23 gennaio 2013

L’ISOLA CHE AVANZA … UN QUARTIERE PARADIGMA


Non c’è solo Monti che “sale”… . C’è anche il quartiere “Isola” di Milano. E non parlo solo dei grattacieli (le tre torri di Unicredit, la più alta delle quali, con la cuspide a spirale arriva a 231 metri, il Bosco verticale di Boeri, e altri ancora), parlo anche di un quartiere “storico” che avanza. Non avanza solo nel senso che è “avanzato” dalle trasformazioni urbanistiche della metropoli (e spesso i piatti “avanzati” il giorno dopo sono più buoni, come le lasagne che fanno la crosta…).

La sua conformazione di inizio secolo (case con appartamenti di taglio piccolo, botteghe artigianali singole che sono divenute negozi di vicinato, monumenti attrattivi come il Santuario della Fontana o la Fonderia Napoleonica, spazi culturali come due teatri) ha consentito un mix sociale straordinario. Nelle case (molte in affitto sia pubbliche che private) si è sviluppato un ricambio generazionale “soft”. Agli anziani si sono affiancati i giovani (single, coppie, coppie con un figlio compatibilmente col tipo di unità abitative).

La tradizione artigianale dell’Isola si è trasformata in una rete di negozi e laboratori, studi professionali, imprenditoria giovanile. I pubblici esercizi (ristoranti, bar, locali, pasticcerie, ecc.) si sono sviluppati con alcune punte d’eccellenza ma senza avere il carattere invasivo e totalizzante di altri quartieri (quelli della “movida” per intendersi).

Tutto ciò è in parte un “fiume” spontaneo che si incanala negli argini di un tessuto urbano precostituito, ma in parte è frutto dell’azione cosciente di alcuni soggetti. Il soggetto più robusto che ha lavorato alla creazione della nuova Isola (denominata “Porta Nuova”) è stato Hines Italia condotta da Manfredi Catella.

Si può continuare a discutere su questo enorme intervento urbanistico (lo ha fatto il 10 gennaio l’Espresso con un articolo di Enrico Arosio che evidenzia l’imprinting statunitense “neokennediano” della progettazione della multinazionale immobiliare di Chicago) che prevede un parco di 9 ettari che farà da connettivo tra “vecchia Isola” e “Porta Nuova “, diversi grattacieli, una grande piazza su cui si affacceranno la sede centrale di Unicredit (4000 dipendenti e anche la loro galleria d’arte), libreria Feltrinelli, palestra Virgin, etc … , una straordinaria attenzione alla sostenibilità energetica e all’accessibilità pedonale e su ferro (treni, passante, metro…).

Ma una cosa non si può negare: si sta realizzando un’opera “controcorrente” che ci sta dando il nuovo “centro”, la nuova piazza di Milano. Ora si tratterà di vedere se “il vecchio” e “il nuovo” “si parleranno”. Se le diversità urbanistiche e sociologiche costituiranno una ricchezza attrattiva di cultura, lavoro, turismo oppure se ogni soggetto andrà “per la sua”.

Da questo punto di vista c’è un altro soggetto (plurale e un po’ frammentato) che ha il suo baricentro nel quartiere “storico”. Tra le miriadi di associazioni, cooperative, comitati dell’Isola voglio raccontare dell’iniziativa delle associazioni commercianti per due motivi, il primo è che le conosco essendone stato protagonista, la seconda è che pur essendo iniziative piccole e con risorse (è un eufemismo…) limitate, hanno un significato emblematico di un modo di intendere e praticare la vivibilità e il miglioramento del quartiere.

L’Associazione Borsieri Garibaldi e l’Associazione Isola Revel fanno parte del Distretto Urbano del Commercio (“DUC ISOLA”) promosso dal Comune (Assessorato Attività Produttive) e a cui partecipano Unione del Commercio, Consiglio di zona 9 e Fondazione Catella. È dunque un tavolo di confronto tra “vecchio” e “nuovo” e una piccola “cabina di regia”.

Nel luglio e a settembre con “I giovedì all’Isola” le associazioni hanno sperimentato isole pedonali temporanee in occasione di eventi molto partecipati e diffusi. Nel mese di dicembre il DUC Isola ha realizzato: luminarie omogenee in tutto il quartiere (60 punti dal 1 dicembre al 6 gennaio); due mercatini di Natale in via Borsieri (6 e 23 dicembre); posizionamento di due alberi di Natale su strada; affissione sugli alberi di decorazioni di carta con scritte sull’amicizia e la solidarietà ideati e realizzati dagli alunni di seconda elementare della scuola di via Dal Verme; concorso miglior vetrina di Natale a cui hanno partecipato circa 25 negozi.

Tutte iniziative a basso costo ma ad alto gradimento partecipativo, con creazione di legame tra soggetti del quartiere, con incoraggiamento alla reazione alla crisi da parte degli operatori economici. Tutto questo mentre nella piazza Gae Aulenti si realizzava; mercatino di Natale “tirolese”, pista del ghiaccio per tutti, alberi e ulteriori addobbi luminosi, Befana dei bambini.

I prossimi avvenimenti previsti all’Isola sono: Festival Internazionale di clown a febbraio, Fuorisalone ad aprile, Ahum jazz Festival a maggio, ancora “giovedi all’Isola” a giugno e luglio, fuorisalone della moto a novembre.

Insomma l’Isola vive di socialità, di cultura, di dialogo e continua ad attirare pubblico dall’area metropolitana e oltre. Con il suo mix di storia e futuro, di case di ringhiera e di grattacieli, di vita in strada e di spazi pubblici, l’Isola potrebbe essere il paradigma del nuovo abitare, il modo nuovo di “riprenderci la città”. Di sicuro è una sfida aperta. E in epoca di crisi non è poca cosa.

 

Pier Vito Antoniazzi



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