21 novembre 2012

cinema


 


 

ARGO

di Ben Affleck [U.S.A., 2012, 120′]

con Ben Affleck, Bryan Cranston, Michael Cassidy, Taylor Schilling, Alan Arkin, John Goodman

 

“Abbiamo fatto la storia stanotte. La storia inizia come farsa e finisce come tragedia”. La storpiatura della nota citazione di Karl Marx è il confuso e impulsivo modo di esultare di Lester Siegel (Alan Arkin) appena ricevuta la notizia che l’operazione Argo ha avuto successo.

Ben Affleck, al suo terzo lungometraggio da regista dopo Gone Baby Gone e The Town, ha però deciso di invertire questi due elementi nella struttura narrativa della sua opera. Il prologo è tragedia, appunto. In tre minuti vengono riassunti il colpo di stato in del 1953 appoggiato dalla CIA contro il primo ministro Mossadeq, la caduta dello Shah nel 1978 e l’inizio della rivoluzione che porterà al potere l’ayatollah Khomeini.

La telecamera si sofferma sulla bandiera a stelle e strisce che brucia lentamente, l’odio verso gli Stati Uniti e il desiderio di vendetta della popolazione sono alla base dell’attacco all’ambasciata americana di Teheran. Cinquantadue diplomatici vengono presi in ostaggio ma sei riescono a fuggire, riuscendo a trovare asilo presso la residenza dell’ambasciatore canadese.

È in questo contesto che l’agente della CIA Tony Mendez (Ben Affleck), specializzato in esfiltrazioni, deve progettare la fuga dei compatrioti isolati. Qui fa il suo sorprendente ingresso in scena la farsa. Sequenza dopo sequenza, gli spettatori come gli agenti della CIA si rendono conto che Argo, il folle progetto che prova a muovere a vuoto la macchina del cinema, è l’unico strumento per scalfire la ferocia e l’accanimento del nuovo potere iraniano.

Ben Affleck mantiene ben distinto l’elemento tragico da quello farsesco. Ha deciso saggiamente di non mescolare il sangue e la sofferenza della popolazione in rivolta ai frivoli battibecchi delle celebrità del mondo del cinema e a una satira spassosa e irriverente di Hollywood tra cui spiccano il falso lancio del film a colpi di pubblicità e le decadenti serate sociali.

La fusione avviene solo nella scena finale, quando la finta troupe di Argo può gioire di questo paradossale e irripetibile incontro tra dramma e farsa. Il popolo iraniano, che il regista ci mostra in fuga verso il confine iracheno, resta purtroppo abbandonato nelle spietate mani della tragedia.

Marco Santarpia

In sala a Milano: Apollo, Anteo, Ducale, Colosseo, UCI Cinemas Bicocca, UCI Cinemas Certosa, Gloria, Arcobaleno.

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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