12 dicembre 2012

IO STO CON ALESSANDRA KUSTERMANN


Quando mi hanno chiesto di raccontare la mia esperienza con Alessandra Kustermann il mio primo ricordo è andato a una attesa. Non una dolce attesa come potrebbe suggerire la sua professione, più che altro direi un’attesa estremamente comune. L’immagine che mi si è formata nella mente è stata quella di una sala d’aspetto, circondata da donne come me. Ogni tanto si apriva la porta di uno studio e vedevo uscirne un ginecologo che salutava la paziente appena visitata e accoglieva la successiva con un sorriso. Qualche volta mi sono chiesta perché, invece, il medico che avevo io era sempre in ritardo, perché ero lì, perché tanti anni prima avevo fatto quella scelta e non ero più riuscita a cambiare idea.

Sono una persona che non ha paura di decidere, di cambiare, di rimettere tutto in gioco: mi piace la puntualità, ma semplicemente questa donna mi ha conquistata. Con tutte le armi che aveva, che sono tantissime, preziose e tremendamente efficaci. Alessandra Kustermann è una donna speciale, basta leggere la sua biografia per rendersene conto. Ma io, che la conosco, e alla quale ho affidato la nascita dei tre miei figli, la considero prima di tutto una persona giusta. Perché dedica il suo tempo alle persone, alle donne che soffrono, quando invece potrebbe svolgere la sua professione (che fa in modo integro, attento, splendido) e vivere benissimo e, tutto sommato, con la coscienza a posto.

Lei ha sempre voluto fare qualcosa di più, per questo ha realizzato negli ultimi vent’anni due servizi a tutela delle donne, degli uomini e dei bambini: il Centro contro la Violenza Sessuale e il Centro contro la Violenza Domestica e lo Sportello per Bambini e Adolescenti Maltrattati, che assistono quotidianamente centinaia di donne, uomini e bambini maltrattati, abusati, abbandonati e si prendono cura del loro futuro. Mi piace giudicare le persone da quello che realizzano nel mondo, da quello che producono di concreto per la società, ecco perché non posso rimanere fredda di fronte a tutto quello che lei ha creato e continua a creare. All’amore che dedica a ogni suo paziente, me compresa, alla dolcezza verso ogni donna maltrattata che assiste, alla determinazione che la porta a creare realtà assistenziali in grado di funzionare senza sprechi e a essere utili alle persone alle quali sono dedicate.

Questa passione lei la mette dentro così tante cose che è fisicamente impossibile non accorgersene. Per questo non posso non appoggiarla nel suo impegno politico, che va oltre le barriere di appartenenza a uno schieramento, ma è un impegno che io sono certa non fa per interesse personale o qualche altro fine, come tantissime volte abbiamo visto fare in politica.

Lei è stata spesso la prima, ad esempio è la prima donna a essere stata nominata primario ginecologo in cento anni di storia della Mangiagalli, ma il suo impegno non è e non sarà esclusivo verso alcuni pochi eletti che possono permetterselo. La sua passione la porta ovunque, soprattutto verso quelle parti della società dove è scomodo, scomodissimo stare, dove la donna è vittima di violenza, di sopruso, dove la sofferenza sembra essere l’unica realtà.

Ecco, mentre penso a queste cose, immagino di vederla finalmente arrivare: devo ammettere che già da lontano mostra una certa autorevolezza, per la quale a tanti può apparire severa, a prima vista. Eppure non vorrei che essere qui, ad aspettare il mio turno. Ed è per questo che io sto Alessandra Kustermann. E non ho alcuna intenzione di cambiare idea.

 

Michela Locarno

 



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