

Al Teatro Elfo Puccini dal 29 gennaio al 24 febbraio Romeo e Giulietta, regia di

Al Teatro I dal 30 gennaio al 4 febbraio La rivincita di Michele Santeramo, regia di Leo Muscato.

Al Teatro Litta
dal 29 gennaio al 6 febbraio Balkan
Burger di Stefano Massini.

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org



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