21 novembre 2012

PREFERISCO TABACCI


Dice un antico proverbio cinese: “Quando soffiano i venti del cambiamento qualcuno costruisce fondamenta, altri mulini a vento”. Nel guado in cui si trova l’Italia Bruno Tabacci mi sembra il buon muratore a cui dare fiducia alle prossime primarie nazionali del centro sinistra.

Consiglio di votarlo perché nella buona politica, di cui sentiamo un gran bisogno, sono essenziali il coraggio, la libertà delle idee, l’esperienza concreta e i verificabili risultati di governo.

La scelta di Tabacci, un cattolico moderato e liberale, di sostenere ed entrare, come assessore al bilancio, nella giunta Pisapia è l’esempio di come sia possibile governare il cambiamento con una coalizione di forze politiche e civiche diverse portando un’area di moderazione e dialogo basato sulle cose concrete da fare per il bene della comunità.

Dire parole di verità sul disastroso stato delle finanze comunali lasciate dalla giunta Moratti, come ha fatto Tabacci, e prendere decisioni severe ma eque per salvare il bilancio, cioè i soldi dei milanesi, è fare politica come servizio civile anticipando le decisioni prese dal Presidente del Consiglio Mario Monti che hanno salvato il Paese e ridato credibilità e affidabilità all’Italia.

E questo in una giunta a forte ispirazione civica e di centro sinistra in grado, nello stesso tempo e con spirito unitario, di approvare i diritti delle coppie di fatto.

Le iniziative parlamentari di Bruno Tabacci contro il conflitto d’interessi, per la liberalizzazione dei settori economici, dei mercati e delle professioni nell’interesse dei cittadini, per una disciplina severa del finanziamento dei partiti attraverso contributi personali, sono i capisaldi di un programma di serio rinnovamento del Paese e di alternativa politica e morale ai veleni del berlusconismo.

È quindi possibile dar vita a un nuovo equilibrio politico nel Paese fondato sulla moderazione, sulle competenze e il merito per proseguire, migliorando, l’agenda Monti. Ha fatto bene Tabacci a battersi perchè fosse accolto il suo documento aggiuntivo alla Carta d’intenti Italia. Bene Comune sottoscritto da PD, PSI e SEL. In questo documento sono raccolti cinque idee centrali: 1) la netta scelta europeista; senza un’Europa federale saremo destinati a soccombere; 2) la difesa dell’euro attraverso una cessione di sovranità da parte dei singoli stati e un grande impegno per mettere assieme i debiti sovrani dando vita agli eurobond e trasformando la Banca centrale UE in una Federal Reserve americana; 3) il controllo della finanza le cui disinvolture hanno creato le condizioni per l’attuale crisi strutturale, ben superiore a quella del ’29; 4) l’urgenza di creare un’agenzia di Rating europea magari controllata da strutture pubbliche.

5) la guerra all’evasione fiscale facendo finalmente emergere il 30% di quell’economia sommersa che permetterà di far pagare a tutti tasse giuste. La riduzione drastica del ‘nero’ si dovrà accompagnare a un forte abbassamento dei costi della politica e all’introduzione di un tetto per gli stipendi e le spese di tutti gli eletti; 6) l’avvio di una rivoluzione civica basata sul principio: che il benessere è legato al lavoro e non alla furbizia; che gli affari non si possono condurre senza regole e senza un’etica profonda; che i diritti camminano sulle gambe dei doveri; che la politica senza principi è un pragmatismo senza speranza.

Un lombardo come Tabacci, attento anche alle forme (candidandosi alle primarie ha restituito al sindaco Pisapia le deleghe) può portare alla guida del governo dell’Italia competenze tecniche coniugate con l’attenzione per l’autonomia delle comunità coniugata con un forte senso dello Stato.

Nella verticale crisi dei partiti credo che il candidato Bruno Tabacci sia la persona giusta per un rinnovamento concreto e non solo generazionale contribuendo in questo modo a costruire le fondamenta di una terza repubblica refrattaria alle illusioni di un liberismo anarcoide e guidata dai principi dell’economia sociale di mercato

 

Carlo Montalbetti



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