5 settembre 2012

LA VITA SI ALLUNGA: CAMPIAMO TROPPO E MALE?


 

Gli italiani vivranno quattro anni di più. Basterà arrivare fino al 2040 e percepire una pensione per avere buone probabilità di superare i 90 anni, in particolare 88 anni gli uomini e 92 le donne. Il dato attuale si ferma rispettivamente a 84 e 88. Lo studio “La mortalità dei percettori di rendita in Italia”, presentato a Roma dall’Ordine nazionale degli Attuari, stabilisce che i beneficiari di rendite vivono più a lungo della media generale della popolazione e che gli italiani si confermano uno dei popoli più longevi del pianeta.

La ricerca ha analizzato quasi dieci milioni di posizioni, praticamente più di tre quarti degli italiani dai 65 anni in su, per oltre 142 miliardi di euro di pensioni e rendite annue erogate. I dati Istat relativi al 2012 avevano già evidenziato che la speranza di vita alla nascita si era allungata a 79 anni per gli uomini e 84,1 per le donne. Su questo trend si innestano le rilevazioni attuariali da cui emerge che negli ultimi trenta anni la speranza di vita a 65 anni dei percettori di rendite si è allungata mediamente dell’1% all’anno, attestandosi nel 2009 a 84 anni per gli uomini e 88 per le donne.

Per quanto riguarda le previsioni sulla mortalità dei pensionati per il periodo 2010 – 2040, lo studio è stato condotto su diversi gruppi, in particolare dipendenti privati, lavoratori autonomi e il totale dei due, scelti perché numerosi e dalla disponibilità e regolarità di dati storici.

Spesso questi “ultra” pensionati sono anche non autosufficienti. Infatti le famiglie di persone con disabilità si trovano oggi ad affrontare diversi problemi; da un lato la contrazione delle risorse statali per i programmi di welfare, dall’altro la crescente difficoltà a dotarsi autonomamente di piani finanziari relativi all’accumulo e alla gestione dei propri risparmi.

Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, ha recentemente affermato che per quanto riguarda il sostegno alla disabilità” non si può più pensare che lo Stato sia in grado di fornire tutto sia in termini di trasferimenti sia di servizi”, inoltre, ha precisato che la “sinergia tra pubblico e privato sia necessaria per superare i vincoli di risorse e per sviluppare nuovi prodotti che aiutino concretamente i disabili e le loro famiglie”.

Certamente non sarà un percorso facile perché mancano dati statistici relativi alle persone con disabilità, un gap che rende difficile predisporre prodotti adeguati. Spesso l’assistenza è delegata ad associazioni di volontariato e qualche volta anche a pseudo onlus, ma una cosa è certa nessuno ha la capacità di fornire dati aggregati con un minimo valore scientifico.

Un primo passo potrebbe essere quello di formare gruppi d’acquisto, coordinati dalle varie associazioni, per stimolare la commercializzazione di prodotti specifici di previdenza, che andrebbero incentivati con detraibilità o deducibilità dei versamenti, con la parziale esclusione dall’Isee delle somme percepite dalle persone con disabilità, ecc.

Longevità e non autosufficienza impongono di trasformare il nostro sistema di welfare, previdenza, salute e assistenza, in un meccanismo funzionante e sostenibile. Si tratta di un problema con forti ripercussioni di carattere sociale e culturale, che la politica non ha percepito, tant’è vero che si continua con slogan di difesa acritica del welfare.

Bisognerebbe invece ragionare in termini rigorosi sull’evoluzione della speranza di vita, con analisi capaci di entrare nel dettaglio della nostra società attuale e in particolare di quella futura. Partendo dalla conoscenza di dati e informazioni sarà possibile analizzare e prevedere come cambieremo e intervenire con i necessari correttivi. Sarà necessario per la politica fare lo sforzo di crescere culturalmente, per poter dare delle risposte alle criticità della nostra società, prima che sia troppo tardi.

 

Giovanna Menicatti

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti