12 dicembre 2012

LA PIETÀ RONDANINI: UNA RISPOSTA NON FACILE


Bisogna riconoscere che nello straordinario capolavoro dei BBPR che è la sistemazione del museo del Castello, il posizionamento del capolavoro di Michelangelo arrivato con l’acquisizione da parte del Comune di Milano della statua nel 1953 a progetto già terminato, ha costituito sin dall’inizio un problema sia in relazione alla stanza dedicata al Bambaia già decisa, con cui il lavoro di Michelangelo ha scarse relazioni, sia la scala della scultura che costrinse a immaginare una diversa quota del pavimento originale per collocarla e isolarla.

In quegli anni frequentavo assiduamente (come assistente di Rogers e come redattore di Casabella) l’indimenticabile studio BBPR e sono stato talvolta testimone di molte discussioni intorno a quel complicato problema della sala degli Scarlioni e del suo contenuto.

Spostare in altro spazio il capolavoro non finito di Michelangelo presenta certamente alcuni vantaggi insieme al rischio di accessibilità diretta, di possibilità di visione e di isolamento di un’opera d’arte culturalmente diversa da quella che domina il resto della sequenza del museo del Castello; sequenza che a sua volta andrebbe ricondotta in altri punti al suo raffinato e preciso disegno originale.

La questione da risolvere è come completare senza stravolgere la stanza finale della sequenza del museo, utilizzando lo spazio già definito dal progetto dei BBPR: con altre opere del Bambaia? Con qualche grande frammento architettonico o con qualche altra opera che utilizzi lo spazio esistente?

Questo è un interessante problema aperto che attende una risposta non facile.

 

Vittorio Gregotti

 



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