14 novembre 2012

E POI COSA NE FACCIAMO DELL’EXPO?


Il lascito di Expo, finita l’esposizione, non è ancora definito e questo è grave, perché non avendolo immaginato non è possibile indirizzare in alcun modo quello che ora si sta facendo in previsione del suo futuro, quello che comunemente chiamiamo il “dopo expo”. In questo vuoto avanziamo una proposta elaborata da un Gruppo di lavoro multidisciplinare che prevede l’insediamento di un Parco tematico ludico educativo in versione Science Center all’interno del parco urbano destinato a occupare, al termine dell’evento,  45 ettari del sito espositivo.

È un modo nuovo per far convivere, in un’area comune, spazi aperti e strutture a ingresso libero o fruibili a pagamento. Un’area quella individuata, a Nord del Decumano tra gli ingressi Est e Ovest, delimitata dal canale e dove, in particolare, si concentra la maggior parte del lascito Expo Iniziando dal parco urbano e dal Parco tematico nel disegnare il futuro del sito espositivo, si attiverebbe un processo virtuoso in grado di orientare le scelte progettuali, la destinazione da dare al resto del sito.

In primo luogo la valorizzazione del lascito Expo in vista dell’utilizzo successivo e la sua messa a patrimonio da parte di Arexpo spa ridurrebbe l’esigenza della stessa di far cassa per rientrare dall’esborso, pari a circa 300 mln €, impiegati nell’acquisto e sistemazione dei terreni. Ne consegue che l’indice di edificabilità, fissato nell’Accordo di Programma a 0,52 mc/mq potrebbe essere rivisto al ribasso. Si eviterebbe così di trasformare il dopo EXPO in una operazione puramente immobiliare.

Inoltre le soluzioni da adottare per il Parco tematico al fine di ridurre il suo impatto ambientale a valori prossimi a zero e di proporre al grande pubblico un modello, già visto durante Expo di Smart City servita da una rete energetica intelligente (Smart Grid) su tecnologia Enel, Cisco, Telecom e Accenture, potrebbero orientare, in direzione analoga, la progettazione sia del quartiere abitativo che della prevista Funzione pubblica.

Il Parco intende recuperare alcune suggestioni dell’Orto Botanico Planetario come le serre bioclimatiche dove ricreare il clima tropicale umido, tropicale secco e arido, ora riproposte con contenuti nuovi grazie al coinvolgimento di Paesi partecipanti, ridotte negli spazi (da 25.000 mq a 15.000 mq) e nel numero (da 3 a 2), da realizzare con l’apporto finanziario di investitori privati. O come gli orti da prevedere non più all’interno del sito espositivo ma nel territorio metropolitano, nel Parco Agricolo Sud Milano, in spazi inutilizzati della città in forma ad esempio di campi sperimentali, orti urbani, che si aggiungerebbero così ad agriturismi, fattorie didattiche, cascine che già costellano il territorio raggiungibile dai visitatori del Parco, interessati a un turismo non solo agricolo, grazie a una rete di piste ciclabili da completare entro il 2015.

Con l’arrivo di investitori privati, motivati dalla prospettiva di avere la gestione del Parco, verrebbe a cadere l’obiezione principale alla base della rinuncia delle serre da parte dell’amministratore delegato di Expo 2015 SpA, dottor Giuseppe Sala “non abbiamo trovato una soluzione che potesse sostenere il costo delle serre e soprattutto la loro manutenzione nel tempo”.

Da lascito EXPO a Parco tematico – Nella tabella I sono elencati i componenti del lascito che, se progettati in vista anche degli sviluppi successivi, darebbero vita, in tempi brevi, a un Parco tematico ludico educativo articolato nelle voci riportate nella stessa Tabella, con una proiezione a un futuro più lontano (Centro acquatico e Resort tematizzato).

È un Parco visitando il quale si compie un viaggio virtuale che inizia dal centro della Terra (Scienze della Terra), prosegue con l’esplorazione dei più suggestivi biomi del pianeta, ricostruiti all’interno delle serre (Biosfera) e all’aperto nelle aree bioclimatiche (Area clima temperato e Collina mediterranea) e che, dopo aver osservato la Terra dallo spazio grazie ai satelliti e alle stazioni orbitali, si conclude alla scoperta dell’Universo (Cupola dell’Universo). Le tematiche rappresentano l’allargamento, nella continuità, di quelle presentate durante l’Expo 2015 espresse da: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

Come è mostrato nella Figura 1, il Parco è raggiungibile dagli ingressi Est e Ovest del sito espositivo o attraversando il Ponte Expo-Fiera ed il Ponte Expo-Merlata ed è servito, al proprio interno, da Decumano e Cardo e dal canale, se verrà reso navigabile.

