25 luglio 2012

musica


LA NUOVA STAGIONE

 

Siamo alla fine di una stagione che temiamo essere stata l’ultima “ricca”, si fa per dire, prima della grande crisi che si sta abbattendo sull’attività culturale – e ancor più su quella musicale – in Italia e forse anche in tutta l’Europa.

Una delle ricchezze di Milano è la grande offerta di musica – lirica e sinfonica e da camera – e perderne pezzi sarebbe molto grave. Ricordiamo che questa è la stagione degli abbonamenti e i milanesi non devono tirarsi indietro e non devono far mancare il loro sostegno alla Scala, all’Auditorium, ai Pomeriggi Musicali, alla Società del Quartetto, alle Serate Musicali, alla Società dei Concerti, a Milano Classica e alle tante altre istituzioni musicali che fanno grande la loro città e ricca la loro vita. C’è una intera generazione di musicisti che aspetta di mettere a frutto i propri studi e di valorizzare i propri talenti, e noi musicofili abbiamo la responsabilità di non tradirli, di non costringerli – per sopravvivere – a diventare artisti di strada.

Segnali di questa brutta crisi li abbiamo avuti con le difficoltà che – per la prima volta nell’era di Lissner – hanno recentemente colpito la Scala. Fra il fiasco della Tosca e la brutta storia dei compensi al sovrintendente, l’entusiasmo nei confronti del nostro massimo teatro è scemato non poco. Per non dire della miserabile figura fatta pochi mesi fa dall’orchestra scaligera quando alcuni suoi rappresentanti, nell’intervallo di un’Aida sonoramente fischiata, andarono nel ridotto dei palchi a spiegare al pubblico che la colpa delle loro pessime prestazioni era da addebitare al povero Meir Wellber, giovane e – a loro dire inesperto – direttore ospite israeliano!

Per fortuna l’anno prossimo sarà segnato dall’attesissimo ritorno di Claudio Abbado che dirigerà il 30 ottobre un concerto straordinario (ma unico!) a favore del Vidas, con un programma a dir poco inconsueto in cui metterà a confronto Chopin e Mahler. Il Concerto n. 1 in mi minore opera 11, del compositore polacco appena ventenne, vedrà sedere al pianoforte Daniel Barenboim alla vigilia del suo settantesimo compleanno; mentre per la grandiosa sesta Sinfonia in la minore dell’autore boemo, la cosiddetta “Tragica”, Abbado impegnerà due orchestre, o meglio due sue celebri creature: la Filarmonica della Scala – la prima, che compie trent’anni (Milano 1982) e che non dirige ormai da venticinque – e l’ultima, la Mozart, che ne compie otto (Bologna 2004). D’altronde è noto che “Claudio” (così si fa chiamare dai “suoi” musicisti) ormai dirige quasi esclusivamente le “sue” orchestre – oltre alla Filarmonica della Scala e alla Mozart ha creato la Mahler Chamber Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe, la European Community Youth Orchestra, la Gustav Mahler Jugendorchester, l’orchestra del Festival di Lucerna … – e che non ha più voglia di salire su podi che non gli siano familiari.

(Ufficialmente i biglietti per questo concerto sono in vendita a partire da lunedì 3 settembre alle ore 9, ma l’attesa è tale che non lascia molte speranze di trovarli secondo le “normali” regole di biglietteria; c’è solo da sperare che non vengano accaparrati dai soliti bagarini per spuntare all’ultima ora prezzi stratosferici).

Non si è più parlato invece del ritorno alla Scala di Riccardo Muti (che invece si fa chiamare “maestro”), allontanatosi ormai sette anni fa e per nulla intenzionato a tornare sui suoi passi; ovviamente non vi è alcuna relazione fra le opposte scelte dei due direttori, tanto che anche la famosa leggenda della loro inimicizia è stata clamorosamente smentita dall’invito che Muti ha fatto l’anno scorso ad Abbado (e che Abbado ha accettato di buon grado) di partecipare al festival di Ravenna – con la sua Mozart – per eseguirvi, oltre alla mozartiana Haffner, una indimenticabile Pastorale beethoveniana.

Tornando intanto all’aria di crisi già sappiamo che, a parte la Scala (che più o meno giustamente drenerà come sempre la gran parte dei finanziamenti pubblici riservati alla musica), essa investirà tutte le altre istituzioni musicali, tanto da farci temere che qualcuna di esse possa non farcela più. E quando si comincia a saltare una stagione, o a ridurne drasticamente la qualità, è poi del tutto improbabile che poi si riesca a risorgere.

Buona estate a tutti, e non dimenticate gli abbonamenti.

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



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