31 ottobre 2012

libri – LA POESIA E’ UN ORECCHIO


 

LA POESIA È UN ORECCHIO

Donatella Bisutti

Feltrinelli Kids

pag. 258, euro 15

 

Mercoledì 7 novembre, ore 18, presso Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7 Milano, il libro verrà presentato con il Recital di Silvio Raffo

Donatella Bisutti, poetessa, scrittrice, traduttrice (L’albero delle parole, Feltrinelli 1979, Inganno ottico, Guanda 1984, Premio Montale, La poesia salva la vita, Feltrinelli 1992, Volevo avere gli occhi azzurri, Bompiani 1997, Colui che viene, prefazione di Luzi, Interlinea 2002, The Game-Poems 1985-2005, Gradiva, New York 2007, Rosa alchemica, Crocetti 2011) conduce da anni un’intensa attività di analisi e divulgazione di opere e temi poetici, soprattutto attraverso la Rivista Poesia e Spiritualità, da lei fondata e diretta dal 2008.

In La poesia è un orecchio propone un’attenta indagine dei profondi e inaspettati rapporti tra la sinestesia sensoriale e la metafora poetica. Il volume è apparentemente rivolto ai lettori più giovani, per accompagnarne e favorirne lo sviluppo intellettuale in chiave di consapevolezza e creatività. In realtà l’indagine si scopre lentamente possedere un orizzonte più vasto e ambizioso. Quello di misurare le relazioni, o alcune relazioni, tra linguaggio, emozioni e significati nel contesto poetico.

L’esame delle poesie, ricchissimo e sorprendente – che si estende su oltre duecento testi di cinquanta autori diversi – comprende versi che vanno da Giacomo Leopardi a Umberto Saba, da Giosuè Carducci a David Maria Turoldo, da Elsa Morante a Giovanni Pascoli e, ancora, da Sbarbaro a Vigolo, da Soffici a Sereni, da Pavese a Montale, da Quasimodo a Ungaretti, Gozzano, Vivanti, Bertolucci, Caproni e, come si diceva, molti altri.

La bussola per orientare il lettore, giovane o meno, in un simile oceano poetico è la parola, o, meglio, l’ascolto della parola con l’orecchio del cuore, che è, avverte Donatella Bisutti, l’orecchio della poesia, arte nella quale il segno e il suono si trasformano in emozione, cioè in una risultante di percezioni, immaginazioni, fantasie, sentimenti, sogni, desideri, rimorsi e rimpianti.

E così l’autrice, con abilità quasi stregonesca, ci porta a spasso tra versi celebri e meno celebri, inebriandoci con i colori e i profumi della frutta e della verdura di Piazza delle erbe di Diego Valeri, facendoci avvertire un quasi impalpabile mal di mare su un battello all’ancora che va su e giù lentamente nel porto di Genova, quasi ipnotizzandoci con i versi di Lucio Piccolo che ci suggeriscono il “sapore della sera” che pervade le parole (ma sono solo parole?) de La luna porta il mese.

La chiave di lettura di simili affascinanti esperienze poetiche è per la Bisutti la sinestesia, fenomeno percettivo non ignoto alla scienza greca e poi traslato nella retorica, riportato in luce nel tardo Rinascimento, indagato da Giordano Bruno nei suoi rapporti con la memoria e oggi al centro di studi approfonditi nel campo sterminato delle neuroscienze. La sinestesia percettiva ci consente così di avvertire a un tempo suoni, ritmi, colori, luci, movimenti, significati, immagini, riuscendo con la poesia ad ascoltare silenzi, ad annusare stagioni, a orientarsi nel buio.

Per molti lettori, ne siamo certi, le pagine di Donatella Bisutti consentiranno di rileggere o ricordare tante poesie dell’infanzia o della giovinezza in una luce e con dei suoni tanto diversi quanto inaspettati. (Paolo Bonaccorsi)

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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