26 giugno 2012

“ROM GENTI LIBERE” TRA PREGIUDIZI E REALTÀ COMPLESSE


Prendo spunto dal saggio di Santino Spinelli “Rom Genti Libere” e dal convegno “Rom e Sinti, Una Indagine Nazionale ” tenutosi il 11 e 12 giugno alla Triennale di Milano per fare alcune riflessioni su un tema che suscita spesso irritazione a coloro che rifiutano l’argomento.

Per nulla intimidito da questo atteggiamento negativo nell’ultimo anno del mio insegnamento ad Architettura e Società ho partecipato a un laboratorio di progettazione al primo anno con Vittorio Prina, Elena Cao, Paolo Golinelli dedicato alla progettazione di un piccolo insediamento residenziale a Cascina San Gregorio in un terreno del parco Lambro a ridosso della tangenziale Nord. L’area dovrebbe essere destinata all’ospitalità di una ottantina di Rom che aspirano a integrarsi nella nostra città.

Senza la pretesa di voler risolvere un problema trascurato e sempre più spinoso, con Patrizia Quartieri del Comune di Milano, Don Massimo Mapelli del CEAS, Suor Claudia Biondi della Caritas Ambrosiana abbiamo cercato di capire, prima di affrontare il tema progettuale, chi fossero i Rom Scinti, quali i problemi di carattere sociale, quale potesse essere una possibile via progettuale sperimentale che potesse verificare la possibilità di un programma milanese integrato.

Il temine Rom significa “uomo”, Sinti prende nome da una regione (Sind) del Pakistan. L’85% dei Rom arrivano da noi dalla Europa dell’Est, di questi il 62% provengono dalla Romania e il 24% dalla Bulgaria.

Il testo di Spinelli documenta il percorso di genti che tramandano la loro storia solo per via orale. Non vi sono documenti certi sulle loro origini antiche. Introduce il tema del nomadismo che non sembra essere una vocazione bensì, anche nell’antichità, una necessità.

Dediti all’allevamento e al commercio dei cavalli quando erano l’unico mezzo di trasporto di persone e cose, hanno sempre cercato di migliorare con il commercio, le attività circensi, il lavoro artigianale le loro condizioni precarie trascurando l’istruzione, la salute, i rapporti con i paesi ospitanti.

“Molte Rom, Sinti, Kalè, Manouches, sono diventati professori universitari e studiosi emeriti: il serbo Rajko Diuric, professore dell’Università di Belgrado, l’argentino Jorge Bernal, l’inglese Derek Tipler, l’australiano Ken Lee professore all’università di Newcastel, il lettone Jan Kochanowski, professore universitario prima a Parigi poi a Toulouse – Le Mirail e altri naturalmente” scrive Spinelli nel suo libro.

Il convegno fornisce invece la prima indagine nazionale sulla condizione di Rom e Sinti realizzata dalla Casa della Carità nell’ambito del progetto europeo “EU Inclusive”. Si sono affrontati i temi della Casa, Istruzione, Lavoro, Sicurezza, Pregiudizio. In ciascun capitolo governa il senso della complessità e la prudenza nei confronti di soluzioni “modello” che non possono essere adottate se non vi saranno occasioni di una sperimentazione che rispetti le risorse, le peculiarità di ciascun gruppo distribuito nel nostro territorio nazionale.

Altri convegni sugli stessi temi sono stati organizzati a Madrid, Sofia, Bucarest dove l’11 luglio si terrà una conferenza internazionale.

Quello che noi generalmente sappiamo riguarda gli sgomberi i campi abusivi, gli incendi dolosi, i furti, i ritrovamenti di rotoli di denaro contante e gioielli, refurtive di ogni genere, l’accattonaggio. L’incapacità di adattamento alle regole di un paese rappresenta un grosso problema che amplifica l’illegalità; la difesa delle proprie tradizioni allontana queste genti dalle possibili integrazioni, appesantiti anche dall’analfabetismo, con quella parte di mondo che li rifiuta per la loro diversità. Le ostilità dunque sono reciproche.

La scuola sta facendo molto attraverso l’insegnamento ai giovani che la frequentano, le madri iniziano a comprendere quale valore possa assumere per i figli l’integrazione e cercano con ogni sforzo di capire. In agguato comunque esiste sempre una forma persistente di razzismo che si insinua in ciascuno di noi anche in coloro che credono di esserne immuni.

Don Virginio Colmegna ha concluso il convegno ricordando tutte quelle amministrazioni da Torino a Messina che stanno lavorando su questi temi senza pregiudizi. “Ce la si può fare” dice e gli amministratori con lui “ce la si può fare”. Anche se sul Corriere della Sera del 10 gennaio 2012 si legge ” Miliardari di Parigi sulle barricate: no ai campi Rom nella nostra via”: e mille hanno firmato contro il campo nomadi, esiste la forza del buon senso e la forza dell’umanità dell’uomo che nel tempo, attraverso la conoscenza e il lavoro, riesce a farcela.

Antonio Piva



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