9 luglio 2012
Scrive Cristina Rovati a Elisabetta Strada e Anna Scavuzzo – Brave!!!!
Replica Ilaria Li Vigni a Gianluca Bozzia – Concordo sullo stereotipo di genere che si è creato nel mondo della scuola, dove gli insegnanti – soprattutto di scuole elementari e medie – sono prevalentemente donne che hanno avuto modo di meglio conciliare lavoro e famiglia. Ma i tempi stanno cambiando.
Ritengo che ci penserà la storia di questi anni e l’apertura mentale dei nostri giovani a superare questa “riserva di genere”, arrivando alla conclusione che “faccio l’insegnante perchè mi piace far apprendere la mia materia ai giovani”, punto e basta.
Non sono d’accordo sulle ore di lavoro che il signor Bozzia indica orientativamente quale media settimanale di un insegnante (poi bisognerebbe distinguere tra scuola primaria e secondaria) e neppure sulle lunghissime ferie.
Se ci rechiamo in questi giorni di luglio inoltrato in una qualsiasi scuola pubblica, credo troveremmo gran parte degli insegnanti al loro posto, impegnati in attività di programma del prossimo anno, adempimenti burocratici, etc… Anche da questo punto di vista molte cose stanno cambiando.
Superiamo i facili luoghi comuni e gli schematismi di genere: ne va della salute e del valore della nostra scuola, base e partenza per la civiltà di una nazione.