10 ottobre 2012

teatro


 

SARABANDA

dall’omonimo testo di Salvatore Veca – drammaturgia di Salvatore Veca e Laura Pasetti

regia di Laura Pasetti assistente alla regia e collaborazione musicale Nicola Ciaffoni

costumi Ginevra Dainelli luci e fonica Luca Grimaldi coreografia Susanna Beltrami video Lorenzo Babbi voce registrata Salvatore Veca collaboratori alla drammaturgia Lisa Capaccioli, Davide Del Grosso, Rossella Raimondi

con Deniz Azhar Azari, Mohamed Ba, Lisa Capaccioli, Mavis Castellanos, Martin Chishimba, Yordy Cagua, Odelys Cruz Perez, Davide Del Grosso, Kacem El Attioui, Aram Ghasemy, Isabella Picchioni, Rossella Raimondi

produzione Franco Parenti / Teatro della cooperativa

 

La stagione del Franco Parenti inizia, a detta della stessa Andrée Ruth Shammah (che dà il benvenuto al pubblico prima dell’inizio dello spettacolo), con una scommessa. Un gruppo di performers provenienti da tutto il mondo e selezionati fra i molti candidati che si erano proposti per far parte del progetto, dà vita sulla scena al testo del filosofo Salvatore Veca, diretto da una brava attrice che si cimenta con la regia, Laura Pasetti. L’idea è questa: un gruppo d’immigrati su un barcone diretto verso l’occidente, ciascuno racconta la propria storia e le proprie sofferenze ma tutti, nonostante i dubbi e le delusioni, continuano a essere attratti dal luccichio consumista occidentale (iconizzato, fra le varie intuizioni, da un Superman volante di cartone e da una divertente coppia presentatore/valletta). Il tutto, in un gioco meta-teatrale che si propone di avere un alto valore sociale, interpretato da chi alcune delle storie raccontate le ha vissute davvero.

Ma una buona intenzione non basta per fare un bello spettacolo. E in questo caso neanche dei bravi performers/attori e qualche bella trovata scenica, perché quello che manca completamente è una drammaturgia. Le storie sono tante, troppe, e tutte solo accennate. In questo modo invece di valorizzare la diversità si rischia di appiattire la vicenda di ogni migrante in un cliché ripetuto variando solamente il nome del luogo e il tipo di avversità incontrata. Manca del tutto uno sguardo verticale in grado di approfondire una qualsiasi delle tante tematiche sfiorate.

I personaggi a volte parlano di se stessi in terza persona (e questa risulta incomprensibile dato che l’impronta dello spettacolo è lontana dallo straniamento epico), e altre volte invece narrano gli eventi in prima persona: in questo secondo caso l’effetto è più forte e in certe occasioni gli attori riescono anche a mostrare le loro doti recitative, ma la scelta di passare da un linguaggio all’altro non fa altro che confondere il pubblico. Così come l’idea – bella all’inizio ma che col passare dei minuti stanca e disaffeziona – di far spesso esprimere i performers nella loro lingua madre, salvo poi fargli ripetere subito dopo la battuta in italiano.

I momenti migliori, a dimostrazione di quanto detto finora, sono quelli senza testo. Le musiche coinvolgenti suonate dal vivo, le belle coreografie, la grande forza espressiva e presenza scenica degli attori e l’idea felice di utilizzare tutto lo spazio della Sala Grande del Teatro Franco Parenti come un grande palcoscenico su cui muoversi e danzare coinvolge il pubblico in modo totale, facendo anche alzare alcuni spettatori che si mettono per qualche secondo a ballare insieme agli attori.

Il risultato complessivo dell’operazione può considerarsi positivo, perché dà la possibilità di vedere all’opera performer provenienti da svariate parti del mondo che, partendo da culture, linguaggi e studi artistici differenti, dimostrano una grandissima voglia di intraprendere insieme un percorso, di mostrare se stessi e di dar vita a qualcosa di bello unendo le proprie forze. Certo, avere le idee più chiare su “cosa si sta raccontando” sarebbe stato meglio.

 

Teatro Franco Parenti dal 3 al 7 ottobre

 

In scena

Al Piccolo Teatro Studio dal 2 al 14 ottobre In cerca d’autore, studio sui “sei personaggi” di Luigi Pirandello, regia Luca Ronconi.

Al Teatro Filodrammatici dal 9 al 28 ottobre Push-up di Roland Schimmelpfenning, regia di Bruno Fornasari.

Al Teatro Elfo Puccini dal 10 al 28 ottobre Rosso di John Logan, regia di Francesco Frongia.

Al Teatro Oscar dal 10 al 14 ottobre al Il tiglio, di Tommaso Urselli, regia di Massimiliano Speziani.

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 

 



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