5 settembre 2012

ASSICURAZIONI, ISLAM E FINANZA ETICA


In Francia sta per essere venduto il primo contratto di assicurazione sulla vita ispirato ai principi della finanza islamica che, come noto, si presenta come “finanza virtuosa” che si basa su due principi: il divieto di interesse e la responsabilità sociale degli investimenti. Questo particolare contratto di polizza vita, a differenza di uno tradizionale, è composto solo di unità di conto islamici deliberati in euro. È quindi simile a un fondo di fondi islamici. Il denaro raccolto viene, infatti, investito in fondi che soddisfino le regole della Sharia, che vieta l’usura.

Il lancio di questa polizza vita sul mercato avverrà dopo che un ente indipendente, un “Sharia Board” o un comitato di conformità, convaliderà che il relativo portafoglio rispetta tale legge. Innanzi tutto gli elementi che compongono il contratto devono rispettare alcuni principi tra cui, ad esempio, il fatto che si basino su azioni di società con un debito basso, al massimo un terzo del valore economico dei loro fondi propri.

I sostenitori della finanza islamica sono al lavoro per mettere in evidenza il suo carattere etico, rilevando che gli investitori sono sempre più sensibili a questo problema sullo sfondo della crisi finanziaria. “Riteniamo che la gente voglia posizionarsi sull’etica. Hanno perso la fiducia nel sistema finanziario”, ha affermato il leader della società francese di consulenza e d’investimenti, distributore non esclusivo di questa assicurazione sulla vita. Il contratto potrà essere acquistato da tutti, anche da chi non è musulmano. Sono diversi i prodotti finanziari che il risparmiatore musulmano non può utilizzare, come per esempio i prodotti derivati e i futures che non essendo dei beni reali, né dei servizi, non sono conformi alla Sharia.

Il governo francese aveva annunciato già dal 2008 la sua volontà di incoraggiare la finanza islamica nel Paese e ha pubblicato diverse istruzioni fiscali per favorire lo sviluppo di prodotti di investimento e conti correnti. Se questa è la situazione francese, in Italia siamo ancora fermi alle discriminazione per gli stranieri in ambito Rca. L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione ha pubblicato recentemente una ricerca dal titolo: “Relazione sul monitoraggio delle polizze RCauto proposte a clienti italiani, comunitari e di paesi terzi”. I risultati della ricerca sono a dir poco preoccupanti: sei tra le principali Compagnie italiane di assicurazioni usano il parametro della cittadinanza come discriminante per il calcolo del premio.

Questa situazione ha già creato nel recente passato non poche tensioni tra Compagnie e Associazioni dei consumatori, ma sembra che ancora non si trovi una soluzione concreta che allontani i dubbi di una discriminazione etnica. La ricerca ha messo in luce come in Italia alcune aziende assicurative come parametro non usano nemmeno quello della nazionalità, ma si limitano semplicemente a verificare il luogo di nascita, attraverso il codice fiscale. Tant’è vero che spesso vengono inviate lettere di recesso del contratto a cittadini italiani nati in paesi extracomunitari o ex colonie, probabilmente, figli di emigranti.

Ma tornando alla finanza islamica, possiamo senz’altro valutarla positivamente come fattore di integrazione e di “multiculturalità finanziaria”, ma sulla sua possibile maggiore eticità sono abbastanza perplesso. Proprio nel nostro paese la finanza cattolica e quella espressione del mondo cooperativo, avevano gli stessi presupposti e la stessa retorica, ma alla prova dei fatti hanno dimostrato di non essere molto diverse dall'”altra”. Basti pensare alla gestione deviata di opere assistenziali, alla bancarotta Sindona e Banco Ambrosiano, per non parlare dello IOR, con i depositi vaticani offshore, tutte gestioni disinvolte che con la fede hanno poco a spartire.

Comunque, anche il mondo cooperativo non se la passa bene, come diceva Bruno Trentin: “le coop hanno perso l’anima”, ma non la vocazione al profitto. Le cronache sono su tutti i giornali di questi mesi, le vicende Unipol-FonSai rappresentano bene questa mutazione.

 

Massimo Cingolani

 



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