7 novembre 2012

libri – KLIMT


 

KLIMT

Le donne, l’arte, gli amori

Edgarda Ferri

Tre Lune Edizioni

pp 220, euro 18

 

Puntuale e utile è il libro, fresco di stampa su Klimt, nel 150 anniversario della sua nascita, della scrittrice, giornalista del Corriere della Sera, Edgarda Ferri, specializzata in biografie di donne e uomini degni di ricordo (ne ha venti al suo attivo). Un personaggio intrigante il pittore Klimt, sempre colto fino a oggi nel suo agire pubblico, per la novità e spettacolarità della sua pittura, ma mai indagato, come fa la Ferri, nel suo privato, in quel suo lussureggiante gineceo, che a partire dalla madre e dalle due sorelle, arricchiva ogni piano della sua esistenza.

Merito dell’autrice è avere saputo mescolare i vari livelli di osservazione della vita del pittore ribelle e provocatore, dissacrante dei costumi della sua epoca, la fine del secolo ‘800, in una Vienna raffinata, al culmine del suo splendore, centro del mondo culturale europeo, capitale di un impero che stava inesorabilmente precipitando verso il disastro della sua dissoluzione, decretata dalla prima guerra mondiale.

Klimt fu, come è noto, promotore di quel movimento artistico denominato Secessione viennese, sull’onda dell’Art Nouveau, che aveva come fine la creazione di uno stile nuovo, in contrapposizione con lo stile accademico.L’intera società ne fu coinvolta, popolata al tempo da musicisti come Mahler, Schonberg, Berg, intelligenze come Freud e Wittgenstein, scrittori come Musil, Schnitzler, von Hofmannsthal.

Klimt, di umili origini, frequentò la scuola di Arti e Mestieri e fondò la prima società di artisti, grazie alla quale decorò edifici pubblici acquisendo una certa notorietà, alimentata da giuste frequentazioni femminili dell’alta società viennese. Fu ai suoi esordi aperto agli influssi del tempo, l’eccletismo storicistico prima, il simbolismo poi, fino ad arrivare nel 1901 alla sua cifra personale, con Giuditta I, quando il suo stile si fa bidimensionale con campiture molto colorate e una accentuazione del linearismo, ove abbondano gli ori e gli indaco (vedi l’immagine sulla copertina del libro). Il periodo aureo si concluse nel 1909 con Giuditta II. Dopo una crisi di ispirazione, seguì un periodo espressionista, interrotto dalla morte prematura nel 1918 per ictus.

La sua pittura, ove la donna è la protagonista incontrastata, è percepita come sensuale erotica, immorale, indecente, oscena, anche se, a onore del vero, si nota un distacco tra i nudi privati, ove la donna è simbolo di voluttà, dall’icona stilizzata esposta al pubblico.

La donna in quel fine ottocento sta vivendo la sua emancipazione, la sua crisi di identità, contro i clichè maschilisti imperanti: pretende il voto, lavora, si afferma come artista concorrente con l’uomo, sfugge al suo dominio, diventa una donna predatrice in amore. E così la ritrae Klimt, che riduce la donna a immagine, per cercare di dominarla, la ricopre d’oro e di gioielli, la rende oggetto per salvarsi dalla sua soggettività, la stilizza, la relega in mondi artificiali. In questo panorama culturale e sociale appare significativa la vicenda umana e artistica di Alma Schindler, una delle muse ispiratrici di Klimt, che, da un lato, fu costretta dal suo futuro marito Gustav Mahler, ad abbandonare con le nozze la sua promettente carriera musicale, e dall’altro, dopo la morte del compositore, si legò a Kokoschka, Gropius, Werfel.

Tra le innumerevoli signore della borghesia frequentate da Klimt, utili alla sua ascesa sociale e artistica, la Ferri ci parla di Adele Bloch Bauer, Susanne Stoclet ed Emilie Floge, detta Midi, donna d’affari di successo, che fungerà da accompagnatrice ufficiale. Ma l’artista conquisterà, allo stesso tempo, donne del popolo, sue modelle, sempre separando i due livelli. Avrà quattordici figli illegittimi, e solo quattro madri saranno ricompensate. La sua “libidine faunesca” fu la stessa causa della sua straripante creatività.

La Ferri ha saputo estrarre dal suo cappello di maga della parola, i molteplici caratteri delle varie figure femminili, amate da Klimt, e ha legato le loro esistenze con i grandi personaggi del tempo, in una narrazione incalzante, giostrando gli innumerevoli aneddoti con la maestria di un giocoliere, pur nel rigore delle fonti, sullo sfondo dell’impero asburgico sull’orlo del declino. Il prezioso corredo di foto, al passaggio tra l’800 e il ‘900, con le immagini di Klimt e il suo entourage, come i membri della Secessione Viennese, e le numerose illustrazioni di disegni e schizzi di nudi realizzati dal pittore, rendono il libro ancora più godibile.

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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