23 gennaio 2013

CARO MARAN, DIPENDO DA TE


Ebbene si, l’anno scorso ho rinunciato all’auto, del tutto, e ho due bambini piccoli: dipendo in tutto e per tutto dalle scelte di Maran sulla mobilità. Atm, bike sharing (dopo il furto della bicicletta ..), car sharing, alternativamente. La mia scelta non viene premiata, ero in leasing e quindi non avevo niente da rottamare, non ho uno sconto complessivo sui tre servizi per questa scelta radicale. Pazienza (?), mi farò bastare la buona “coscienza ambientale” di investire sulla salute dei miei figli… E ringrazio i GenitoriAntiSmog per aver vinto la battaglia della gratuità sui mezzi pubblici per i minori di 14 anni.

Posso vantare il punto di vista privilegiato di chi sconta sulla propria pelle gli effetti delle strategie sul trasporto pubblico: sono lì a valutare la logica del servizio e mi alambicco per trovarne la ratio come se fosse mio. D’altronde ATM è una controllata al 100% dal Comune e quindi è davvero un po’ anche mia. Valuto la qualità del servizio sulle cose spicce, quelle che nei fatti fanno la qualità della vita.

Il più delle volte mi scontro con la diversa concezione del tempo che abbiamo io e Atm. E si che il tempo non è un fattore secondario in questo caso. Pago un biglietto che ha una durata, ma con le nuove tessere magnetiche non sono in grado di verificarla, non so più a che ora ho timbrato, la visualizzazione sul display è veloce, e in metrò con i tornelli bloccati in uscita rischio anche di essere penalizzata, e in partenza non ero una “portoghese”.

Quando uso il bike sharing la prima mezzora è gratuita: ma quando ritiro la bicicletta lo schermo sulla colonnina non riporta l’ora, e ancor meno quando la riconsegno, sicchè solo a fattura inviata scoprirò di quanto ho sforato. Per segnalare anomalie devo telefonare al numero verde dell’Atm, e aspettare che l’operatore mi risponda, dopo aver decifrato le opzioni a cascata che la voce registrata mi propone per parlare con la persona giusta. Non potrei semplicemente usare l’interfaccia sulla colonnina? Tre opzioni di danno e via… Bike-mi dovrebbe essere ben in grado di sapere quale è il numero della stazione e il numero della bici, lo stallo in cui l’ho riposta, non io che nel frattempo mi sono allontanata e che al telefono devo fornire questi dati.

Quando si prenota genericamente una macchina col car sharing per verificare la disponibilità si deve indicare un intervallo di tempo e un parcheggio di prelievo. Il sistema in questo caso privilegia la disponibilità oraria, e pur di soddisfarla offre soluzioni alternative su tutta la città. Valuta che si sia disposti ad attraversarla, senza contare il tempo che ci si dovrebbe mettere. Perché non offrire sempre un prospetto di entrambe le auto di ogni parcheggio? In questo caso la comodità della vicinanza è prevalente, e si è, credo, piuttosto disposti a organizzare diversamente il proprio tempo. Insomma poter decidere liberamente.

Ultima nota: Ricaricami il nuovo biglietto elettronico (la tesserina verde per intenderci), un indubbio vantaggio ecologico. Risparmio di carta, e per Atm riduzione dei costi di stampa e di distribuzione. Possibilità di ricaricarla nelle colonnine dei parchimetri (500 in città! come recitano i manifesti … anche in periferia?) di evidente comodità quando si usa la rete notturna. E d’altro canto la protesta dei rivenditori che i biglietti devono andarseli a prendere (taglio dei costi di distribuzione), con il rischio collettivo che visto lo scarso ricavo ci rinuncino del tutto. Forse a perderci non saranno gli over 65, che a torto o a ragione consideriamo meno tecnologici, li immaginiamo in gran parte abbonati (soli 16 euro al mese, una delle prime scelte della giunta Pisapia), ma chi occasionalmente usa i mezzi di superficie. Non volevamo conquistarli?

Giulia Mattace Raso



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