 

 

(*)    Nell’ipotesi che i blocchi sud e centrale di Expo Center vengano progettati non per essere smantellati ma recuperati e valorizzati

(**)    Nell’ipotesi che venga recuperata da Expo 2015 SpA l’idea iniziale delle Serre bioclimatiche ma in versione riveduta e corretta da integrare con i Clusters, con i Padiglioni riservati ai Paesi partecipanti.

 

 

Per le serre, ridotte nel numero e nella superficie (Tab. II), sono state scelte forme semplici assimilabili a porzioni di cilindro tagliato lungo un piano parallelo a quello che passa per il suo asse (Fig. 2).

La tecnologia costruttiva delle serre è derivabile da quella impiegata nella copertura della “Piazza Città della Lombardia” facente parte del Palazzo Lombardia, costituita da una struttura reticolare metallica (tubi Tenaris) chiusa da cuscini trasparenti in ETFE (etiltetrafluoroetilene).

È una tecnologia che se trasferita alle serre permetterebbe di contenete i tempi di progettazione e realizzazione a soli 20 mesi garantendo così un margine di tempo per indire i bandi di gara e, una volta completate, per allestire gli interni con il contributo di Paesi partecipanti.

Si tratta di serre dai bassi consumi energetici grazie alle proprietà isolanti della copertura e al recupero del calore in eccesso quando si accumula sulla volta. Novità assoluta l’impiego di schermi scorrevoli, per l’ombreggiamento delle serre e per la contemporanea generazione di energia elettrica, con una superficie attiva totale di 2200 mq, (Tab. II).

 

La visita al Parco tematico – Nello schema di Figura 3 sono riportati, nella colonna di sinistra, i componenti principali del lascito Expo già nella versione Parco tematico fra loro collegati con vie d’acqua e di terra e in quella di destra le funzioni svolte dai singoli componenti.

Per i visitatori del Parco il percorso suggerito è quello che simula il viaggio “Dal centro della Terra all’Universo” con partenza dal padiglione le “Scienze della Terra”, la visita al Museo dell’Alimentazione all’interno di Cascina Triulza (se ripreso in considerazione da Expo 2015 spa), per poi proseguire con l'”Area clima temperato” riproducente paesaggi lombardi , la “Biosfera”, la “Collina mediterranea” terminando la visita nella “Cupola dell’Universo:

Numerose le occasioni di sosta lungo il percorso: da una ristorazione sia a km 0 che etnica, a una serie di punti vendita dedicati a: prodotti agroalimentari ed enogastronomici, prodotti, gadget che si ispirano alle tematiche del Parco, florovivaistici, etc.; le stesse occasioni offerte al pubblico non interessato alla visita del Parco.

 

La visita al territorio metropolitano – Al visitatore del Parco viene offerta la possibilità di fare il turista all’esplorazione del territorio servendosi di una rete di piste ciclabili in parte esistente in parte da completare in occasione dell’Expo; una rete che ha come direttrici principali il Canale Villoresi e il Naviglio Grande. Èun territorio che si caratterizza per la presenza di bellezze architettoniche, centri storici, agriturismi, fattorie didattiche, parchi naturali, luoghi di interesse ambientale e paesaggistico, boschi con una ricca fauna.

Il Parco tematico: non solo Science Center – Il Parco rientra nella categoria di Science Center inteso come museo di nuova generazione di tipo interattivo e multimediale, articolato in percorsi espositivi ed esperienziali. In più si propone come struttura complessa alimentata da energie rinnovabili, a impatto ambientale vicino a zero, dotato di Shopping Center e Ristorazione con format tematizzato; un Parco interprete di un nuovo stile di vita, non recintato ma integrato con il territorio metropolitano considerato meta turistica. È un’offerta, quella del Parco, che si aggiunge, arricchendola, a quella dei musei cittadini della stessa tipologia: Museo della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci”, Museo di Storia Naturale, Acquario Civico, Planetario “Ulrico Hoepli”.

La proposta del Parco tematico è stata elaborata da un Gruppo di lavoro multidisciplinare ad indirizzo prevalentemente scientifico. Per completare la squadra, ad esso si è aggiunto il Gruppo W.P.G. (World Parks Group) operante a livello internazionale con una consolidata esperienza nella ideazione, progettazione, realizzazione di parchi tematici e nella formazione del personale dedicato alla loro gestione.

A buon punto la ricerca di investitori privati disposti ad intervenire finanziariamente nella conversione del lascito Expo nel Parco tematico, motivati dalla prospettiva di avere poi un ruolo significativo nella sua gestione, meglio se disposti a prendersi carico anche del parco urbano. Il Parco, oltre a generare a regime un fatturato stimato in 70 mln €, con oltre 2 milioni di visitatori/anno, si pone l’obiettivo, analogo ad una “rescue company, di “salvaguardare una parte dei posti di lavoro…”, almeno 700, che inevitabilmente verranno persi alla conclusione dell’Esposizione Universale. Per maggiori approfondimenti si rimanda al sito: www.dopoexpo2015.it.

 

Eugenio Repetto

 

 



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