23 gennaio 2013

Scrivono vari 23.01.2013


Scrive Andrea Silipo a LBG – Caro direttore, alla Sua nota aggiungerei questo: io ho paura che nella malaccorta azione che Lei descrive con grande efficacia ci sia non solo del deteriore “carrierismo”, il che tutto sommato potrebbe anche starci, come di fatto ci sta sotto i cieli di tutte le politiche di questo mondo; in questa trappola e in questa pochezza sono infatti caduti – e ciò mi appare ben più grave – quei tanti o pochi che hanno aderito per un sincero e, almeno parzialmente disinteressato, interesse a “dare una mano” alle sorti del Paese e alla qualità della politica. Ci sono infatti, in coloro che si sono schierati per Monti, sopratutto nella prima ora, personaggi di levatura certamente superiore alla media dei politici nazionali e che credo onestamente e sinceramente convinti che, con la loro partecipazione, potesse continuare quel clima di politica “alta” che l’esperienza Monti – nella realtà o nelle nostre illusioni – ci ha fatto respirare per quasi un anno.

E allora è ancor più grave che a costoro, singole e necessariamente disorganizzate espressioni dell’abusata “società civile”, nessuno sia stato sinora capace di offrire una piattaforma – ideale, programmatica, comunicativa e organizzativa – capace di convogliare le singole energie e disponibilità in un progetto politico convincente, aggregante e attrattivo.

È questo, temo, il grande flop del progetto Monti, che è stato inghiottito dal grande gorgo della politique politicienne italiana, che non ha saputo sin dall’inizio della salita in campo marcare con chiarezza la sua alternatività al berlusconismo offrendo una sponda ai milioni di delusi, che è caduto in gaffe comunicative clamorose e che ogni giorno che passa non fa che rivelare improvvisazione e mancanza di innovatività.

Infine, la cosa più incredibile è che da tanta “fucina” non stia emergendo nessuna nuova personalità forte e credibile, qualcosa di paragonabile a quel Renzi che il PD ha accantonato con la supponenza che negli anni tante volte lo ha fatto deragliare all’ultima curva, rendendolo oggettivamente corresponsabile del disastro dell’ultimo ventennio. Come concludere? Con la speranza che si voti il prima possibile, per evitarci ancora maggiori delusioni e per evitare ai “probo viri” ulteriori inciampi…

 

Scrive Franco Strada a LBG – “Secondo lei è veramente molto più serio il metodo usato da Bersani nel fare le primarie per i candidati alle varie liste nelle ultime due giornate utili del dicembre 2012, indicando i nomi dei candidati solo poche ore prima delle votazioni senza dare alcuna possibilità ai giornali di raccontarne i curricula, e quindi approfittare poi del fatto che una buona parte dei cittadini non potendo sentirsi coinvolto alla scelta se ne sarebbe rimasto tranquillamente in vacanza cosicchè la schiera dei comandati amici della Camusso potesse senza fatica raggiungere la maggioranza delle preferenze e prendere i posti più alti delle liste?”

 

Scrive Gianluca Bozzia a LBG – Io voterò e farò votare PD. Leggo però i nomi dei primi tre candidati al Senato in Lombardia con Monti e li confronto con quelli del PD: Albertini, Ichino, Mauro vs Mucchetti, Mirabelli, De Biase. Con rispetto per tutti, in termini di credibilità personale, Monti batte Bersani 2 a 1. Poi, certo, i Fini Casini in cui si troverà Monti non saranno del livello di queste persone, la cui competenza e disponibilità al dialogo fattivo rimane comunque una bella premessa.

 

Scriva Claudio Corazza a Massimo Cingolani – Sul sorriso (o meglio sui sorrisi) di Berlusconi io ne so qualcosa. Per il mio passato di musicista, (ora ho un ufficio stampa) tra le mie conoscenze nel settore c’era quella di un mio collega, il quale una volta laureato in psicologia, fece la conoscenza con Berlusconi. Il tipo, molto sveglio e con una grande voglia di affermarsi, si propose a Berlusconi con un programma di psicologia mirato a “inquadrare” tutti i suoi dipendenti, che contemplava diverse pratiche e tecniche, fino alla completa spersonalizzazione dell’individuo per ricostruirlo poi a immagine del capo, per mentalità, fedeltà e comportamento, dotando tutti coloro che facevano parte dell’entourage di un decalogo da osservare strettamente (una volta fui invitato anch’io a un evento insieme a mia moglie e nell’occasione fu consegnato anche a noi il decalogo di comportamento, che tra i vari “comandamenti” imponeva di sorridere sempre e comunque, perché favorisce l’interazione con i propri interlocutori.

