31 ottobre 2012

BERSANI CAYMAN SERRA RENZI


Non conosco Matteo Renzi e, se vogliamo, una perplessità che avevo, era l’origine, diciamo non laica, del nostro. Il commento di Bersani, che si è inventato come unico argomento le Cayman, mi è sembrato invece, quello si, molto farisaico e veramente ipocrita e fuori dalla realtà. Impressione accelerata dal fatto che consigliere economico di Bersani sia stato nominato, ripeto nominato non eletto da una base, sistema che evidentemente non c’è, Stefano Fassina. Ricordo che il precedente era Nicola Rossi, economista di spirito invece veramente liberale, che l’anno scorso non solo si è dimesso dal PD, ma, caso unico, anche da parlamentare, rinunciando alle laute prebende pensionistiche dei nostri.

Bersani vuol governare l’Italia e non conosce il sistema finanziario internazionale e quindi la realtà in cui viviamo? Bersani, dopo aver sostenuto Mario Monti, vuole governare un paese, con questo debito pubblico e con tasso di sviluppo negativo, con i consigli di Stefano Fassina? Non conosco Davide Serra, ma fui molto impressionato quando lessi del suo attacco al salotto buono, che più buono non si può, cioè le Generali e Mediobanca, qualche anno fa, quando aveva solo 37 anni.

Il motivo dell’attacco da cui credo che Bernheim non si sia più ripreso? Inefficienza e non rispetto delle regole. Chi nel sistema imprenditoriale e finanziario italiano, ha mai avuto il coraggio che ebbe allora il giovanissimo Davide Serra? Chi nel sistema del centro sinistra ha avuto il coraggio di Davide Serra e che non hanno avuto imprenditori e mondo della finanza? Poi ho letto e mi sono informato su di lui. Il signor Davide Serra, laureato alla Bocconi, è uno che si è fatto da sé in modo esemplare, andandosene all’estero e affermandosi per merito personale.

Non solo, non viaggia in Ferrari e non frequenta Portofino, ma è sposato e ha quattro figli con una ragazza della borghesia milanese. Cosa importa direbbe qualcuno? Non sono d’accordo, anzi penso che siano cose che abbiano la loro importanza e su cui un leader come Bersani debba informarsi prima di lanciare ai quattro venti un’accusa che suona come “evasore fiscale… finanziere d’assalto o simili”. Invece Davide Serra é un uomo certo profondamente diverso dai furbetti del quartierino che accompagnarono l’avventura di Consorte e degli amici di Bersani, volta a “comperarsi una banca”.

Non sono andato al famoso pranzo della sera organizzato da Davide Serra, ma sono andato ascoltare Matteo Renzi, lo stesso giorno, poco prima, a un dibattito, dove partecipava accanto a Roger Abravanel, Claudio Costamagna e Tito Boeri. Erano presenti centinaia di persone del mondo economico finanziario milanese: non mi sembra facile vedere questo mondo muoversi così intensamente.

Renzi é un competitor serio e una possibilità reale per il sistema paese Italia e i suoi argomenti sono sostanzialmente basati su una proposta complessiva di cambiamento delle regole. Con tutta la partecipazione umana che vogliamo, non penso che sarebbe un grande guaio per il nostro Paese se cambiassimo in una volta sola, oltre una destra disastrosa e imbrogliona, anche la classe dirigente del centro sinistra, inclusi tutti i vecchi intrecci di potere, incrostazioni ed eredità di tangentopoli.

Certo faremo, forse, delle vittime innocenti …, le quali però saranno confortate dalla lauta pensione loro dovuta dalla presenza parlamentare di tre, quattro o più legislature, garantite ulteriormente dall’aver fissato una data elettorale che implementa il contributo pensionistico di quest’ultima. Certo, per chi ha letto Macchiavelli, anche Matteo Renzi potrebbe essere un’operazione gattopardesca, ma se la pensiamo così l’Italia non la cambieremo mai.

Cesare Prevedini

 

 



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