18 dicembre 2012
STORIA DELLA CONTRACCEZIONE
Carlo Flamigni
Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2012
pp.562, euro 22,00
“La medicina che vedo intorno a noi, fatta di grandi organizzazioni specializzate e di poco tempo a disposizione, ha spinto medici e pazienti a costruire il loro rapporto basandosi molto di più sul contratto che sulla realizzazione di un’alleanza per la cura e la salute. Si chiama medicina difensiva e non fa molto bene ai pazienti. Personalmente, credo in una medicina diversa, in fondo più semplice, ma non meno impegnativa, basata su virtù piccole ma essenziali, come la capacità di ascoltare e la voglia di imparare. Questa è forse la sola lezione che, come insegnante, mi piacerebbe saper trasmettere e, come medico, cercare di realizzare”. In queste poche righe vi trasmetto il vivace pensiero di Carlo Flamigni, professore di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli studi di Bologna.
“Storia della contraccezione” non è un libro dedicato alle donne, ma a tutte quelle persone che vogliono abbattere le superstizioni e abolire i tabù che li allontanano da una visione scientifica reale. Affumicare la vagina con fumo del legno di Neem, come indicavano alcune fonti sanscrite, oppure riempirla di sassi e di erbe medicali, come si usava in Africa, o intervenire con una subincisione uretrale per deviare lo sperma, usando un osso di canguro e poi un pezzo di corteccia per impedire la cicatrizzazione, pratica comune dell’Australia, sono sistemi anticoncezionali che ci devono far rabbrividire.
È una storia antica quella del controllo delle nascite, prima operata con infanticidi e aborti, poi, in maniera più sofisticata, cercando di scoprire efficaci metodi contraccettivi, talvolta sfruttando anche la magia: non ci sono solo pozioni che fanno innamorare, ma anche che proteggono da indesiderate gravidanze. Piante come il melograno, il ginepro, la felce e l’agnocasto sono state sfruttate a questo scopo.
La fisiologia della riproduzione umana è rimasta per secoli avvolta nell’oscurità. Maghe e stregoni venivano consultati al posto dei medici. A ragione, perché ancora negli anni trenta del Novecento il mondo scientifico riteneva che l’ovulazione coincidesse con il periodo mestruale. Il professor Flamigni ricostruisce la storia della contraccezione presentandoci personaggi mitologici, erboristi, ostetriche, inquisitori e pratiche misteriose custodite gelosamente e tramandate da madre in figlia, sino ad arrivare ai giorni nostri, alla ricerca sulla pillola maschile e alla pillola del giorno o dei giorni dopo.
Stabilire il numero di figli che è opportuno avere, a seconda delle nostre condizioni economiche, della nostra salute, dei nostri principi morali e, soprattutto, del nostro senso di responsabilità, ci conduce a ricercare una “paternità responsabile”, che dovrebbe essere sostenuta e facilitata dalla società nella quale viviamo. (Cristina Bellon)
questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero