25 luglio 2012

LA PROVINCIA DI MILANO: UN’ULTIMA FOLLIA?


Prosegue a tappe forzate il progetto per una nuova sede della Provincia di Milano, nonostante il suo futuro incerto. I suoi impiegati passeranno al Comune e alla Regione? Diventerà una città metropolitana con quali competenze? Ci sono novecento impiegati da ospitare in nuovi uffici più efficienti dal punto di vista energetico, ci sono affitti da risparmiare, edifici da vendere, spostamenti da minimizzare.

La giunta Penati aveva avviato la costruzione in via Soderini di un polo per la formazione e il lavoro, concentrando gli uffici dell’Agenzia per il Lavoro e l’assessorato Industria, Piccole e medie Imprese, Artigianato, Commercio e Formazione Professionale collocati in una sede in affitto in via Jenner. Aveva anche cercato di acquistare per 100 milioni di euro da Beni Stabili nel 2007 una delle torri sopra la stazione di Porta Garibaldi (30.000 mq di slp), destinate a uso pubblico essendo state costruite dalle Ferrovie senza pagare gli oneri di urbanizzazione, pensando di vendere gli edifici di viale Piceno e Porta Vittoria.

La giunta Podestà avviò nel 2009 una ricerca sul libero mercato ma non trovò alcun edificio che avesse una superficie di 15/16.000 mq, vicinanza con la sede istituzionale di via Vivaio, contenimento dei costi di gestione, idoneo assetto distributivo, posizione strategica dal punto di vista dei trasporti pubblici. Di conseguenza si pensò di costruire un nuovo edificio presso il complesso di via Soderini, in aggiunta agli edifici in costruzione, o in viale Piceno, demolendo parte dell’ex-Brefotrofio provinciale, di proprietà della Provincia.

L’ipotesi Soderini fu scartata per la lontananza da via Vivaio e il difficile collegamento di trasporto pubblico tra le due sedi, nonostante la presenza di due fermate della MM1 non troppo distanti (Bande Nere e piazza San Babila). Il complesso di viale Piceno è stato costruito nel 1910/11 come Brefotrofio provinciale su progetto dell’architetto Vietti Violi in stile neo-romanico, con fronte in linea su piazzale Dateo e edifici a pettine all’interno dell’isolato, formando un cortile di grande fascino su cui si aprono ampie vetrate.

Negli anni ’30 è stata completata la struttura a pettine e nel 1940 è stato costruito un edificio a L nello stesso stile del resto del complesso all’angolo tra via Piolti de’ Bianchi e via Macedonio Melloni, per ospitare le infermiere di servizio al brefotrofio, diventato nel 1927 IPPAI (Istituto Provinciale di Protezione e Assistenza dell’infanzia). Negli anni ’50 il fronte su piazzale Dateo fu sopralzato di un piano.

Parte dell’edificio ospita alcuni reparti, la farmacia e il convitto dell’Ospedale Macedonio Melloni, che è raggiungibile tramite un passaggio sotterraneo. Vi sono anche una chiesa, il teatro La Scala della Vita, l’Istituto di custodia attenuata per le madri detenute con bambini, aule universitarie, l’archivio storico del brefotrofio con i documenti dei bambini abbandonati dal 1483 (900 metri di lunghezza).

Un primo progetto realizzato nel 2011, a cura dello Studio Algarotti, prevede di costruire una torre di trenta piani nel cortile posteriore verso via Piolti de’ Bianchi in asse con l’edificio storico. La torre, di grande impatto visivo, sarebbe stata vista da tutto l’asse di corso Indipendenza, sottoposto a vincolo ambientale, un monumento al presidente Podestà. La Direzione regionale dei beni culturali, richiesta dalla Provincia di effettuare la verifica del valore culturale del complesso, lo sottopone a vincolo monumentale nel settembre 2011. Il vincolo consente di demolire solo l’edificio a L in quanto posteriore al resto del complesso, e quindi non sottoposto a tutela.

Il progetto deve essere radicalmente cambiato e viene sostituito da un edificio compatto di otto piani, con una torre di dodici piani per le direzioni degli assessorati, posto all’angolo di via Piolti de’ Bianchi con via Macedonio Melloni. La pianta è quadrata con un cortile interno e un collegamento con l’ultimo degli edifici a pettine per raggiungere corso Plebisciti, dove è prevista la fermata della MM4. Con una fermata di metrò, collegata direttamente dal sotterraneo, si potrà raggiungere la sede di via Vivaio mentre la fermata Dateo del passante consente i collegamenti con la Provincia.

Il piccolo edificio quadrato vincolato, ex-obitorio, posto proprio sull’angolo, viene inglobato nel nuovo edificio. La forma ricorda il grattacielo a forma di diamante alle ex-Varesine, con un tetto a due falde asimmetriche e una parete obliqua verso l’esterno.

La facciata è in parte in cotto e in parte in vetro e acciaio, il cotto deve probabilmente ricordare le pareti in mattone dell’ex-brefotrofio. Il nuovo edificio non si armonizza per nulla con il resto del complesso in mattoni a vista, non ne rispetta neanche l’asse, mentre su via Piolti de’ Bianchi il vecchio edificio che sarà demolito è identico a quello che ospitava i malati infettivi, e che ora ospita il CPS di Niguarda.

Gli edifici di due e cinque piani su via Piolti de’ Bianchi si trovano con un palazzo a ovest che gli toglie il sole di pomeriggio. Sembra un elefante calato in un negozio di cristalli. È un’area residenziale dove sono presenti pochi uffici, a parte quelli della provincia.

Il nuovo edificio costerà 43 milioni di euro circa, il bando prevede che l’impresa che lo costruirà dovrà acquistare l’ex brefotrofio, con una base d’asta del valore di 46 milioni di euro, pari a circa 3.500 euro al mq. La superficie sarà di 15.000 mq per 811 addetti, con una media di 18 mq/addetto. La durata prevista per l’appalto è di circa tre anni, quindi se la gara viene bandita entro il 2012 la nuova sede sarà finita entro il 2015, quando la Provincia non esisterà più, dovrebbe terminare secondo il governo Monti alla fine del 2014, per essere sostituita dalla Città Metropolitana.

Eppure nel giugno scorso la giunta provinciale ha approvato il progetto preliminare e la bozza di bando, mentre il consiglio provinciale ne ha approvato l’inserimento nel bilancio preventivo 2012, con un emendamento proposto dal PD che “considerato che pare illogico oggi riorganizzare sedi, dipartimenti e funzioni di un Ente che sarà soggetto nei prossimi mesi a profonde revisioni, impegna la giunta a verificare ogni decisione in merito alla definizione di una sede unica e del piano di alienazioni di viale Piceno anche con riferimento all’evoluzione del nuovo quadro normativo nazionale per la Provincia di Milano”. L’emendamento presentato prevedeva di “sospendere ogni decisione fino alla definizione del nuovo quadro normativo” ma è stato ammorbidito in sede di discussione.

Cosa farà la giunta provinciale? In un incontro con i residenti allarmati dal progetto di grattacielo nel maggio scorso l’assessore al territorio Altitonante ha sostenuto che il progetto era molto rallentato, dopo un mese invece è stato approvato dalla giunta e dal consiglio provinciale.

C’è il sospetto che, nonostante la gara per la vendita dell’immobile di Porta Vittoria per 55 milioni di euro sia andata deserta, la giunta abbia trovato un imprenditore che costruirà la nuova sede e acquisterà il vecchio edificio di viale Piceno, contando sulla rivalutazione provocata dalla nuova linea della MM4, quando sarà finita nel 2018. Intanto gli impiegati della Provincia potranno andare in via Vivaio in autobus.

 

Michele Sacerdoti

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti