10 ottobre 2012

IL CARCERE E LA CITTÀ: CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO A SAN VITTORE


Venerdì pomeriggio il Consiglio comunale di Milano si è riunito per una seduta straordinaria presso la casa circondariale di S. Vittore, definito dal Cardinale Martini “il cuore di Milano”. A memoria del Presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo è stata la prima seduta consigliare fuori da Palazzo Marino. Una scelta forte, promossa dalla sottocommissione Carcere che ho l’onore di presiedere, per comunicare il legame stretto e necessario tra il carcere e la città, per contribuire a portare fuori dall’ombra lo scandalo delle condizioni delle nostre carceri e per assumerci degli impegni.

Il Consiglio si è tenuto nel IV raggio, da molto tempo in attesa di ristrutturazione, alla presenza di una rappresentanza dei detenuti e degli operatori e volontari. È stato finalmente un consiglio all’altezza del suo ruolo: un dibattito “alto”, come ha commentato il Sindaco e vissuto con un’emozione palpabile negli interventi dei consiglieri, di un detenuto e di altri rappresentanti istituzionali.

È difficile e non scontato, in questo periodo, parlare di carcere. La crisi sociale ed economica che stiamo attraversando alimenta rancore, risentimento e chiusura. La politica, cinicamente, corre il rischio di inseguire e fomentare questo clima e un’ingiustificata guerra tra poveri. Qualcuno ha, infatti, suggerito che non fosse opportuno, di questi tempi … Qualcuno ci ha suggerito di occuparci prima degli onesti, prima di “chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese”. Con grande responsabilità, invece, abbiamo cercato di promuovere pensiero e cultura intorno alla questione carceraria: occorre, infatti, spiegare con forza che è una questione che non riguarda solo i detenuti e gli addetti ai lavori, che non è una questione di buoni sentimenti. È una questione che riguarda la città. È una questione di diritti (articolo 27 della Costituzione), è una questione di “prepotente urgenza” come ci ha ricordato il Presidente Napolitano, ma è anche una questione di coesione sociale e progresso civile.

È stata l’occasione per affermare alcuni principi. Innanzitutto l’importanza di comunicare e spiegare in tutte le occasioni che la detenzione non è l’unica forma possibile di pena e sanzione. Le misure alternative sono più efficaci in termini di recidiva: chi sconta tutta la pena in carcere ha un tasso di recidiva di quasi tre volte superiore. Alleggerire le carceri consentirebbe di avere meno reati e più risorse per chi in carcere deve rimanere.

Quindi abbiamo sostenuto la necessità di misure deflattive, la cancellazione delle leggi “carcerogene” Bossi – Fini (immigrazione) e Fini – Giovanardi (dipendenze), e l’imperativo di promuovere e rendere effettivamente praticabili le misure alternative che in Italia raggiungono livelli lontani dagli standard europei.

Il consiglio comunale nella seduta di venerdì ha inoltre fatto un passo importante approvando l’istituzione del Garante delle persone private della libertà della città di Milano su proposta della sottocommissione Carcere (34 voti a favore e 1 astenuto). Con i suoi quattro istituti di pena e i suoi circa 4.500 detenuti, la nostra città ha così colmato un ritardo. Abbiamo proposto un Garante con un doppio sguardo, che abbiamo definito “strabico”. Da una parte una figura operativa, che entri in carcere, che parli con i detenuti e che si occupi del quotidiano, dall’altra una figura, nella sua terzietà, capace di parlare alla città, di raccontare il carcere nella sua complessità e di stimolare le istituzioni a fare fino in fondo il loro dovere per rendere effettiva la piena esigibilità dei diritti civili, politici e sociali dei detenuti, al pari di tutti i cittadini.

E i prossimi passi? Come sottocommissione lavoreremo per promuovere una maggiore regia pubblica dei molti interventi in campo, per superare la frammentazione tra assessorati e diverse istituzioni, per offrire chiari punti di riferimento a chi si occupa a diverso titolo di carcere, per promuovere politiche di prevenzione e produrre e mettere a sistema servizi al posto di continuare a proporre finte sperimentazioni, per dare concretezza al proposito di destinare parte delle commesse e appalti comunali a cooperative che danno lavoro a detenuti ed ex detenuti. Buon lavoro a me e ai miei colleghi, dunque …

 

Lamberto Bertolè

 



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