26 giugno 2012

MILANO: QUANDO ARRIVA LA FINE DEL PEGGIO?


Alla fine della settimana, che per noi di ArcipelagoMilano va da un mercoledì all’altro, pensando a un editoriale vien sempre un dubbio: affrontare un solo tema o seguire la cronaca cittadina che offre spunti infiniti in omaggio al vecchio adagio che al peggio non vi è limite? Per non fare la figura dei tuttologi in genere si preferisce parlare di un solo argomento ma questa settimana proprio non si può.

Eccoci dunque alla nostra cronichetta. Tanto per non sbagliare parliamo un po’ di Expo, brevemente. Per non perder tempo leggete  qui questo delizioso documento prodotto da Expo e fermatevi ai paragrafi 4 e 6 (ma non trascurate gli altri). Il 4. Sustainable food pavilion – 5.000mq espositivi – io lo reintitolerei “Come un Paese senza idee e senza politica appalta il suo pensiero ad altri”. Chi non capisse perché lo dico mi scriva senza timori, sarò prodigo di spiegazioni. Al paragrafo 6. Children park – 7.500mq, io gli aggiungerei un sottotitolo: “Bimbi se questo è quello che sulla fame nel mondo vi mostrano i vostri genitori, anche se non sapete ancora cosa è, vi dico che finirete sulla Zattera della Medusa a mangiarvi l’un l’altro”.

Passiamo oltre e andiamo a inciampare nella nomina e successive dimissioni di Luigi Roth a Commissario del Padiglione Italia. Un regalo avvelenato di Mario Monti ai milanesi. Una sola considerazione: perché lui? A parte la salda amicizia con Formigoni che lo volle fortemente ai vertici di Fiera Milano con i risultati di bilancio che conosciamo, Roth è forse l’uomo che in Italia ricopre il maggior numero d’incarichi in consigli di amministrazione d’importantissime banche e aziende pubbliche e private (tanto per citare le più note: presidente di Banca Popolare di Roma, Gruppo CARIFE e consigliere di amministrazione di Mediobanca, Gruppo BPER, presidente di Terna spa, presidente di TELAT Srl, consigliere di amministrazione in Pirelli & C. spa, consigliere di amministrazione di Autostrada Torino Milano spa). Eppure gli avanzava ancora un po’ di tempo per occuparsi del padiglione Italia. Ma qual era stato il suo primo atto? Protestare per la scarsità di fondi a sua disposizione per lo staff che gli era necessario e poi la pressante richiesta di avere mano libera negli appalti. Non ottiene quello che vuole allora sbatte la porta e se ne va. Avanti un altro! Speriamo che questa volta si scelga qualcuno che accetti la scommessa di fare quel che si può al meglio con i denari che ci sono. I campioni del far bene pagando a piè di lista sono molti, gli ingegnosi e parsimoniosi rari ma ci sono. Magari anche un po’ più giovani e pronti a metterci la faccia e rischiare.

Ma se invece nel Governo qualcuno crede che abbia ragione Roth, e non solo per il padiglione Italia, lo dica a voce alta e chiudiamo su baracca e burattini prima che si ripetano altre buffonate. Vi ricordate i capricci di Lucio Stanca, già amministratore delegato di Expo, che voleva a tutti i costi un lussuoso ufficio a Palazzo Reale, poi smantellato, ma non voleva rinunciare allo stipendio di parlamentare e accontentarsi degli emolumenti, grassocci, di Expo? Che cosa dobbiamo vedere ancora? Veniamo ad altro: il bilancio comunale e le opposizioni. Strillano a difesa delle loro famiglie elettorali, normale, l’Italia è familista. Io però vorrei che anche loro rispondessero alla domanda che Mario Monti ha fatto a Bologna al meeting di Repubblica rivolgendosi ai passati Governi: “Ma dove sono finiti tutti i soldi che avete speso negli ultimi anni?”. Noi ci ricordiamo le vendite delle aziende comunali? Dove sono finiti tutti gli oneri di urbanizzazione incassati (e quelli ai quali si è rinunciato!) mentre colava cemento su Milano e si riduceva il sottosuolo urbano a una gruviera di box? L’elenco sarebbe lungo.

Tocchiamo ora due argomenti sgradevoli: i generosi emolumenti di Lissner e la visita del Dalai Lama. Si va dicendo che la popolarità di Giuliano Pisapia sia in calo. Che lo sia per i tagli al bilancio era inevitabile: lacrime e sangue ricadono sempre su chi mette a posto i conti ma il caso Lissner e Dalai Lama ce li potevamo risparmiare. Attenzione, il colore arancio può anche sbiadire. Dell’ultima quisquilia – il celeste Formigoni – non parlo. Normalmente con l’avvicinarsi delle vacanze estive e le ferie parlamentari tutto rallenta ma forse questa vicenda ci riserva qualche brivido estivo per combattere l’afa di questi giorni: peccato che l’architettura istituzionale della Regione non consenta, come ai bei tempi della DC, un governo (regionale in questo caso) balneare. Era un piccolo sollievo in attesa de “l’inverno del nostro scontento”.

Luca Beltrami Gadola




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