28 novembre 2012

LA CITTÀ METROPOLITANA A MILANO: IL TEMPO STRINGE…


Prevista per la prima volta con legge nel lontano 1990, l’istituzione delle Città Metropolitane ha trovato nuovo slancio nell’art. 114 della Costituzione, dopo la riforma dell’ordinamento della Repubblica del 2001 con la modifica del titolo V della Carta. L’art. 18 del Decreto Legge 95/2012, convertito, con qualche modifica, in legge lo scorso agosto, istituisce, dopo un lungo rimpallo legislativo, le città metropolitane con conseguente soppressione delle Province e del relativo territorio.

La legge è chiara e non lascia molto tempo di organizzazione pratica: il tempo stringe e dobbiamo fare in fretta! Il 1 gennaio 2014, ovvero precedentemente, alla data della cessazione o dello scioglimento del consiglio provinciale, le Province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria sono soppresse, con contestuale istituzione delle relative città metropolitane. Il territorio della città metropolitana coincide con quello della provincia contestualmente soppressa, venendo quindi, quella di Milano, a ricomprendere tutto il vasto territorio dell’hinterland milanese.

Le funzioni fondamentali attribuite alle nuove istituzioni sono in parte coincidenti con quelle delle Province, con qualche significativa aggiunta, comprendendo ambiti davvero molto diversi: dalla pianificazione territoriale generale, delle infrastrutture e dei mezzi pubblici, alla materia ambientale; dalla mobilità e il traffico, alla programmazione provinciale della rete scolastica.

Ci si rende conto che si tratta di aspetti di rilevante importanza della nostra vita sociale che saranno regolati da un’istituzione completamente nuova. Anche l’apparato istituzionale pone delle problematiche contingenti. Sono organi della città metropolitana il consiglio e il sindaco metropolitano, il quale può nominare un vicesindaco e attribuire deleghe a singoli consiglieri. In sede di prima applicazione, è di diritto sindaco metropolitano il sindaco del comune capoluogo, poi lo statuto dovrà decidere le differenti modalità di elezione.

I componenti del consiglio metropolitano (dieci consiglieri nelle città metropolitane con popolazione residente superiore a 3.000.000 di abitanti, tra cui quella di Milano) sono eletti, tra i sindaci dei comuni ricompresi nel territorio, da un collegio formato da questi ultimi e dai consiglieri dei medesimi comuni, secondo le modalità stabilite per l’elezione del consiglio provinciale e con garanzia del rispetto del principio di rappresentanza delle minoranze.

Questo, in sintesi, l’impianto normativo, ma, ad avviso di chi scrive, molte problematiche rimangono aperte e, si ribadisce, il tempo a disposizione per risolverle non è molto. Si offre, in questa sede, qualche spunto di riflessione ai lettori su un argomento che ci farà molto parlare, a livello politico, nel corso del prossimo anno.

Considerando i numerosi comuni a importante rilevanza sociale nella Città Metropolitana di Milano e le relative problematiche specifiche dei singoli enti locali, viene da chiedersi quali rappresentanti ne entreranno a far parte e se tutti i singoli interessi locali ne saranno rappresentati.

La normativa è generica e la sua applicazione pratica risulta problematica: occorre predisporre uno statuto, nei primi mesi di vigenza dell’istituzione, che sia da una parte garanzia di funzionamento dell’Ente Locale, ma anche strumento a tutela delle minoranze. Una proposta, in tal senso, potrebbe essere un'”assise per l’approvazione dello statuto”, comprendente gli esponenti delle professioni (sindacati, camere di commercio, organizzazioni di categoria), della cultura, dell’associazionismo, della società civile da organizzare nel 2013, in modo da non arrivare nel 2014 con le immaginabili lotte politiche per la redazione del documento che sarà estremamente importante per il funzionamento dell’Ente.

Tale “tavolo di lavoro”, che metta a contatto le varie anime della città e della provincia, potrebbe essere un buon inizio per redigere uno statuto coerente e funzionale che davvero renda concreta l’istituzione nell’interesse dei cittadini e rappresentativa delle varie anime della città e dei paesi limitrofi. Il poco tempo, le molte competenze dell’Ente e le svariate problematiche sul tappeto ci impongono tale concretezza.

Ilaria Li Vigni

 

 

 



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