10 ottobre 2012

A SAN VITTORE SUONA LA CAMPANELLA


“Una realtà che non fa onore al nostro Paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee”: con queste parole il Capo dello Stato Napolitano si è espresso recentemente sull’emergenza carceraria. E in più occasioni durante il suo mandato ha riconosciuto l’esigenza non più procrastinabile di riduzione della popolazione carceraria e di creazione di condizioni più civili per quanti scontano sanzioni detentive senza potersi riconoscere nella funzione rieducativa che la Costituzione assegna all’espiazione di condanne penali. L’educazione, o come si usa dire la ri-educazione, è la finalità data dalla Costituzione alla detenzione. Il detenuto è e resta un cittadino del nostro corpo sociale e bisogna creare le condizioni per cui abbia pieno accesso alle politiche rivolte alla cittadinanza.

Questo principio ispira anche il contributo dell’Osservatorio Carcere & Territorio per il Piano di Zona 2012/14 del Comune di Milano, orientato alla prevenzione della devianza, alla possibilità di accesso a percorsi di istruzione e formazione professionale e a percorsi alternativi alla detenzione, alla tutela della salute psico-fisica, all’accompagnamento e al reinserimento dopo la fine della pena attraverso politiche attive che tendano a contenere il rischio di recidiva.

La comunità ha il dovere di prendere in carico chi ha commesso il reato, come ha sempre affermato con forza il cardinal Martini (che si recò per la sua prima visita pastorale da arcivescovo di Milano proprio a San Vittore) e, se non si riesce a qualificarlo, il tempo trascorso in carcere è tempo che non serve, ribadisce Luigi Pagano, oggi vicecapo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a Roma e per oltre quindici anni direttore della casa circondariale milanese di San Vittore.

La scuola, lo studio, la lettura, l’apprendimento di una lingua possono dar senso al tempo della detenzione, tempo a volte dilatato ed eterno, ma spesso così programmato e scandito che sembra annullarsi. La scuola può e deve esserci per dare pieno senso a ogni percorso di riabilitazione finalizzato al reinserimento nella società. La scuola in carcere serve e si mette al servizio dei minori reclusi all’Istituto Penale per Minori Beccaria, dei giovani adulti, delle donne dell’ICAM, Istituto a custodia attenuata per detenute madri con prole fino ai tre anni, e delle altre categorie di popolazione detenuta; e lo fa con grande attenzione alla cooperazione interistituzionale, insieme a tutti gli altri soggetti pubblici e del privato sociale che a diverso titolo promuovono attività formative, culturali, ricreative e di formazione professionale.

I docenti che con orgoglio e dedizione scelgono di insegnare in carcere avvicinano la comunità locale al carcere e si recano a svolgere la loro professione in un quartiere della nostra città, portando dentro un patrimonio di esperienze e competenze arricchito negli anni, capacità di ascolto e di lettura dei bisogni, opportunità di scambio di pensiero e di emozioni.

Le occasioni di apprendere e di pensare a un progetto futuro sono diritti di cittadinanza e la scuola concorre a presidiarli insieme alle altre istituzioni. Grazie quindi agli insegnanti che non si fanno spaventare da un contesto complesso e da una sfida professionale particolare; grazie all’Amministrazione penitenziaria che all’inizio di ogni anno scolastico apre le porte del carcere agli insegnanti e grazie agli operatori penitenziari che collaborano alla riuscita dell’azione formativa. Grazie anche, e soprattutto, alle donne e agli uomini ristretti in carcere – spesso frustrati dal cronico sovraffollamento, dalle gravi carenze strutturali e dai tempi lunghi della giustizia – che scelgono di essere alunni e colgono così un’importante opportunità e un esigibile diritto di cittadinanza.

 

Rita Bramante*

* Dal 1 settembre 2012 Dirigente scolastico del Centro Territoriale Permanente per l’educazione nelle carceri milanesi.



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti