4 luglio 2012

GENERAZIONE EXPO: GIACIMENTO DA SCOPRIRE


Gexò, un termine veloce, facilmente memorizzabile che in sé raccoglie tutta la forza del claim originario: la “Generazione Expo” è rappresentata dagli attuali adolescenti che nel 2015 saranno i giovani – adulti maggiorenni che vivranno l’evento Expo 2015, e che ne potranno essere protagonisti se sarà anche un momento di rilancio del ruolo dei giovani a Milano. Oggi però è tempo di frammentazione, incertezza e precarietà, soprattutto per questi ragazzi che hanno bisogno di occasioni di riflessività personale e spazi di appartenenza, utili per dare una personale e originale forma al proprio tempo, che nonostante tutto è e sarà loro.

I ragazzi possono essere una risorsa ?Le associazioni sono al servizio della città?

Queste sono le sfide che il progetto Gexò ha rivolto direttamente a questi ragazzi e ai loro educatori (genitori, insegnanti, operatori sociali, volontari, …) intervenendo nei loro contesti di riferimento come i quartieri, le famiglie, le parrocchie, le scuole pubbliche e private, le associazioni, così da costituire una rete capace di formare ai principali temi che Expo (Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita) e ONU (Obiettivi del terzo millennio) indicano come prioritari.

20 gruppi, sezioni, circoli cittadini di tre associazioni; altre 80 associazioni di quartiere coinvolte in otto reti territoriali nelle otto zone periferiche di Milano; 27 iniziative – eventi – attività realizzate in due anni sui temi dell’educazione, ambiente e alimentazione, coinvolgendo oltre 2.000 ragazzi; decine e decine di volontari coinvolti e solo cinque operatori part time retribuiti. Sono questi finora i numeri del “progetto Gexò” finanziato dal IV Piano Infanzia e adolescenza (L. 285/97) del Comune di Milano e realizzato da Agesci Lombardia, Agesci zona Milano, Cngei Milano e Acli provinciali di Milano e che proseguirà per altri due anni.

Gexò è un progetto che vede il coinvolgimento di ragazzi e giovani delle associazioni promotrici di età compresa tra gli 11 e i 18 anni affinché vivano da protagonisti tutte le iniziative e possano coinvolgere tanti loro coetanei non appartenenti alle associazioni promotrici. Questi ragazzi saranno la generazione dei “giovani maggiorenni”: l’impegno è promuovere esperienze di confronto e di riflessione attiva che li aiutino a vivere in modo più consapevole e maturo, che li aiutino nell’azione di ricomposizione personale e sociale. Tutte le occasioni realizzate nell’ambito del progetto hanno anche l’obiettivo di sensibilizzare adolescenti e giovani, proponendo esperienze educative sui temi, che poi saranno quelli dell’Expo 2015 in particolare riguardo a una diffusa e corretta alimentazione e la tutela dell’ambiente.

In questi due anni si sono:

* realizzati momenti di conoscenza reciproca delle associazioni promotrici e di condivisione della comprensione del territorio (potenzialità e bisogni) propria di ciascuna realtà;

* realizzati momenti formativi per gli educatori che conducono il lavoro della rete nelle zone;

* definiti tavoli di lavoro nelle Zone della città di Milano partendo dalle esperienze esistenti, facendo germogliare relazioni e favorire buone pratiche;

* stimolate le reti locali di associazioni alla creazione di momenti formativi e educativi sui temi del progetto;

* realizzati laboratori educativi per i ragazzi sulle tematiche durante “Fa’ la cosa giusta” (marzo), eventi costruiti appositamente durante l’anno nelle zone circoscrizionali interessate dal progetto;

* gestiti opportuni strumenti di comunicazione (sito internet www.gexo.im, foglio di comunicazione, inviti, etc.) in grado di raccontare alla cittadinanza le occasioni educative presenti sul territorio e le occasioni formative che il progetto e le altre realtà stanno realizzando e che sono liberamente fruibili.

In questi due anni sono state attivate in otto quartieri di Milano reti interassociative di adulti capaci di sostenere nel tempo iniziative sociali e educative promosse da ragazzi e giovani “associati” e rivolte ad altri ragazzi e giovani “non già associati”. Tra questi hanno trovato opportunità di coinvolgimento anche alcuni ragazzi che stanno vivendo percorsi di uscita da vicende penali, grazie a una forte interazione con l’Ufficio Penale Minorile del Comune di Milano. Laboratori di cucina, tour in bicicletta, orti comunitari, corsi di fotografia, mappatura luoghi di aggregazione, pulizia di parchi, musica, feste, … e decine di altre occasioni sono gli eventi e le proposte che hanno rappresentato l’esca per incontrarli e per fargli sapere che nella loro zona sono presenti numerose e interessanti opportunità educative. Per rendere ancora più efficace l’esca, si è partiti dai ragazzi vicini alle associazioni e dalla loro capacità di produrre idee innovative.

Abbiamo voluto dare una chance al diffuso disagio giovanile ma dentro contesti di “normalità”, creando occasioni per aprire i contesti associativi di normalità anche a ragazzi “normali ma spaesati” e a ragazzi diversamente problematici.

Durante il lavoro le associazioni si sono accorte che stavano costruendo “benessere”. Un concetto di welfare legato a stretto giro al tema dell’educazione: creare coesione nei territori e invitare i ragazzi a essere protagonisti del loro futuro. Un welfare attivo, non passivo, un welfare come benessere condiviso. Abbiamo creduto che la leva educativa sia una necessità improrogabile in questo processo.

Oggi possiamo dire che a Milano ci sono 100 associazioni che hanno raccolto la sfida, si sono “esposte” e che continueranno a offrire occasioni educative e opportunità per far crescere i ragazzi nell’autonomia e per renderli oggi attori del loro futuro.

 

Marco Pietripaoli

 

 



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