3 ottobre 2012

teatro


 

VECCHI TEMPI

di Harold Pinter

traduzione di Alessandra Serra regia Roberto Trifirò con Maria Ariis, Paola Giacometti, Roberto Trifirò

scene Alessandra Rosso luci Luca Siola assistente alla regia Maria Vittoria Bellingeri secondo assistente Martino Garavaglia

 

“Vecchi Tempi mette in scena un incontro tra vecchi amici: una coppia di coniugi di mezza età, Deeley e Kate, e Anna, che vent’anni prima era stata compagna di stanza di Kate. Nei loro discorsi, nel loro sfidarsi a ricordare, si rifrange il passato. Che cosa è successo, in realtà, vent’anni prima, e cosa succede sulla scena? Deeley ha già conosciuto Anna, e se sì, fino a che punto? Anna e Kate avevano una relazione omosessuale?”, così scrive Mel Gussow durante un’intervista a Pinter, chiedendo poi all’autore: “Succede che il pubblico comincia a farsi prendere nel gioco delle congetture: si saranno davvero incontrati? Saranno andati a letto?”, e Pinter risponde: “Per me è una perdita di tempo. (…) Quello che conta è che è terribilmente difficile stabilire cosa sia accaduto in un qualsiasi momento”.

La messa in scena di Trifirò punta a mantenere aperta questa incertezza con un allestimento essenziale, sia di linee che di approccio al testo, che non ha grandi esplorazioni registiche, ma rimane fedele alla dimensione più letteraria di Pinter. Tutto è giocato sulle geometrie, sia scenografiche – essenziali e belle le scene di Alessandra Rosso –, sia delle dinamiche attorali, sia ritmiche. Il dialogo che, di volta in volta si sviluppa coinvolgendo due personaggi ed escludendo il terzo, è reso soprattutto dal punto vista visivo, con spostamenti e triangolazioni ben costruite che però, a volte, fanno perdere un po’ di fluidità all’azione.

I personaggi, convincenti nei monologhi e in generale nelle parti in cui sono più “da soli” (soprattutto il Deeley interpretato dallo stesso Trifirò), non sono sempre sulla stessa lunghezza d’onda: la difficoltà è grandissima, perché in Pinter il gioco di relazioni è estremamente sottile, basato sul non detto, su pause, silenzi, e piccoli movimenti (“in questa commedia prendere in mano una tazza nel momento sbagliato può rovinare i cinque minuti successivi”) che difficilmente funzionano finché sono semplicemente montati dall’esterno, ma hanno bisogno di scaturire da un rapporto molto fondato in scena, che a volte manca (anche per quanto riguarda il codice recitativo), ma che sicuramente crescerà e acquisirà maggior naturalezza con il susseguirsi delle repliche, riuscendo a rendere al meglio uno fra i testi più interessanti di Pinter.

Teatro Out Off, prima nazionale, dal 26 settembre al 14 ottobre

 

In scena

Al Piccolo Teatro Studio dal 2 al 14 ottobre In cerca d’autore, studio sui “sei personaggi di Luigi Pirandello, regia Luca Ronconi.

Al Teatro Franco Parenti dal 3 al 7 ottobre Sarabanda, drammaturgia di Salvatore Veca e Laura Pasetti, regia di Laura Pasetti.

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org



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