2 luglio 2012

UN OCA A MILANO: OFFICINE CREATIVE ANSALDO


Una grande oca colorata disegnata da Mario Piazza segnala l’ingresso di via Bergognone 34, a Milano, sede delle nuove Officine Creative Ansaldo, ormai conosciute in città con l’acronimo OCA, appunto. OCA che pensa, OCA che crea, OCA che va in scena: queste sono le tre anime di cui si compone il progetto delle Officine Creative Ansaldo, che ha portato alla ribalta, mettendole a confronto, realtà molto diverse (più o meno formali, più o meno strutturate) della creatività in tutte le sue forme: musica, danza, teatro, poesia, moda, arti visive, cinema, design.

Per tre giorni (dal 14 alla mattina del 17 giugno) nell’area industriale di via Tortona c’è stato un “no stop” di dibattiti, workshop, laboratori per adulti e per bambini, produzioni artistiche, eventi e spettacoli che ha tenuto a battesimo le nuove stecche delle ex-officine Ansaldo, messe a disposizione della cittadinanza e della sua parte più creativa.

270 sono state le proposte che nel giro di pochi giorni hanno raggiunto i tavoli dell’Assessorato guidato da Stefano Boeri: tutte promosse, ovviamente, poiché il concetto che sta alla base di OCA non è la selezione, ma l’accoglienza di tutto quello che nasce dalla mente creativa di Milano e delle sue imprese creative.

In questo spazio condiviso hanno avuto dunque visibilità centinaia di idee, frutto del lavoro e del fermento di associazioni, reti e movimenti, così come di entità affermate da anni nel mondo culturale milanese, dalla Fondazione delle Scuole Civiche ai Laboratori della Fabbrica del Vapore, dal Piccolo Teatro alla Scala.

OCA che crea ha avuto a disposizione il primo spazio che incontra il visitatore. Qui hanno pensato, giocato, costruito, prodotto le realtà che hanno deciso di fare dell’ex industria siderurgica il proprio laboratorio temporaneo, uscendo dalle giornate delle Officine con creazioni orgogliosamente made in OCA. Tanto per fare qualche nome, qui hanno lavorato le botteghe artigiane de La Terra del Fuoco, le redazioni giornalistiche di grandi magazine culturali (RollingStone, DoppioZero, Abitare), i gruppi di design del MISIAD, e anche un’impresa innovativa come Vectorealism, che aiuta i neodesigner a realizzare i loro prototipi tridimensionali.

La piazza creativa si allarga in un secondo ambiente che collega il cortile di via Bergognone a via Tortona. Qui abita l’OCA che va in scena e qui hanno condiviso gli spazi le compagnie di oltre venti teatri, attori, ballerini, musicisti e performer provenienti da tutto il mondo. Come gli artisti della Shanghai Theatre Academy, tra le eccellenze della produzione teatrale orientale, che è stata ospite del Piccolo Teatro di Milano e che, in esclusiva per OCA, ha creato un laboratorio sull’arte drammaturgica cinese. Momento clou di quest’area dedicata al palcoscenico è stata la notte bianca della musica, coordinata da Elita: nella notte di sabato, per più di nove ore consecutive, hanno suonato musicisti di ogni genere (dal thereminista Vincenzo Vasi – V. Capossela – alle sonorità electro-dj di Sandiego & Electricalz). L’OCA che va in scena è stata per una notte anche l’OCA che non va a dormire.

Altro elemento portante delle serate dell’OCA è stata la partecipazione di massa di tutti i festival cinematografici cittadini che, all’interno dei lotti Ansaldo, hanno portato una selezione dei migliori film premiati durante l’ultima edizione delle diverse kermesse cinematografiche cittadine oltre al fantastico contributo del Cinema Mexico che ha proposto una versione recitata del celeberrimo Rocky Horror Picture Show.

Al primo piano delle Officine, l’OCA che pensa ha ospitato in circa 2.000 metri quadri le attività di workshop, laboratori, tavoli di approfondimento su tematiche fondamentali per la gestione degli spazi culturali della metropoli. La tre giorni è partita perciò con un tema caldo: “Costruire legalità, far vincere il sociale. Un nuovo modello dei beni confiscati alle mafie”: questo seminario coordinato dall’Assessorato alle politiche sociali ha visto la partecipazione dei principali protagonisti della gestione post sequestri, dall’associazione Libera ai principali esperti dell’Antimafia.

Quindi sono state affrontate altre tematiche centrali per la vita creativa e produttiva di Milano: “Imprese creative e culturali: incubazione, co-working e finanziamento start up”, “L’Ansaldo. Presente e futuro delle imprese creative”. “Spazi della città, spazi per la città: quali regole per quali obiettivi”. Fondamentale su questi temi è stato il contributo di esperienze di altri Paesi, che hanno aiutato ad approfondire le metodologie per applicare anche a Milano la filosofia del riuso, temporaneo o permanente, di spazi vuoti e pubblici. Case studies internazionali sono stati presentati da chi li ha progettati, vissuti, organizzati: “La Friche” da Marsiglia, “Matadero” da Madrid, “No Longer Empty” da New York, grande esempio di riuso di spazi metropolitani abbandonati.

Ci si è lasciati con un appuntamento estivo, il 19 luglio, al quale i lettori sono tutti invitati (presto sul portale www.comune.milano.it saranno pubblicati gli orari), che rappresenti la sintesi dei lavori della tre giorni di giugno e che sia l’occasione, per cittadini e imprese creative, per conoscere la futura destinazione d’uso degli spazi Ansaldo e per conoscere i modelli di gestione della struttura, frutto dell’intensivo lavoro delle giornate dell’OCA.

 

Tommaso Sacchi

 



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