18 settembre 2012

Scrivono vari – 19.09.2012


Scrive Stefano D’Onofrio a proposito dell’articolo di Marco Ponti – Gentile redazione, scrivo non solo come vostro lettore ma come Consigliere di Zona 1 a Milano (e come Presidente della Commissione Mobilità), la zona che comprende al suo interno l’intero perimetro di Area C. Senza entrare troppo nel merito della prima parte dell’intervento di Marco Ponti, di cui condivido ben poco, in particolare sull’impianto generale, nel quale non si vede traccia di ciò che lo Stato – almeno secondo la mia concezione, forse un po’ agée – dovrebbe fare, ossia prendere delle decisioni con lo sguardo rivolto al bene dei cittadini, voglio esprimere una considerazione sull’ultima parte, quella dedicata alla viabilità locale.

Mi sembra troppo semplicistico fare, come fa il vostro articolista, una semplice equazione tra manutenzione stradale e sicurezza. Il “perché” in città ci siano più morti per chilometro ha ben poco a che vedere con la manutenzione delle strade (per quanto questo rientri nell’insieme delle concause). Chiaramente là dove c’è commistione tra pedoni, ciclisti, mezzi pubblici, automobili private, incroci, semafori, strisce pedonali, ecc., le possibilità di incidenti con conseguenze anche gravi sono maggiori rispetto a dove c’è una striscia di asfalto dedicata alle sole automobili che vanno in una sola direzione. Per quanto vada detto che la percentuale di incidenti mortali è molto più alta sulle strade extraurbane (5,1 morti ogni 100 incidenti), seguito dalle autostrade (3,1 morti ogni 100 incidenti) e solo in fondo dalle strade urbane (1,1), così come significativi sono i dati sul momento in cui si ha la maggiore gravità degli incidenti, ossia la domenica alle 4 di notte (leggasi: sabato sera).

Questo cosa indica, a mio sindacabilissimo giudizio? Indica una tesi esattamente opposta a quella suggerita, nemmeno troppo velatamente, dal vostro articolista: a uccidere, ossia a rendere le strade insicure, è la velocità. Rendere più “scorrevoli” (come dice Ponti) le strade urbane non serve a renderle più sicure, né serve a favorire i consumi dei veicoli e, di conseguenza, le tasche degli automobilisti. Senza addentrarsi in spiegazioni troppo tecniche, il massimo dei consumi (e dell’inquinamento, di conseguenza) si ha nel momento dell’accelerazione e quando l’accelerazione porta un veicolo da 0 a 70 km/h in poche centinaia di metri (i punti dove farlo a Milano sono moltissimi) i consumi sono al massimo.

Ci sono, invece, degli esempi virtuosi che, come al solito, sono molto utilizzati nel Nord Europa, ma di cui in realtà abbiamo molte occorrenze anche in Italia: zone “condivise”, dove il traffico automobilistico si mischia a quello pedonale e ciclabile, rendendo addirittura inutili semafori e marciapiedi (ed è un risparmio per l’amministrazione), limitando “naturalmente” la velocità ma, attenzione, sembrerà incredibile ma il tempo di attraversamento addirittura diminuisce, perché si procede più dolcemente, senza frenate e accelerazioni continue. Queste, a mio parere, dovrebbero essere le attenzioni che un’amministrazione pubblica dovrebbe mettere sul tema della viabilità locale ed è su questo che Milano si sta spendendo: sono le famose (e mai capite fino in fondo, almeno da quanto continuo a leggere) “Zone 30”.

 

Scrive Silvano Oldani a Luca Beltrami Gadola – Ho letto con molto interesse il suo articolo Matteo Renzi in territorio arancione, e posso assicurarle che nel decennio e più scorso c’è stata una persona che non stava con i lorsignori, forse per questo è stato presto dimenticato da molti amici e compagni di partito, il suo nome è Giuseppe Palermo Patera, che dalle pagine di un piccolo periodico di zona sei a rileggerle oggi, possiamo capire quanto di lui viveva di intelligenza politica e serietà e forse utopia lombardiana. Articoli che letti oggi presentano la fotografia di quest’ultimo decennio e forse più in modo impietoso da rimanerne stupiti e ammirati. Molte sono le trappole, come lei scrive a ragione, in cui gran parte di un’intera classe dirigente politica e non solo ha teso agli italiani e ai cittadini milanesi, ma di questo i pochi lettori de IL SEMPIONE ne erano stati avvertiti con analisi raffinate e chiare, anche se con piglio alcune volte eccessivo da aristocratico siciliano per bene. Ma poco è servito, e quegli ideali e quelle lucide e spietate analisi, quelle battaglie, non interessano forse più a nessuno, ma il suo ricordo è ancora vivo negli amici di un tempo.

