5 dicembre 2012

teatro


 

QUESTI AMATI ORRORI

di Renato Gabrielli e Massimiliano Speziani testo di Renato Gabrielli In scena Massimiliano Speziani Spazio scenico e luci Luigi Mattiazzi Prodotto da BIBOteatro

 

In un luogo inusuale e poco frequentato dal grande pubblico (inteso come “numeroso”) come lo Spazio Van ghè, Gabrielli e Speziani hanno ripresentato un lavoro di due anni fa e una trentina di spettatori a sera hanno avuto la fortuna di assistere a una chicca di teatro d’attore e d’autore.

Massimiliano Speziani parte da se stesso e presta il suo corpo a quattro coppie di personaggi: un cane e il suo padrone, una madre e il figlio, due innamorati e un dottore con uno dei suoi pazienti. Le coppie, in una sorta di tesi-antitesi-sintesi hegeliana si creano, con uno dei due personaggi che “esce”, seguito subito dopo dall’altro, interagiscono e poi scompaiono andando a confluire e ri-fondersi nell’attore che, subito – intervallando con qualche canzone che però non sembra mai una divagazione, ma piuttosto parte di un flusso – inizia a dar vita alla coppia successiva.

Il tema del doppio è affrontato dal punto di vista fisico-espressivo, più che da quello concettuale, e la fluidità delle immagini e dei rapporti fra i personaggi che Speziani interpreta, suscitano la fantasia dello spettatore che – tentando di ricostruire il filo di una storia che non c’è – segue e interpreta in una sorta di stream of consciousness. L’assenza di una trama vera e propria rischierebbe di far perdere l’attenzione in certi punti, ma la concretezza delle immagini e il costante rapporto con il pubblico al quale – come in Thom Pain di Will Eno – si dichiara fin da subito di non avere nulla da raccontare, riescono a coinvolgere per tutta la durata dello spettacolo.

Lo spazio è adattissimo al tipo di lavoro, che perderebbe molto se “schiacciato” su un palco frontale, e che ha la sua forza proprio nel rapporto diretto dell’attore/personaggio con gli spettatori che, dopo essere stati prelevati dal piccolo foyer e portati ai loro posti dal personaggio stesso, vengono disposti su tre lati e sono parte dell’azione scenica.

La scrittura di Gabrielli, cucita addosso a Speziani, è semplice e brillante, ricca di giochi di parole non fini a loro stessi e tesa verso un’essenzialità in perfetto equilibrio fra il colloquiale e l’evocativo.

Spazio Van ghè, dal 1 al 3 dicembre

 

In scena

Al Piccolo Teatro Grassi dal 4 al 9 dicembre Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, regia di Paolo Magrelli.

Al Teatro I fino al 10 dicembre Tre atti unici di Anton Cechov, regia di Roberto Rustioni.

Al Teatro Elfo Puccini dal 4 al 16 dicembre Un marito ideale di Oscar Wilde, regia di Roberto Valerio.

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti