28 novembre 2012

Scrivono vari 28.11.2012


Scrive Maria Grazia Campari a LBG – Mi riferisco al pezzo su elezioni e tempo di migrare con il quale concordo interamente. Vorrei anche sottolineare che la fondata delusione nei confronti di chi ha chiesto un voto per un incarico che poi tralascia per un migliore ufficio in progressione di carriera (personale) dovrebbe coinvolgere anche chi ha ricevuto una delega essenziale dal sindaco e la sospende o dismette, a seconda delle eventualità della sorte. Mi riferisco ovviamente a Tabacci. Il rimedio sarebbe non molto complicato: evitare di rendere troppo appetibile il piatto della politica. Gli esempi possono trovarsi nelle prassi dei paesi del nord Europa: basterebbe copiare. Ma come riuscire a ottenere che rinuncino per via legislativa ai privilegi i legislatori che ne beneficiano in prima persona? Evidentemente solo un’autorità terza indipendente (se mai ne esistessero in Italia) potrebbe porsi all’opera.

Scrive Vito Ayroldi ad ArcipelagoMilano – I lettori adusi allo stile sferzante del professor Ponti sanno che sovente le sue interpretazioni dei fatti somigliano a iperboli “tirate per i capelli”. Affermare però: “Tutto ciò ovviamente per ‘salvare il sacro suolo dell’agricoltura’, attività inquinante, – non virgolettato che, al limite, si poteva non condividere ma per lo meno comprendere – che vive quasi solo di sussidi, cioè con i soldi dei contribuenti, e occupa pochissime persone” passa abbondantemente il segno per sconfinare nella sterile demagogia. Libera dev’essere l’espressione del pensiero, sia chiaro. È mia personale convinzione a corollario che si possa sempre esprimere ciò che si pensa sorvegliando meglio quel che si dice.



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