Per gli altri il problema è più arduo perché tutti indistintamente, salvo le new entry, devono fare affidamento sulla memoria corta degli italiani ma forse a Milano meno corta che altrove. Dove stavano lorsignori, ora al governo ora all’opposizione, quando fu messo nel cassetto qualunque tentativo di una legge sul conflitto d’interesse? Chi è caduto nella trappola della Bicamerale? Chi ha svenduto ai Benetton le autostrade? Chi, pur disponendo di centri studi pagati dai contribuenti, non ha strillato mentre le banche finanziavano la speculazione edilizia e mobiliare? Chi non si è accorto che le banche e il mondo della finanza inondavano il mercato di carta straccia e titoli spazzatura? Chi ha fatto finta di non vedere, o ancor peggio non ha visto, quello che succedeva all’Ilva di Taranto? Magari anche qui disponendo di gruppi di lavoro sui temi ambientali?

 

Scrive Maria Teresa Marsili ad ArcipelagoMilano – A parte il linguagggio “toscano” e lo stile che sono diversi, non mi sembra che le posizioni della giunta di Milano siano così diverse da quelle espresse dal sindaco molto fiorentino. Uniti si vince, attenti a non seguire un, seppure velato, campanilismo.

 

Scrive Mimmo Ugliano a proposito di Renzi – In merito all’articolo Renzi arancione, la sala”piena” oltre i relatori c’erano solamente una trentina di persone (di cui alcuni solamente per curiosità), era una iniziativa per tutta la provincia di Milano. per la precisione.

Egregio Ugliano ero presente anche io alla riunione, la sala era tecnicamente piena con persone in piedi sul lato sinistro, era una riunione convocata solo 48 ore prima ed erano presenti persone anche da altre provincie lombarde per la precisione. Per la precisione c’erano anche le cosiddette “spie” inviate dai soliti noti della politica milanese per vedere cosa fanno i renziani a Milano e uniti. Mi domando perchè lei precisa, cosa la ha spinta a scrivere questa nota. Il suo tono denota il tipico settarismo di una sinistra bolsa e obsoleta. Io non sono tecnicamente un renziano e vado a molte riunioni del nostro partito qualche volta da spia qualche volta in veste ufficiale. Mi è capitato il 15 luglio di andare a Melegnano a sentire una conferenza sulla città metropolitana presenti il segretario provinciale Cornelli, il consigliere Mirabelli e l’onorevole Peluffo c’erano solamente una trentina di persone per la precisione. Mi domando per la precisione se erano troppe o troppo poche.

Riccardo Lo Schiavo – redazione ArcipelagoMilano

 

Scrive Luigi Caroli a Luca Beltrami Gadola – Spero che Renzi abbia idee migliori. Ma non ne sono sicuro. Per una volta non condivido il tuo “fondo”. Che la giunta Pisapia abbia risolto il problema del traffico milanese è tutto da vedere. Finora si è limitata a pasticciare sull’Area C. Ma quel che mi fa ridere è la decantata “Agenda Monti”. Una serie di pagine bianche. Di politica industriale – che è quella che sarebbe oggi indispensabile – Monti non ha mai sentito parlare. La Fornero ha solo massacrato pensionati ed esodati. Il ministro della sanità arretra davanti ai gestori di slot machines. Passera in dieci mesi non ha risolto un solo problema. Si prepara a spendere molto dando il via all’autostrada Mestre – Orte, inutile ma gradita a Bersani. Un governante italiano che si vanta di non leggere i giornali italiani e di aver “appositamente” aumentato la recessione per salvare l’Italia non dico che faccia rimpiangere Berlusconi ma proprio non capisco come si faccia a lodarlo. Purtroppo vedo nero e non arancio.

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti