27 giugno 2012

libri – NARRARE L’ARTE AFRICANA


 

NARRARE L’ARTE AFRICANA

Emozioni d’antiche etnie

Giovanni Maria Incorpora,

L’Harmattan, Italia, 2011

 

Ci sono tanti modi per accostarsi all’arte africana. Quello suggerito da Giovanni Maria Incorpora è un affascinante viaggio attraverso le etnie africane e le loro espressioni artistiche. Quelle infinite etnie che, molto più delle nazioni, rappresentano in Africa “il senso di appartenenza alle tradizioni, alla cultura, alla filosofia di vita …”. Quelle stesse antiche etnie che la spartizione coloniale aveva – o credeva di avere – disarticolato e che invece in questi ultimi anni, attraverso il revival delle grandi feste tradizionali, si ripropongono con orgoglio come protagoniste della cultura africana.

Con Narrare l’arte africana (opera di cui è prossima l’edizione in lingua francese), l’autore continua e approfondisce l’itinerario iniziato cinque anni fa con Sculture d’Africa (1). Un itinerario che allora si concludeva – a sottolineare lo stretto legame in Africa tra arte e storia – nel delta del grande fiume Niger, con una riflessione accorata sulla violenza che l’attuale devastazione ambientale di impianti petroliferi e gasdotti opera nei confronti di una terra di grande bellezza e di grandi tradizioni culturali.

In effetti, Incorpora non è uno studioso accademico, è prima di tutto un viaggiatore che nei suoi lunghi anni di frequentazione dell’Africa si è dedicato a esplorarne la cultura, l’arte e la storia. Pur avendo interrotto, come egli ama ricordare, la tradizione di una famiglia da generazioni impegnata nella creazione artistica – scultori e pittori – laureandosi in ingegneria e attraversando per decenni il mondo della tecnica, ha poi sentito con gli anni il richiamo prepotente dell’arte come strumento di “lettura” del mondo, in un contesto di passione per il viaggio con un’attenzione profonda per l’Africa.

In questo libro l’arte africana è il filo conduttore di una narrazione che si dipana in un continuo contrappunto tra statue e volti, maschere e feste, oggetti e antichi mestieri, architetture e paesaggi, statuette zoomorfe e animali…. Un universo complesso che ci parla dell’uomo africano, della sua spiritualità, del suo rapporto con la vita e la morte, dei suoi riti e dei suoi costumi, della sua visione della natura e delle sue cosmogonie, del suo universo simbolico e dei suoi miti.

Partendo dal caos vitale di Bamako, la narrazione si snoda principalmente nell’Africa sub-sahariana occidentale e centrale. L’arte africana è assunta come un linguaggio, il linguaggio più adeguato – con la densa fisicità dei suoi materiali e le sue valenze simboliche – a introdurci nel mondo delle etnie, alla ricerca appassionata di indizi sulla possibilità che le loro culture, dove l’arte gioca un ruolo fondamentale, resistano “alla dittatura occidentale del consumismo”.

Non è dunque un discorso accademico, quello di Incorpora. Le sculture di cui ci parla non appaiono esposte nelle teche di un museo o allineate negli scaffali di un antiquario. Man mano che procede il discorso, la pietra, il legno, il metallo, e quant’altro, sembrano animarsi, dietro le figure e i volti avvertiamo il pulsare di un’umanità viva, il rapporto con la terra in cui l’opera è stata forgiata, scolpita o incisa, “lo spirito che la pervade”, le “mani sporche dell’artista che si è imbrattato di creta e di fango”.

L’arte africana non può quindi essere solo osservata. La si deve anche “toccare”, “annusare”, “ascoltare”, “gustare”, aprendo così una finestra su un mondo intero, attraverso una concatenazione inaspettata e travolgente di sensazioni e significati. Solo così questi prodotti di antiche abilità, come se avessero riacquistato la parola dei loro artefici, potranno ancora trasmetterci antichi pensieri, antichi miti, antichi dolori, antiche gioie. (Marco Di Marco)

 

 

(1) Giovanni Maria Incorpora, Sculture d’Africa. Guida all’arte tra miti e culture, Casa Ed. Polaris, 2007

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Bonaccorsi

rubriche@arcipelagomilano.org



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