E poi, presentarsi sempre con giacca, camicia e cravatta, mai lasciarsi avere il corpo curvo o piegato in avanti, ma ergersi sempre dritti con il petto in fuori, testa sempre pettinata e curata, proibiti i capelli lunghi (anche se in passato, quando li aveva, erano lungi pure i suoi), curare l’aspetto e la pulizia della persona, in modo particolare le unghie, facce ben rasate, (in caso di barba deve essere molto curata), parlare sempre a voce bassa, senza mai alzare la voce (anche se è ora lui il primo ad aggredire con prepotenza e arroganza). In caso di una discussione, usare sempre e comunque il sorriso, mostrandosi rilassati e accondiscendenti e tante altre cose del genere che allora consideravo vere e proprie idiozie. Probabilmente il mio amico psicologo conosceva già molto bene i neuroni specchio, anche se mi diceva che usava metodologie americane con l’utilizzo di computer dedicati, per modificare la personalità degli individui predisposti (un po’ come l’ipnosi, su alcuni è possibile, su altri no), per cui venivano scelti per il suo staff, solo gli individui sensibili a questa tecnica.

Infatti devo ammettere che in qualche modo il sorriso funziona, perché esiste sempre il tipo che si lascia catturare, indipendentemente dalla sua cultura. È come l’imbonitore sul mercato che riesce a vendere il suo prodotto miracoloso a qualche inesperta signora (e anche signore). Queste del decalogo non sono balle, ho solo il rammarico di non aver tenuto quell’assurdo volumetto con i comandamenti di nostro Signore Berlusconi. In quanto alla sinistra le do ragione, D’Alema, per esempio, non sorride mai e quando lo fa è un sorriso assolutamente forzato, lo si vede benissimo. Così tanti altri, eccetto Renzi e un po’ Bersani, sono tristi, pessimisti e quando va bene sono amorfi, con espressioni statiche, banali e impersonali. Che peccato!

 

Replica Massimo Cingolani – Gentile signo Corazza, la sua testimonianza è interessante, sopratutto per quanto riguarda l’utilizzo di metodi di comportamento condizionanti. Il problema è che Berlusconi e i suoi non hanno capito, o meglio fanno finta di non capire, che le Istituzioni non sono un’Azienda, il Popolo non è un Cliente e la Democrazia non è una Tecnica di Vendita. Purtroppo, alcuni aspetti deteriori del berlusconismo, sono ormai diventati patrimonio comune di tutte le forze politiche.

 

Scrive Cesare Prevedini a Giuseppe Boatti – Leggendo l’articolo di Beppe Boatti, ho pensato: finalmente la verità! Poi mi sono chiesto: ma perchè? * Perché i Comitati di Quartiere si sono mobilitati per anni per essere umiliati da questa realtà? * Perché tutti coloro, che con più intelligenza, con più visione del futuro, hanno visto che quella che Masseroli e i suoi stavano creando era una insensata bolla immobiliare, avendo vinto le elezioni, trovano confermate le scelte di quelle persone che avevano combattuto? * Perché una maggioranza che dovrebbe combattere la rendita parassitaria e di rapina, che è la privatizzazione del territorio, se la deve vedere confermata da una maggioranza che dovrebbe privilegiare il lavoro produttivo e l’investimento nell’impresa? * Perché si può accettare di commercializzare un diritto edificatorio come se fosse un equity o un bond? * Perché concetti economici così elementari, così semplicemente liberali, non sono difesi neppure da una maggioranza “arancione”‘? * Perché una città che non può crescere per ovvie ragioni demografiche viene progettata per accogliere fino a una volta e mezzo la sua popolazione attuale?

* Perché una città che si ferma tre, quattro volte all’anno, che potrebbero essere pure dieci, viste le statistiche, per ragioni di salute, cioè per l’aria irrespirabile viene progettata per creare nel futuro problemi enormemente più gravi? * Perché abbiamo visto le nostre vie storiche più prestigiose deturpate da sopralzi edilizi sempre più volgari e questa nuova giunta non è immediatamente intervenuta per proibire che continuasse questo scempio? * Perché il Sindaco che ha dato il via a questo disastro è candidato a governatore della nostra Regione? * Perché il sindaco Aniasi deliberò la costruzione di quattro o cinque parchi pubblici e ora non si può nemmeno immaginare di rinverdire uno spazio industriale dismesso? * Perché quando più di vent’anni fa, sindaco Pillitteri, uscì il progetto del Centro Commerciale al Portello, i Consigli di Zona, i Comitati di Quartiere, la popolazione della zona si ribellò e bloccò il progetto, mentre ora che si fa mille volte peggio, nessuno si ribella e si accetta inermi questo disastro?

* Perché si cambia una maggioranza che ci dirige, se poi le cose più importanti, come il territorio, la qualità della vita, il verde più pubblico, la partecipazione collettiva alla determinazione del nostro futuro non ci vengono restituite come è nostro diritto? Ringrazio Beppe Boatti per la verità che ci ha scritto. All’epoca in cui lui era nel Consiglio di Zona come Comunista, c’ero anch’io, come Liberale. Era una gran bella società quella e si sapeva ancora scegliere le cose in base all’interesse comune.



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